Corriere del Mezzogiorno (Campania)
CasaCorriere Il teatro (in)cantato che lanciò Pergolesi
Martedì ultimo evento del ciclo 2018 alla scoperta del San Bartolomeo: resistette a Masaniello, non al San Carlo
NAPOLI Torna CasaCorriere. Il prossimo martedì l’ultimo appuntamento con il ciclo di incontri e dibattiti organizzati dal Corriere del Mezzogiorno. E anche questa volta si scoprirà un luogo incantato, pieno di fascino e storia. È l’ex teatro di San Bartolomeo, oggi chiesa della Graziella, e non ha caso l’incontro di CasaCorriere è intitolato «Napoli (in)cantata».
Prima della costruzione del regio San Carlo, il vero teatro di Napoli era proprio il San Bartolomeo: sorse attorno al 1620, quando solo il teatro dei Fiorentini di poco più antico, era l’altro luogo di rappresentazione della città.
Voluto direttamente dall’Ospedale degli Incurabili, in possesso di beni ecclesiastici e case da quelle parti, il teatro doveva servire a portare introiti alla Santa Casa - come ci ricorda Benedetto Croce - aggiungendo una remunerativa attività all’opera assistenziale. Ma in realtà, non fu mai una operazione speculativa in attivo, diventando invece sotto il dominio austriaco, luogo di socialità della corte e degli ufficiali.
Il San Bartolomeo, nonostante fosse stato distrutto dai moti di Masaniello e ancora da un incendio nel 1681 scoppiato dai bracieri utilizzati per scaldare i palchi, fu sempre puntualmente ricostruito.
Sappiamo molto poco della su originaria forma, limitata ad una pianta rettangolare allungata, scomodi palchetti affollati e una struttura comunque compressa nei vicoli stretti della Rua Catalana, difficili da raggiungere in carrozza.
Ma il San Bartolomeo vide il trionfo di Claudio Monteverdi e l’opera seria già dal 1654, anche se per Napoli segnò soprattutto l’invenzione e il trionfo della gloriosa opera buffa: proprio nel San Bartolo- meo infatti, nel 1733, venne rappresentata per la prima volta la Serva Padrona di Giovan Battista Pergolesi.
Concepita dapprincipio come intermezzo – e quindi come intervallo di un’opera più seria - nessuno avrebbe potuto immaginare il successo decretato dai raggiri della serva Serpina ai danni del suo padrone Umberto.
Pergolesi replicò a Roma nel teatro Valle sotto il patrocinio del Duca di Maddaloni, e la Serva Padrona fu così “esportata” presto in Francia e amatissima dagli Enciclopedisti (d’Alambert e Rousseau su tutti).
Nel 1735 divenne impresario del San Bartolomeo Angelo Carasale, il geniale fabbro diventato direttore dei cantieri più importanti della città. Il Cara- sale, passando dagli Austriaci ai Borbone con insospettabile leggerezza, seguì dapprima i lavori del Teatro Nuovo ai Quartieri Spagnoli (1724) e all’apice del successo, gli fu affidato il compito di sovrintendere la costruzione del San Carlo. La corte borbonica aveva certo bisogno di una nuova e più elegante struttura, e così tutto quello che si poté riciclare del legno dell’antico teatro dei vicoli catalani, fu portato al nuovo cantiere prossimo al Palazzo Reale.
Il San Bartolomeo continuò a funzionare per tutto il 1737 mentre il San Carlo prendeva corpo in pochissimi mesi. Il 4 novembre, giorno dell’onomastico di Re Carlo e dell’inaugurazione dell’omonimo teatro di corte, cessò definitivamente la storia del teatro antico degli Incurabili. I ruderi del San Bartolomeo furono donati al Carasale che decise di costruirvi sulla platea la cosiddetta Graziella al Porto: la chiesa di Santa Maria delle Grazie affidata ai Padri Mercedari e dopo la soppressione dell’ordine nel 1801, alla Confraternita dei Santi Bernardo e Margherita. Chiusa dal terremoto del 1980, e ristrutturata nel 2014, conserva opere di Giuseppe Bonito ed Enrico Maria Rossi. È stata affidata alle cure dell’associazione musicale Cersim che ne prosegue la gloriosa storia, ospitando martedì l’ultimo travolgente capitolo del 2018 di CasaCorriere.
All’incontro, che sarà condotto dal direttore del Corriere
del Mezzogiorno Enzo d’Errico, prenderanno parte Ferdinando de Martino, presidente Cersim e padrone di casa; Piermaria Saccani, direttore del consorzio tutela mozzarella di bufala; Elena Goitini, direttore regionale Sud Unicredit; Michele Pontecorvo, vicepresidente Ferrarelle; il presidente Scabec Antonio Bottiglieri e il presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis. L’artista ospite della serata sarà Enzo Avitabile.