Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Premio Napoli» allo scrittore Giorgio Falco per la sua epopea tragicomica del lavoro Riconoscimento speciale a Maurizio de Giovanni
Narrativa, vince Giorgio Falco con la sua epopea del lavoro
Buio in sala. I versi di Erri De Luca raccontano un mare diverso: il «Mare nostro» un tempo grembo di accoglienza, luogo di incontro e di approdo, che oggi «abbiamo seminato di annegati più di qualunque età delle tempeste». È la notte dei vincitori. Al Premio Napoli 2018 trionfano Giorgio Falco, Francesco Merlo, Guido Mazzoni. Vincono l’attualità e i temi del nostro tempo nel romanzo di Falco che intreccia vicenda umana privata e dramma sociale, dove l’epopea del lavoro si smitizza e diventa l’esperienza tragicomica di un giovane alla ricerca del suo posto nel mondo.
Nella serata di gala condotta da Conchita Sannino al teatro Mercadante i vincitori della sessantaquattresima edizione: per la narrativa Giorgio Falco col romanzo «Ipotesi di una sconfitta» (Einaudi Stile Libero), nella stessa categoria erano candidati Michele Mari con «Leggenda privata» e Davide Orecchio con «Mio padre la rivoluzione»; per la sezione poesia Guido Mazzoni con «La pura superficie» (Donzelli) in finale con Mariano Baino e il suo «Prova d’inchiostro e altri sonetti», ed Elio Pecora con «Rifrazioni»; per la sezione saggistica Francesco Merlo con «Sillabario dei malintesi» (Marsilio) in gara con Donatella Di Cesare con «Stranieri residenti», e Matteo Vegetti con «L’invenzione del globo».
Aria di festa nella notte dei vincitori, perché il Premio Napoli è letteralmente un riconoscimento popolare assegnato dai lettori. Sono stati circa 1300 i giudici, lettori singoli o raggruppati in comitati, che hanno espresso la loro preferenza, scegliendo il vincitore nella terna selezionata, per ciascuna sezione, dalla giuria tecnica composta da 15 membri e presieduta da Domenico Ciruzzi, presidente della Fondazione Premio Napoli. Sul palco si sono alternati i protagonisti delle terne che hanno dialogato con Mirella Armiero, Ida Palisi e Pierluigi Razzano.
Assegnati i riconoscimenti speciali: Premio Internazionale alla scrittrice statunitense di origine indiane, Jhumpa Lahiri; Premio Cultura all’attore Renato Carpentieri; Premio Napoletani Illustri a Maurizio de Giovanni.
Si chiude così circa un anno di attività per la Fondazione Premio Napoli, che si propone di comunicare il valore della lettura al territorio, creando una rete di relazioni virtuose e spingendosi tra la gente, privilegiando le periferie e i quartieri a rischio. Tra i comitati di lettura ci sono l’associazione dei Maestri di strada, il Centro Mamu di Ponticelli, i giovani studenti delle scuole, dove si sono insediati circa 80 comitati di lettura, i reclusi nel penitenziario di Secondigliano per i quali la Fondazione ha avviato laboratori di poesia e di scrittura creativa, ultimo tassello di un lavoro iniziato da più di quindici anni con il coinvolgimento dei penitenziari napoletani nei «Gruppi di lettura».
Tutti i finalisti sono stati impegnati in un ciclo di incontri con lettori, studenti, carcerati, ed è questa la parte più costruttiva del premio alla quale la Fondazione si dedica col massimo impegno. Vincono dunque i lettori, vince Napoli, grazie al Premio, nostrano fin dal suo nome che, ribaltando le logiche di altri importanti riconoscimenti nazionali, rappresenta un modello unico perché nasce ed è sostenuto da soggetti pubblici (Comune, Regione, Città Metropolitana) e affida alla giuria popolare il verdetto finale. E una vittoria non da poco è quella del presidente Ciruzzi che ha risolto positivamente il contenzioso per i locali a Palazzo Reale della Fondazione che erano a rischio di sfratto esecutivo dal 1992. La Fondazione Premio Napoli resterà quindi in via definitiva nella sua sede attuale da cui rilancia il progetto di dialogo con la città.
«Ora - promette Ciruzzi possiamo guardare al futuro del Premio con ottimismo rinnovando l’impegno di lavorare sul senso di comunità interloquendo con le Istituzioni in armonia. In questo senso è importante il ruolo che assume la sede a Palazzo Reale non più simbolo del potere ma casa aperta a tutti, laboratorio di idee che aiuti i talenti delle nuove generazioni a esprimersi e a emergere».
Nel pomeriggio di oggi, infine, alle ore 18 a Palazzo Reale, incontro con la scrittrice Jumpha Lahiri, insignita del Premio Internazionale, intervistata da Domenico Starnone. E la festa continua.
Il libro
Nel romanzo l’attualità e i temi del nostro tempo. Al centro l’esperienza tragicomica di un giovane alla ricerca del suo posto nel mondo