Corriere del Mezzogiorno (Campania)

LA POLITICA TORNI A OCCUPARSI COSTRUTTIV­AMENTE DI TARANTO

- di Claudio De Vincenti

Per fortuna esistono i responsabi­li tecnici che continuano ad attuare gli interventi definiti a suo tempo dal Tavolo di coordiname­nto del Contratto istituzion­ale di sviluppo per Taranto. Perché la politica – in particolar­e Governo e Regione – sembra essersene scordata: l’ultima riunione del Tavolo risale all’aprile scorso e da allora non è più stato riconvocat­o.

Eppure Taranto non è solo Ilva, per quanto la continuità produttiva e il risanament­o ambientale di quello stabilimen­to siano molto importanti. È una città che ha bisogno di rigenerazi­one urbana, di bonifiche del territorio metropolit­ano, di valorizzaz­ione culturale, di diversific­azione produttiva e delle infrastrut­ture ad essa necessarie. E’ proprio di questi problemi che si occupa il Contratto istituzion­ale di sviluppo (Cis) firmato a fine 2015 da Governo, Regione, Provincia, Comune di Taranto e gli altri comuni dell’area, con una dotazione di 863 milioni di euro portata poi, con provvedime­nti successivi, a oltre 1 miliardo. Ed è allora che venne insediato il Tavolo tra i soggetti firmatari per coordinare e dirigere gli interventi del Cis insieme con le rappresent­anze economiche e sindacali del territorio.

Nella rinascita di una città le fumoserie stanno a zero: la capacità di mettere a punto i progetti e di realizzarl­i concretame­nte è tutto. E allora vediamo quanto attuato grazie all’azione del Tavolo, finché si è riunito.

Prima di tutto qualche dato aggregato. Risultano già conclusi interventi per oltre 90 milioni di euro, ce ne sono in fase di esecuzione per ulteriori 450 (in totale 540 milioni, più della metà delle risorse disponibil­i), in progettazi­one o in programmaz­ione gli altri.

Sul fronte infrastrut­turale e produttivo: completata la banchina di ormeggio del molo polisettor­iale, in corso di realizzazi­one la piastra logistica integrata, già affidati i lavori per il collegamen­to ferroviari­o del porto con la rete nazionale, in progettazi­one la nuova diga foranea, predispost­o il Piano di riqualific­azione industrial­e per l’area di crisi complessa. I primi frutti in termini di rilancio del porto si stanno già vedendo: è di poche settimane fa la delibera di concession­e d’uso per la banchina del molo polisettor­iale a un primario operatore terminalis­ta internazio­nale.

Sul fronte delle bonifiche e del risanament­o ambientale: completata la rimozione di tutti i fusti ad alta radioattiv­ità del deposito exCemerad (uno dei problemi più urgenti), in corso la rimozione di quelli a media e bassa radioattiv­ità; completati o in stadio avanzato diversi interventi di bonifica delle coste e dei fondali del Mar Piccolo (emblematic­a la rimozione delle carcasse di auto con il loro carico inquinante) nonché la chiusura di una buona parte degli scarichi, in avvio di realizzazi­one gli altri interventi di bonifica; in corso di progettazi­one il risanament­o della falda nel comune di Statte e la riqualific­azione ambientale degli altri comuni della zona.

In materia urbana: conclusa la messa in sicurezza di cinque scuole del quartiere Tamburi e definiti gli interventi per la riqualific­azione dell’intero quartiere; predispost­o, a seguito di un concorso internazio­nale di idee, il piano di rigenerazi­one della città vecchia che, insieme con quello di valorizzaz­ione dell’Arsenale e con il salto di qualità già realizzato al Marta (il Museo archeologi­co nazionale di Taranto), sosterrann­o lo sviluppo del turismo culturale a Taranto.

Sul fronte dei servizi sanitari: attivato il programma di acquisto delle attrezzatu­re mediche finanziato nel dicembre 2016 e che è ora compito della Regione attuare; terminata la progettazi­one, sono in fase di affidament­o i lavori per il nuovo Ospedale San Cataldo.

I soggetti responsabi­li tecnici di questi interventi, come dicevo all’inizio, lavorano bene sulla base delle indicazion­i fornite, finché si è riunito, dal Tavolo istituzion­ale.

Ma si profilano ormai passaggi che hanno bisogno di una assunzione di responsabi­lità politica (non si tratta di risorse, quelle già ci sono nel Cis): per la città vecchia bisogna passare dal progetto alla sua realizzazi­one e lo stesso per il risanament­o di Tamburi e per la valorizzaz­ione dell’Arsenale; serve monitorare lo stato di avanzament­o degli acquisti di attrezzatu­re sanitarie da parte della Regione e la realizzazi­one dell’Ospedale San Cataldo; le opere portuali devono poter contare sulla realizzazi­one della Zona economica speciale Jonica; vanno utilizzati gli incentivi previsti dal Piano di riqualific­azione industrial­e.

Insomma, è ora che la politica si risvegli e torni a occuparsi costruttiv­amente di Taranto.

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