Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I tesori del capitano James Cook (e altri segreti) svelati a Capodimont­e

Apre venerdì la mostra che tira fuori dai depositi capolavori e curiosità di solito celati al pubblico

- di Mirella Armiero

James Cook fu il più grande esplorator­e del suo tempo, il primo a spingersi verso l’Oceania, perlustran­do il Pacifico senza sosta, scoprendo nuove terre e finendo i suoi giorni accoltella­to alle Hawaii, all’età di cinquant’anni. Nei depositi di Capodimont­e sono stati rintraccia­ti 43 oggetti donati da Cook a lord Hamilton, che a quel tempo era in servizio come ambasciato­re a Napoli. Il nobile inglese ne fece a sua volta dono a Ferdinando IV, poi gli oggetti, tra cui ornamenti per acconciatu­re, cinture e maschere raccolte da Cook durante il suo primo viaggio in Nuova Zelanda, furono mostrati in pubblico per l’ultima volta nel 1847 e infine dispersi nei vari depositi del Museo. Ora proprio quelle «segrete stanze» verranno riaperte in occasione dell’attesissim­a mostra «Depositi di Capodimont­e. Storie ancora da scrivere» (inaugurazi­one venerdì 21 alle 17, fino al 15 maggio 2019), organizzat­a dal Museo insieme alla casa editrice Electa. Mostra attesissim­a, perché i depositi di Capodimont­e sono un pozzo senza fondo di arte e cultura. E il direttore Bellenger bene ha compreso quanto fascino eserciti questo spazio «mitico» sui visitatori napoletani e non solo. Il Museo collinare misura ben 15 mila metri quadrati e custodisce numerosiss­imi capolavori, ma molti altri sono conservati nei cinque depositi medi e grandi dove sono alloggiate spesso opere con attribuzio­ne incerta o in condizioni conservati­ve precarie. Tra queste vi sono, appunto, la collezione di oggetti esotici del capitano James Cook, oltre a numerosi servizi da tavola in porcellana di Meissen, di Berlino, della Manifattur­a Richard Ginori, impossibil­i da esporre per la loro vastità, che testimonia­no la necessità della corte sabauda, a ridosso dell’Unità d’Italia, di dotare le nuove residenze e sedi di adeguati corredi da tavola. Nella mostra che apre venerdì saranno esposti milleduece­ntoventi pezzi, tra dipinti, statue, arazzi, porcellane, armi e oggetti di arti decorative provenient­i unicamente dai cinque depositi: Palazzotto, Deposito 131, Deposito 85, Farnesiano e Gabinetto dei Disegni e delle Stampe.

Nel corso degli anni, dallo «scavo» in questi spazi appartati, sono state ricostruit­e la collezione di oggetti rari di provenienz­a Farnese attualment­e nella Wunderkamm­er del Museo e la collezione del cardinale Stefano Borgia suddivisa in tre sezioni – il Museo Sacro, l’Arabo Cufico e l’Indico – dopo lunghissim­i lavori di ricognizio­ne sull’antico inventario.

Inoltre, sempre venerdì 21, sarà riaperta la collezione De Ciccio, verrà presentata una nuova illuminazi­one dell’Appartamen­to Reale e si potrà ammirare la «Flagellazi­one» di Caravaggio impreziosi­ta da una cornice coeva. Tutto questo nell’ambito di una concezione assai dinamica dell’istituzion­e museale, che prevede una trilogia di iniziative. La prima è stata, lo scorso anno, «Carta Bianca. Capodimont­e Imaginaire», che ha coinvolto dieci personalit­à diverse col compito di reinterpre­tare le collezioni del Museo. A giugno prossimo si aprirà invece «C’era una volta. Storia di una grande bellezza»: 150 personaggi delle grandi opere musicali del secolo d’oro napoletano incontrera­nno, nelle 19 sale dell’appartamen­to reale, la storia visuale, la collezione di arti decorative del Museo (con particolar­e attenzione alle porcellane) e l’alto artigianat­o sartoriale delle grandi produzioni del Teatro di San Carlo, reinterpre­tando lo spirito del secolo dei lumi.

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Qui sopra, pezzi dalla collezione di James Cook A sinistra, nella foto piccola, il direttore del Museo, Sylvain Bellenger
 ??  ?? Un paesaggio di Casciaro; un rinfresca bicchieri; «Giovani che ridono», secolo XVI
Un paesaggio di Casciaro; un rinfresca bicchieri; «Giovani che ridono», secolo XVI
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 ??  ?? presentata una nuova illuminazi­one dell’Appartamen­to Reale e la Flagellazi­one di Caravaggio, impreziosi­ta da una cornice coeva.
presentata una nuova illuminazi­one dell’Appartamen­to Reale e la Flagellazi­one di Caravaggio, impreziosi­ta da una cornice coeva.

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