Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Artigianale è bello
Strenne a chilometro zero Quest’anno ho scelto di valorizzare il nostro territorio donando panettoni e struffoli, liquori e pasta fatta in casa Ai miei figli solo giochi di legno
Il momento che fin da piccola preferisco del Natale è quello dello scambio dei doni che spesso è anche e soprattutto scambio di tradizioni. Do sempre molta importanza a ciò che si regala perché rappresenta un segno importante di attenzione. E più vuoi bene a una persona e più la sorpresa sotto l’albero va selezionata con il cuore. Nella scelta dei doni mi faccio accompagnare da tre princìpi-guida: l’originalità, la manualità e l’eccellenza. Mi piace regalare oggetti che siano autentici, creati dalla capacità artigianale di qualcuno. Trovo che bisognerebbe rivalutare, non solo nel periodo delle festività natalizie, il «fatto a mano» come sinonimo di slow, di andamento lento, come direbbe Tullio de Piscopo, a fronte di quella spasmodica fretta che ogni giorno ci fa macinare emozioni e sentimenti.
L’originalità va quindi intesa come unicità, a me non piacciono molto i prodotti in serie, tutti uguali e perfetti, e, abitando a Napoli, ho la grande fortuna di non imbattermi mai nella noiosa ripetitività. I miei bambini, che ora hanno sette, cinque e tre anni, sono finalmente pronti per affrontare la grande bellezza di San Gregorio Armeno dove la tradizione si rinnova ad ogni angolo di strada e nulla è mai uguale a se stesso. D’accordo, li porterò anche al Christmas Village, ma volete mettere l’atmosfera incantata che si respira sul cammino dei presepi artigianali?
L’altra regola preziosa che tengo sempre presente quando faccio shopping, è la manualità. Alcuni anni fa conducevo Stella del Sud su RaiUno e, andando in giro per il mondo (ho visitato ben 50 Paesi), mi succedeva di viaggiare anche nel mese di dicembre e conoscere così altre feste di Natale. Mi sono imbattuta in quell’occasione nei mercatini del Nord Europa, così carichi di impegno, passione e fantasia, e sono contenta di aver ritrovato oggi questa tradizione in tante città d’Italia. Adoro quei piccoli buffi oggetti, frutto di manualità e aggreganti per la famiglia, che mi riportano agli anni dell’infanzia quando Natale era la processione che si faceva in casa portando il Bambinello. Infine, l’eccellenza, che per me è sinonimo di fatto con il cuore. Quest’anno ho deciso di regalare panettoni artigianali, struffoli, vini e liquori locali, pasta fatta in casa, olio che viene dal frantoio di un’amica, di dare insomma visibilità a quelle realtà che fanno parte del nostro territorio. Ai miei bambini invece Babbo Natale porterà giochi in legno, ho preferito abolire tutto ciò che è plastica, made in China, con imballaggi inutili, voluminosi e difficili da riciclare. Se Natale è un segno, come dicono, che sia di civiltà. Auguri a tutti.
Le tre regole «Per scegliere i regali da mettere sotto l’albero mi lascio sempre ispirare da originalità, manualità, eccellenza»