Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Cardarelli, addio ai furbetti del cartellino Da mercoledì via alle impronte digitali
Nuovo sistema marcatempo per i turni dei dipendenti. C’è anche l’ok del Garante della privacy
NAPOLI Da mercoledì i circa 3.000 dipendenti del Cardarelli non potranno più usare il classico badge a inizio e fine turno, l’unico modo di entrare ed uscire dal servizio sarà quello di poggiare il dito su un piccolo scanner che leggerà l’impronta digitale. Si passa finalmente al nuovo sistema, con buona pace di eventuali “professionisti del cartellino”.
Ad annunciare l’entrata in vigore del sistema è il direttore generale Ciro Verdoliva che, già da tempo, aveva avviato il procedimento necessario a chiudere una volta per tutte la questione. Lo sforzo è stato enorme: in circa un mese e mezzo l’ufficio del personale ha profilato le identità digitali dei 3.000 dipendenti, associando all’impronta del dito il numero di matricola. Un lavoro reso ancor più complesso dall’esigenza di acquisire i dati rispettando i diversi turni di lavoro.
Il Cardarelli non è il primo ospedale campano a scegliere il sistema delle impronte digitali, già il Ruggi d’Aragona di Salerno ha optato per questa tecnologia, ma di certo è l’azienda sanitaria con il maggior numero di personale in servizio. E dunque, questa rivoluzione riguarderà un numero enorme di dipendenti, per i quali è stato necessario riuscire a garantire la privacy. Il primo passo è stato proprio quello di chiedere, e di ottenere, il parere favorevole dell’Autorità garante. Parere che la direzione strategica dell’ospedale ha incassato ormai da tempo e nel quale si specifica come «l’obiettivo principale dell’installazione del sistema di rilevazione biometrica è di garantire che ogni dipendente registri l’inizio della prestazione lavorativa unicache mente per se stesso e non per altri colleghi». Insomma, per evitare che ci si possa trovare al cospetto di scene vergognose come quelle che al Loreto Mare fecero esplodere uno scandalo senza precedenti.
Del resto è stata l’indagine sui “furbetti del cartellino” ad offrire lo spunto necessario a virare drasticamente verso il sistema di impronte digitali. Un sistema che il presidente Vincenzo De Luca ha sempre visto di buon occhio, convinto che sia anche di tutela per la stragrande maggioranza dei dipendenti, quelli insomma in ospedale ci trascorrono gran parte del proprio tempo.
Piccola curiosità, al Cardarelli ci sono 8 dipendenti che potranno continuare ad usare il sistema tradizionale. Si tratta di persone per le quali l’impronta digitale non è risultata leggibile dallo scanner. E’ il caso, ad esempio, di un camice bianco con la passione del parapendio: un medico che ha le impronte talmente rovinate dai tiranti del paracadute da non poter essere identificato con i nuovi marcatempo.
L’avvio del sistema al Cardarelli fa tornare di grande attualità i problemi riscontrati alla Asl Napoli 1, dove la direzione generale è stata messa alle corde dal parere negativo del Garante. Eppure, proprio nella discussa Asl di Napoli il sistema potrebbe portare grandi benefici. Sarebbe importante a questo punto capire perché il Garante ha detto di no all’istallazione: visto che è difficile credere che si possa trattare di un diniego sul merito (altrimenti non ci sarebbe stato il via libera per il Cardarelli) viene da pensare che si tratti di un problema di forma o di tecnologia che si intende usare.
Intanto, sempre mercoledì, il Cardarelli lancerà un applicazione (e-Cupt) per smartphone, tablet e personal computer con la quale i cittadini potranno prenotare, differire o disdire le visite specialistiche delle quali hanno bisogno. «I cittadini — dice il direttore sanitario Franco Paradiso — potranno fruire di informazioni in tempo reale sulla disponibilità delle prestazioni sanitarie e sulla tempistica di erogazione delle prestazioni stesse».
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