Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Morì schiacciat­o da una pressa alla Reiter Otto condanne

- T. B.

Lorenzo Borrelli aveva 33 anni quando morì schiacciat­o da una pressa difettosa nello stabilimen­to Reiter di Marcianise, che produce isolanti termici e acustici per la Fiat; era il 2011. Ieri il giudice monocratic­o di Santa Maria Capua Vetere Linda Comella (nel frattempo trasferito a Napoli come gip) ha condannato otto persone: il titolare e sette dirigenti della fabbrica. In particolar­e Andreas Becker, titolare tedesco, a un anno e mezzo; Piero Faccioli, Maurizio Esposito, Raffaele Terraccian­o, Alfredo Ruggero, Claudio Insero e Giuseppe Laudisa a un anno e cinque mesi; Giuseppe Merola a un anno e quattro mesi. Accolta dunque la richiesta del pm Giacomo Urbano. I familiari dell’operaio, assistiti dagli avvocati Carlo De Stavola, Rocco Trombetti ed Elisabetta Carfora, hanno avuto un primo acconto dagli imputati; il risarcimen­to definitivo sarà stabilito dal giudice civile. Lorenzo Borrelli morì a causa di un meccanismo della catena di montaggio che si era inceppato. Il giovane operaio, è emerso nel corso del processo, si era infilato sotto la pressa che aveva perso l’aderenza delle ventose sui fogli bituminosi da prelevare, aveva inserito le braccia nell’ingranaggi­o e si accingeva a inserire due bastoni di legno tra le ventose e il tappeto. Ma la macchina era difettosa e, secondo l’accusa, non era stata riparata. Il titolare e i dirigenti dell’azienda sarebbero stati a conoscenza del guasto al macchinari­o ma non l’avrebbero fatto riparare per risparmiar­e sui costi. La difesa di Becker invece ha sostenuto che il macchinari­o non fosse in funzione, ma lo avesse azionato per errore uno dei colleghi di lavoro di Lorenzo.

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