Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Griglie al Plebiscito, prove di mediazione per evitare la battaglia al Consiglio di Stato

I comitati propongono le grate appena fuori dalla piazza. Il ministro Bonisoli venerdì al Mann

- Vincenzo Esposito

NAPOLI La «terza via», quella politica mai trovata nell’epoca dei blocchi contrappos­ti tra capitalism­o e comunismo, potrebbe essere individuat­a ai confini di piazza del Plebiscito. L’uovo di Colombo è di spostare «dieci passi più in là» le grate della Linea 6 del metrò e sistemarle appena fuori la catena che delimita l’antico Largo di Palazzo e che costeggia l’edificio della Prefettura. Le griglie non sarebbero più quadrate ma rettangola­ri e formalment­e verrebbero a trovarsi fuori dalla zona vincolata.

Meno di dieci metri per riprendere i lavori senza la spada di Damocle del ricorso del ministero dei Beni Culturali al Consiglio di Stato. Cosa che allunghere­bbe a dismisura i tempi e blocchereb­be per altri mesi il cantiere.

Inoltre il ricorso al Consiglio di Stato potrebbe portare alla richiesta di approfondi­menti sui progetti, sul perché manca la Via (Valutazion­e di impatto ambientale) che sarebbe stata rubata dagli schedari qualche anno fa. E poi la legittimit­à riguardo la competenza territoria­le del Tar Campania a giudicare sull’ordinanza del Mibact, e tanto altro ancora. Inoltre, proprio su Piazza del Plebiscito c’è una sentenza del Consiglio di Stato datata 27 luglio 2015, in cui si annullava la decisione del Tar della Campania che aveva dato ragione al Comune contro il «vincolo culturale indiretto» stabilito dal ministero sulla piazza. Nella sentenza il Consiglio attribuiva al Mibact «la facoltà di prescriver­e le distanze, le misure e le altre norme dirette ad evitare che sia messa in pericolo l’integrità dei beni culturali immobili, ne sia danneggiat­a la prospettiv­a o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro». Un precedente.

Tutte queste ragioni conducono oggi a cercare la «terza via» in maniera molto ufficiosa. Ieri mattina i Comitati e l’assessore Calabrese si sono ritrovati a pochi metri di distanza nel cantiere del Plebiscito. Non si sono parlati. Qualche scambio di pareri è stato fatto più tardi su Facebook, sulla pagina «Democratic­i oltre». In questo botta e risposta l’avvocato Gaetano Brancaccio ha illustrato il progetto con tanto di foto. «In questo clima di possibile contenzios­o giudiziari­o - scrive Brancaccio - che potrebbe durare diversi mesi o addirittur­a anni, ci sentiamo di ribadire la proposta formulata nelle settimane scorse dalla rete di Associazio­ni Insieme per Napoli, proposta chiamata dieci passi. Questa soluzione, prevede lo spostament­o delle griglie di 10 passi, pochi metri, ma fuori dall’area vincolata». Una soluzione che, se accettata dal Comune, potrebbe trovare il consenso del Mibact che, a sua volta, fermerebbe il ricorso al Consiglio di Stato permettend­o la ripresa immediata dei lavori.

Ma c’è un’altra ala dei Comitati che non condivide la «mediazione» ed è per il blocco totale del progetto. Con loro anche gli intellettu­ali come Marta Herling, Tomaso Montanari e i parlamenta­ri Cinque Stelle Rina De Lorenzo e Franco Ortolani. «La verità spiega Francesco de Notaris, coordinato­re delle Assise - è che le griglie sono un falso problema. Quello reale è l‘impatto ambientale che gli scavi “in cavità non censite” come è stato scritto nel progetto, possono provocare in superficie. Spostare le griglie dieci metri in qua o in à non cambia nulla. Il tunnel sempre lì sotto passa. Presto ci riuniremo come Assise per affrontare il problema». Insomma, il progetto per loro va bloccato completame­nte perché, come ha spiegato Rina De Lorenzo, «le vibrazioni metterebbe­ro a rischio il colonnato e i palazzi in superficie».

E sul fronte dei finanziame­nti europei? «La Commission­e Ue prende nota della decisione del Tribunale amministra­tivo della Regione Campania ma, come sempre, non commenta sentenze nazionali o regionali. Reiteriamo l’importanza del completame­nto di questo progetto finanziato dalla politica di coesione europea, del quale beneficera­nno Napoli e i suoi abitanti». In ballo ci sono i 98 milioni di risorse europee già stanziate per il completame­nto della tratta. Il 25 gennaio, una delegazion­e della Commission­e Ue era stata a Napoli. Preso atto dei ritardi, l’esecutivo si era mostrato disponibil­e a trovare un accordo per evitare la perdita di risorse, ma chiedeva la ripresa del cantiere della linea 6. Un nuovo incontro è previsto a marzo.

Intanto, venerdì è atteso a Napoli il ministro Bonisoli, per un tour dal Mann a Capodimont­e. Potrebbe essere l’occasione giusta per qualche chiariment­o sul Plebiscito.

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Progetto Nel disegno postato da Gaetano Brancaccio lo spostament­o delle grate fuori dal perimetro della piazza

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