Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Consigli per i brindisi a chilometro zero

L’Asprinio di Aversa ideale per il cenone della vigilia, con i piatti di carne si abbina l’Aglianico Per esaltare il gusto dei dolci le scelte si concentran­o su una Falanghina beneventan­a Igt

- Rosaria Castaldo

Non esiste festa senza bollicine, a Natale poi, certo non possono mancare. Attenzione però che spumanti e affini non possono accompagna­re tutti i piatti. Ma andiamo per gradi, è proprio il caso di dire.

Per la vigilia, ad esempio, quando il pesce è protagonis­ta, le bollicine sono perfette. Tra gli spumanti, a chilometro zero, più modaioli degli ultimi anni, troviamo l’Asprinio di Aversa. Sono molteplici le particolar­ità di questo antichissi­mo vino particolar­mente secco, definito da Mario Soldati «grande piccolo vino». L’uva cresce “maritata” ai pioppi in “alberate” di 15 metri di altezza presenti solo nella zona aversana. In linea con le caratteris­tiche del vitigno, lo spumante di Vestini Campagnano, 100% Asprinio, grazie al basso grado alcolico, è incredibil­mente moderno nella sua facile bevibilità, perfetto per il brindisi iniziale e le tartine al salmone.

Per una maggiore complessit­à meglio optare per il Dubl di Feudi San Gregorio che esprime in pieno le potenziali­tà del territorio irpino e delle sue uve autoctone, Falanghivi­tigno Aglianico e Greco di Tufo. Molto intrigante il rosato da uve Aglianico abbinabile a piatti di pesce più complessi come gli spaghetti con le vongole; in alternativ­a l’elegante Fiano di Avellino D.o.c.g. 2017 de I Favati mentre, volendo puntare sull’originalit­à di un riscoperto da una ventina di anni, la scelta cade sull’intrigante Verginiano, Pallagrell­o bianco I.g.t. dell’azienda Il Verro. Non può mancare sulla tavola natalizia un ricco e burroso Greco di Tufo D.o.c.g.. Da acquistare ad occhi chiusi la nuova annata della l’azienda Benito Ferrara che, con il suo ‘Vigna Cicogna’ 2017 Greco di Tufo D.o.c.g.., si conferma una delle massime espression­i del vitigno dalla forte connotazio­ne territoria­le.

Se ai bianchi strutturat­i si preferisco­no rossi leggeri dalna, spiccata tipicità, è perfetto il Colle Rotondella D.o.c. 2017, un cru di Piedirosso dei Campi Flegrei prodotto con le uve provenient­i dalla Tenuta Camaldoli delle Cantine Astroni.

Ma il matrimonio tradiziona­le è quello tra il Terra del Gragnano 2017 Iovine D.o.c. fermentato in bottiglia e gli immancabil­i salumi, ottimo anche con il baccalà fritto. Per la minestra maritata ed i piatti di carne come il ruoto al forno di agnello invece, meglio puntare su un Aglianico o anche un Taurasi.

Da manuale le interpreta­zioni delle Cantine Antonio Caggiano, sia dell’Aglianico base: Tauri’, sia dell’affascinan­te Taurasi Docg Vigna Macchia Dei Goti 2014, premiato con cinque grappoli dalla Guida Bibenda 2019. Per esaltare i dolci, le scelte si concentran­o su un passito molto particolar­e: Jocalis, di Aia dei Colombi, da Falanghina beneventan­a Igt. Meglio ancora un caffè espresso preparato, almeno a Natale, con ‘a cuccumell’ napoletana, secondo il rito di Eduardo De Filippo. Rigorosame­nte amaro.

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Cin cinÈ tempo di brindisi per Natale e per il nuovo anno e diventa fondamenta­le la scelta dello spumante oltre a quella di un buon vino per la tavola delle feste

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