Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Appalti alle stesse imprese, l’Asl 1 nel mirino dell’Anac «Troppe somme urgenze»
L’Anticorruzione segnala 10 gare a Procura e Corte dei conti
Un possibile danno erariale di un milione e 600mila euro e l’ipotesi che la procedura di somma urgenza sia stata usata dalla Asl Napoli 1 Centro in maniera quantomeno impropria. Il giudizio, durissimo, su quanto avvenuto arriva direttamente dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Spettri del passato sui quali ora sono chiamate ad approfondire sia la Procura della Repubblica che la Corte dei Conti.
Sotto la lente dell’Autorità anticorruzione sono finite 10 commesse per un valore complessivo di 1.607.326,44 euro. E delle 10 assegnazioni, ben 7 (per un totale di 1.064.154,54) sarebbero andate alla stessa ditta. I 10 lavori assegnati riguardano diversi interventi tra Napoli e il Capilupi di Capri, quasi tutti per impermeabilizzazioni e altri interventi per i quali, secondo l’Anac, non si sarebbe dovuto procedere con la somma urgenza.
Durissime le osservazioni su un «consistente ricorso alle procedure di somma urgenza» e su un manifesto utilizzo di queste procedure «in modo non appropriato, risultando disattese, sotto diversi profili, le disposizioni che regolano la materia». Per l’Anac, «spesso non è dato rilevare alcuna indicazione circa la rimozione di uno stato di pregiudizio alla pubblica incolumità». Non solo. Secondo la delibera in 7 casi su 10 i lavori in questione hanno superato, in corso d’opera, la soglia di 150.000 euro, «soglia al di sopra della quale l’intervento non avrebbe potuto essere affidato all’impresa di cui trattasi, in quanto sprovvista di attestazione Soa». Dunque, la stazione appaltante (vale a dire la Asl), «risulta, di fatto, aver consentito di eseguire ad impresa priva di attestazione lavori che, se correttamente stimati, non avrebbero potuto esserle assegnati».
Partendo dal presupposto che tutto sia avvenuto in buona fede, quello che ne viene fuori è un quadro desolante di pressapochismo. O meglio, come scrive l’autorità anticorruzione, «una palese approssimazione anche nel rispetto dei canoni formali dell’istituto (la procedura di somma urgenza, ndr)».
Dall’istruttoria condotta sono venuti fuori addirittura verbali di somma urgenza perfettamente identici - ad eccezione di una frase, ritenuta «non significativa», e della data. Insomma, l’idea è che alcuni verbali siano stati compilati con una specie di copiaincolla, tanto per non fare neanche lo sforzo di scriverne di diversi. Si tratta in particolare degli interventi di risanamento delle facciate esterne del Capilupi di Capri e i verbali indicati dall’Anac sono quelli del 26 maggio 2015 e 16 giugno 2015. Grottesco, poi, come in un caso (intervento di riparazione del terrazzo di copertura di un immobile in via Sant’Antonio Abate) «non veniva addirittura concessa dal direttore amministrativo pro tempore l’autorizzazione ai la- vori per il dilatarsi del tempo trascorso tra la richiesta dei lavori ed il verbale».
Dunque, nella migliore delle ipotesi, uno scenario a tinte fosche. Ed è ancora l’Anac in un passaggio a chiarire che «è di pacifica evidenza che tali considerazioni (quelle che avrebbero dovuto spiegare il perché di queste procedure) non consentano di superare le criticità rilevate in ordine alla lesione dei principi di rotazione, trasparenza e parità di trattamento, svuotando di significato l’applicazione dei criteri, il cui scopo è, invero, quello di evitare il consolidarsi di rapporti solo con alcune imprese e favorendo invece la più aperta distribuzione delle opportunità degli operatori economici di essere affidatari di un contratto pubblico.
Conclusa l’istruttoria l’Anac ha inviato tutte le carte alla Procura della Repubblica e alla magistratura contabile. La speranza è che, se dovessero emergere dei profili di illegittimità (così come supposto dall’anticorruzione), si possa arrivare ad individuare responsabilità precise su quanto avvenuto.