Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Consigli per i brindisi a chilometro zero
L’Asprinio di Aversa ideale per il cenone della vigilia, con i piatti di carne si abbina l’Aglianico Per esaltare il gusto dei dolci le scelte si concentrano su una Falanghina beneventana Igt
Non esiste festa senza bollicine, a Natale poi, certo non possono mancare. Attenzione però che spumanti e affini non possono accompagnare tutti i piatti. Ma andiamo per gradi, è proprio il caso di dire.
Per la vigilia, ad esempio, quando il pesce è protagonista, le bollicine sono perfette. Tra gli spumanti, a chilometro zero, più modaioli degli ultimi anni, troviamo l’Asprinio di Aversa. Sono molteplici le particolarità di questo antichissimo vino particolarmente secco, definito da Mario Soldati «grande piccolo vino». L’uva cresce “maritata” ai pioppi in “alberate” di 15 metri di altezza presenti solo nella zona aversana. In linea con le caratteristiche del vitigno, lo spumante di Vestini Campagnano, 100% Asprinio, grazie al basso grado alcolico, è incredibilmente moderno nella sua facile bevibilità, perfetto per il brindisi iniziale e le tartine al salmone.
Per una maggiore complessità meglio optare per il Dubl di Feudi San Gregorio che esprime in pieno le potenzialità del territorio irpino e delle sue uve autoctone, Falanghivitigno Aglianico e Greco di Tufo. Molto intrigante il rosato da uve Aglianico abbinabile a piatti di pesce più complessi come gli spaghetti con le vongole; in alternativa l’elegante Fiano di Avellino D.o.c.g. 2017 de I Favati mentre, volendo puntare sull’originalità di un riscoperto da una ventina di anni, la scelta cade sull’intrigante Verginiano, Pallagrello bianco I.g.t. dell’azienda Il Verro. Non può mancare sulla tavola natalizia un ricco e burroso Greco di Tufo D.o.c.g.. Da acquistare ad occhi chiusi la nuova annata della l’azienda Benito Ferrara che, con il suo ‘Vigna Cicogna’ 2017 Greco di Tufo D.o.c.g.., si conferma una delle massime espressioni del vitigno dalla forte connotazione territoriale.
Se ai bianchi strutturati si preferiscono rossi leggeri dalna, spiccata tipicità, è perfetto il Colle Rotondella D.o.c. 2017, un cru di Piedirosso dei Campi Flegrei prodotto con le uve provenienti dalla Tenuta Camaldoli delle Cantine Astroni.
Ma il matrimonio tradizionale è quello tra il Terra del Gragnano 2017 Iovine D.o.c. fermentato in bottiglia e gli immancabili salumi, ottimo anche con il baccalà fritto. Per la minestra maritata ed i piatti di carne come il ruoto al forno di agnello invece, meglio puntare su un Aglianico o anche un Taurasi.
Da manuale le interpretazioni delle Cantine Antonio Caggiano, sia dell’Aglianico base: Tauri’, sia dell’affascinante Taurasi Docg Vigna Macchia Dei Goti 2014, premiato con cinque grappoli dalla Guida Bibenda 2019. Per esaltare i dolci, le scelte si concentrano su un passito molto particolare: Jocalis, di Aia dei Colombi, da Falanghina beneventana Igt. Meglio ancora un caffè espresso preparato, almeno a Natale, con ‘a cuccumell’ napoletana, secondo il rito di Eduardo De Filippo. Rigorosamente amaro.