Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il caso Le città per l’ambiente A Napoli sfida svedese con trenta ricercatori
Esperti e movimenti insieme per un progetto internazionale
A maggio la rivista scientifica Environmental Research Letters ha pubblicato uno studio che dimostra come il cambiamento climatico sia qui ed ora e dispieghi già i suoi effetti nefasti. Sono già sparite, a causa dell’erosione legata all’innalzamento del livello del mare, cinque piccole isole dell’arcipelago delle Solomon, nell’oceano Pacifico.
Non c’è un’apocalisse futura da temere, dunque, perché il disastro in alcune parti del Pianeta è già iniziato ed urgono misure drastiche per invertire la rotta. Che a riuscire ad adottarle siano le città e le comunità dal basso, piuttosto che i grandi della Terra, i potenti, può forse apparire una utopia, un sogno tardo sessantottino,eppure è quello che sta accadendo in alcune parti del mondo e che potrebbe avvenire ovunque.
Questo, almeno, è ciò che sostengono i ricercatori che sono impegnati in un progetto internazionale che si chiama Clisel e che analizza il ruolo delle municipalità e delle comunità locali nelle azioni di contrasto e mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici provocati dall’inquinamento atmosferico.
Da Rio de Janeiro a New York, da Istanbul a Stoccolma e più giù, fino a Napoli, non mancano esperienze di pratiche virtuose che, su scala diversa, provano a gettare sabbia negli ingranaggi micidiali del Climate Change. Gli orti sociali urbani di Ponticelli che sono nati nel 2015 sono, ad esempio, una di queste iniziative dal basso. Se ne parla da oggi a giovedì a Napoli nell’ambito di una serie di incontri sul cambiamento climatico e sugli effetti che esso determina sulle città e sulle migrazioni.
Trenta giovani ricercatori e ricercatrici da tutto il mondo partecipano ad una scuola di formazione internazionale nella sede del Cnr in via Guglielmo Sanfelice e nel Dipartimento di Architettura della Federico II, in via Forno Vecchio. In parallelo amministratori locali si incontrano per discutere di come affrontare le sfide del cambiamento climatico e delle migrazioni.
Il 13 dicembre è in programma una tavola rotonda nella sala Nugnes del consiglio comunale, in via Verdi. Tema: Le città ribelli contro il cambiamento climatico. Ci saranno il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, l’ assessora all’Ambiente di Barcellona Janet Sanz e Raffaele De Giudice, che la stessa delega nella giunta partenopea; rappresentanti di movimenti come StopBiocidio, NoTav. Rifiutiamoli, Siamo ancora in Tempo. Coordinatore Marco Armiero presiede la tre giorni di Napoli Lo studioso è impegnato al Kth Royal Institute of technology di Stoccolma
La tre giorni è organizzata dall’Environmental Humanities Laboratory del Kth Royal Institute of Technology di Stoccolma, che è presieduto da Marco Armiero - un napoletano esperto di Storia dell’ambiente il quale, dopo la laurea alla Federico II, si è formato negli Stati Uniti - ; dal World Trade Institute dell’Università di Berna; dall’Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo del Cnr e dal Dipartimento di Architettura dell’ateneo federiciano.
«La sfida dal basso ai cambiamenti climatici – sottolinea Armiero – è oggi più che mai necessaria. Un esempio importante arriva proprio dagli Stati Uniti. Mentre Trump annunciava che avrebbe disdetto gli accordi di Parigi, un centinaio di città tra esse New York — e la California tutta dichiaravano che sarebbero andate in direzione opposta rispetto a quella che aveva imboccato il presidente, che sarebbero rimaste in quell’accordo. Le intese tra gli Stati, finora, hanno funzionato poco o per nulla. Per invertire la rotta del Climate Change le comunità locali, quelle che pagano e pagheranno sulla propria pelle i disastri provocati dal surriscaldamento globale, possono e devono essere sempre più protagoniste».
Ponticelli Gli orti urbani nel rione sono uno degli esempi di nuova cura del territorio