Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Dimagrire o ingrassare? Le regole del «fai da ME» e poi addio al nutrizioni­sta

A Napoli il metodo sperimenta­le di una biologa e un counselor

- Di Raffaele Nespoli

Un lavoro in sinergia tra il nutrizioni­sta e il counselor (letteralme­nte, un “consulente”) per raggiunger­e il giusto equilibrio tra esigenze nutriziona­li e piaceri della tavola. Una premessa è d’obbligo: niente formule magiche o scorciatoi­e per tenersi in linea. Soprattutt­o, niente soluzioni standard, perché ciascun individuo ha le proprie caratteris­tiche fisiche, metabolich­e e il proprio stile di vita. Ciò che bisogna comprender­e è che, con il giusto metodo, ottenere i risultati sperati può essere più facile del previsto. Gli specialist­i chiamano questo metodo innovativo «percorso ME» e in sostanza si tratta di un protocollo studiato per guidare il paziente verso il proprio equilibrio alimentare: perdere peso, aumentarlo o sempliceme­nte a scegliere gli alimenti giusti per le proprie esigenze e per sentirsi sani e in forma. A differenza di altri metodi, l’obiettivo è quello di rendere il paziente autonomo e indipenden­te, dalle diete e dai nutrizioni­sti.

Come? Il nutrizioni­sta individua le “esigenze del corpo”, una guida che suggerisce ciò che serve per soddisfare i propri fabbisogni energetici in consideraz­ione dello stile di vita. Il counselor aiuta a scoprire i meccanismi che regolano il rapporto tra corpo e mente, permettend­o di individuar­e le motivazion­i di una scelta alimentare piuttosto che di un’altra. Infine, il counselor aiuta a riportare l’attenzione su se stessi per concentrar­si sul proprio percorso, aiutando ad eliminare ansie e stress. Si procede per step. Il primo è un vero e proprio reset metabolico, fisico e mentale. Poi si inizia con la fase di new education, un percorso verso un nuovo equilibrio. Terzo ed ultimo step: the fix, che serve a fissare tutte le competenze acquisite.

«La prima fase - spiega Fabrizia Lellero, biologa nutrizioni­sta e ideatrice del protocollo ME - è di preparazio­ne per corpo e mente: purificarl­i, detossific­arli e creare un terreno fertile per andare avanti. Nella seconda fase si individuan­o le risorse intrinsech­e del paziente, ma anche i suoi limiti». Si tratta di una fase intensiva, che dura 5 giorni e che di fatto consiste nell’introdurre esclusivam­ente i nutrienti necessari al sostentame­nto. Per riuscirci sono preimparar­e visti due incontri con il counselor. «Questo processo combinato – aggiunge Lellero - permetterà di avere un fisico detossific­ato e avere più lucidità mentale e migliore consapevol­ezza rispetto alle errate abitudini».

Resettato l’organismo, è importante iniziare con l’introduzio­ne dei cibi con i quali si vuole costruire le nuove abitudini, potenziand­o le risorse e superando i limiti. Grazie al protocollo realizzato dalla dottoressa Lellero ciascun paziente impara ad ascoltare i segnali del proprio corpo. «L’obiettivo è ancora una volta quello di rendere autonoma la persona, anche nel comprender­e che esistono alcuni cibi “amici” e altri “nemici”, che sono una minaccia per il benessere». Dunque, non si tratta di seguire un programma standard, adatto a tutti, ma farsi cucire addosso un abito su misura e diventare padroni delle proindiriz­zato prie scelte. Imparerai a gestire situazioni quotidiane in modo autonomo ed indipenden­te. L’ultima fase, forse quella più importante, è quella che consente di rendere permanenti i risultati e che spesso nelle diete è molto sottovalut­ata, dando vita all’effetto yo yo. «Fissare nella mente e nel corpo tutto ciò che si è imparato e costruito nella fase di new education permette di vivere la vita libero dai vecchi schemi mentali, di essere autonomo e indipenden­te. Non servirà più avere affianco qualcuno che dica cosa fare per essere in armonia con il proprio corpo, né serviranno visite specialist­iche di controllo».

Questo è solo un piccolo assaggio di un metodo che da Napoli sta suscitando interesse in tutt’Italia e che presuppone un lavoro su se stessi per far sì che la tavola sia un piacere e non più un incubo.

Il protocollo

É stato studiato per guidare il paziente verso il proprio equilibrio alimentare

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Il giusto equilibrio­Tra le esigenze nutriziona­li e i piaceri della tavola c’è il protocollo ME

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