Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Meno tasse ai pensionati che sceglieranno il Sud
Emendamento alla manovra: 5 anni di esenzione per chi vive all’estero
Tasse ridotte a un forfait del 7% per i pensionati che si trovino all’estero e che sceglieranno di tornare in Italia a vivere in una regione del Mezzogiorno. La proposta arriva dalla Lega di Salvini con un emendamento firmato da Alberto Bagnai (foto), economista e parlamentare leghista. Obiettivo: provare a frenare lo spopolamento del Sud e rilanciare in questo modo i consumi. La detassazione durerebbe cinque anni.
Investimenti, grandi opere
NAPOLI pubbliche, infrastrutture materiali e immateriali? Macché. È sufficiente adottare il modello Portogallo, o meglio ancora quello della Florida: attrarre i pensionati invece degli investitori internazionali per scongiurare prima la desertificazione sociale e poi l’inabissamento economico del Sud.
Quella che la scorsa estate era soltanto una timida intenzione dai tratti, a dire il vero, anche un po’ approssimativi, ora si è trasformata in proposta politica. Anzi, in emendamento parlamentare presentato dalla Lega, dopo una medesima iniziativa promossa senza successo da Fratelli d’Italia.
«Tasse ridotte a un forfait del 7% per 5 anni per i pensionati residenti all’estero da almeno 5 anni che scelgano di venire, o tornare, in Italia, ma nei Comuni del Sud al di sotto dei 20 mila abitanti di Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise, Puglia». È quanto prevede un emendamento alla manovra, con primo firmatario l’economista Alberto Bagnai, parlamentare del Carroccio, depositato in commissione Bilancio del Senato che replica il «modello Portogallo» invocato da Matteo Salvini in estate. Le maggiori entrate dovrebbero essere destinate all’istituzione di poli universitari tecnico-scientifici nel Mezzogiorno (forse non i 50 milioni previsti per la Scuola di alta formazione Meridionale, quella che nascerà dalla Federico II dopo il veto sulla sede partenopea della Normale di Pisa, ma quelli che serviranno in seguito potrebbero provenire dai nuovi incassi).
Certo, il sole e le bellezze naturali non mancano. Ciò che però difetta al Sud sono i servizi e l’assistenza sanitaria. Vale a dire proprio ciò che viene maggiormente richiesto dalla popolazione anziana. I numeri indicati dal Governo sarebbero significativi: 500-600.000 pensionati potrebbero trasferirsi nelle località meridionali entro i prossimi 3 o 4 anni. Secondo alcuni calcoli dell’Inps, gli assegni dei pensionati italiani che vivono all’estero varrebbero complessivamente un miliardo di euro. Tutto denaro che potrebbe rientrare in Italia.
Era stato il vicepremier Matteo Salvini, la scorsa estate, ad ipotizzare una iniziativa che incidesse sulla detassazione dei pensionati. «Penso ad un’idea che sto approfondendo con un gruppo di studio: una esenzione fiscale per i pensionati — aveva accennato —. Come avviene in Portogallo, dove solo l’anno scorso si sono trasferiti dall’Italia più di 4 mila pensionati, i quali riescono a risparmiare fino al 30% di tasse». Poi sempre il ministro aveva aggiunto: «Penso ad alcune zone del nostro Paese sicuramente più belle e accoglienti del Portogallo. Con un’esenzione fiscale simile potremmo riattrarre capitali, investimenti, spese, far riaprire negozi».
In Portogallo l’esenzione dura però dieci anni, qui al Sud la metà. «Siamo felici commenta il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci — che anche a livello nazionale si vada verso il cosiddetto modello Portogallo per incentivare il trasferimento di pensionati residenti all’estero in Sicilia. È una norma che a livello regionale abbiamo già inserito nel disegno di Legge di stabilità per il 2019 perché riteniamo che possa essere un valido strumento per ridare vitalità all’economia dell’Isola». Certo, ora la partita sarà tutta parlamentare. E non è detto che sarà una passeggiata.