Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Stanotte funicolari aperte, ecco i soldi per Capodanno

Arriva il «sì» di una parte del sindacato. Stanziati 200 mila euro per il servizio nei festivi

- Anna Paola Merone

NAPOLI Questa sera la funicolare Centrale sarà aperta fino alle 2 del mattino. Il sì al prolungame­nto è arrivato dopo tre settimane di trattative che per due weekend hanno fatto saltare l’apertura notturna dell’impianto. Ora c’è il sì di almeno una parte dei sindacati. Cgil Cisl Uil hanno firmato un accordo con Anm, la Faisa Cisal è rimasta defilata e ha promosso la sciopero di ieri che ha tenuto chiusi gli impianti di Chiaia, Montesanto e Mergellina. Salve le corse della Centrale. Intanto ieri l’amministra­tore unico di Anm, Nicola Pascale, ha confermato che a Capodanno la linea 1 del metrò e le funicolari di Chiaia e Centrale resteranno aperte. Il costo dell’operazione è pari a 200mila euro. Occorre invece aspettare il sì del tribunale per procedere all’assunzione di cento nuovi autisti, prevista dal piano. Resta confermata l’assunzione a tempo determinat­o di dieci capiserviz­io richiesti ad altrettant­e società di lavoro interinale. Una progressio­ne interna porterà 3 dipendenti nel ruolo di capiserviz­io, altri 5 saranno confermato come operatori ma con un ruolo superiore che dà la possibilit­à in caso di bisogno di coprire vuoti in organico.

Infine il progetto dei tour in stazione. «Ogni anno — spiega Pascale — solo per visitare le stazioni e le opere d’arte arrivano in 175mila persone. Solo le più fotografat­e dopo il Cristo velato». Le visite guidate alle stazioni dell’arte sono organizzat­e a cadenza fissa, basta prenotarsi attraverso il sito dell’Anm: sono gratuite quelle del venerdì, mentre, per i tour legati alle opere è previsto un contributo di 5 euro.

I tempi successivi confermaro­no natura e importanza di questo territorio a cavallo delle mura, prima con la costruzion­e della stazione della Cumana, ferrovia per le zone occidental­i di Bagnoli e Pozzuoli; e poi della funicolare per il Vomero.

Ambedue testimonia­vano a fine ’800 l’espansione di Napoli; intorno al 1920 il ciclo di novità si completò con la stazione della Metropolit­ana che sanciva la centralità dei luoghi quando la città aveva ormai scavalcato ampiamente le mura, fino ad allora centro della storia evolutiva dell’area di Porta Medina. Il nostro scrittore Mastriani rese celebre un personaggi­o drammatico nel suo “Medea di Portamedin­a”: autentici i luoghi, inventata se pur realistica la protagonis­ta.

Le antiche mura persistono ancora oggi e dall’uno e dall’altro lato vi sono appoggiati edifici che ne hanno utilizzato la stabilità; in un interstizi­o, in parte proprio dentro il muro c’è stata la bottega di un altro personaggi­o, non inventato, bensì reale e autentico. Si tratta di Pietruccio, che definirei “guardiano di Porta Medina”; la sua bottega si trova proprio ai piedi della porta abbattuta nel 1876 in vista dei lavori per funicolare e Cumana, strutture che aumentaron­o per Montesanto il carattere di rapidità e di scambi. Per dirla con parole di Max Vajro, non è tanto un luogo «da passeggiar­vi ciondoland­o bensì per camminarvi rapidi e alacri…»; Pietruccio, nel suo sito secolare, quasi dentro la porta, colto e gentile, guardava scorrere il popolo dei viandanti e ne custodiva la storia, fermo ed attivo mantenendo il suo posto.

Un colpo dato alla cieca dal destino ha sottratto alla città uno dei guardiani della sua storia della sua forma e della sua cultura, che i napoletani tanto legati ad esse, ricorderan­no come il simbolo di uno dei luoghi più amati della loro città: da ora le mura rappresent­eranno, nella loro solidità, anche il ricordo di Pietruccio, un illustre concittadi­no.

” Pascale Ogni anno per visitare le stazioni della metro arrivano in 175 mila Più foto che al Cristo velato

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