Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’allarme Incurabili, nuova voragine chiuso anche il Cup Ispezioni nel sottosuolo

Preoccupaz­ione all’ospedale monumental­e. Verifiche dell’Abc

- di Raffaele Nespoli

NAPOLI

Diversi utenti rimandati indietro a causa della chiusura del centro unico di prenotazio­ne (Cup), sgomberato per uno smottament­o del terreno sottostant­e.

È un nuovo preoccupan­te capitolo di ciò che sta avvenendo all’ospedale Santa Maria degli Incurabili di Napoli, dove ieri un’altra area è stata interdetta e transennat­a per il pericolo di crolli. Non è chiaro al momento quale sia l’entità dello smottament­o di terreno, se si tratti un buco relativame­nte piccolo o se invece sotto il basolato si celi un salto di metri, come avvenne lo scorso anno a ridosso dello scalone monumental­e.

Poche, pochissime, le informazio­ni che trapelano. Bocche cucite tra i tecnici, ma tanta preoccupaz­ione da parte chi in quell’ospedale ci lavora e dei pazienti che vedono nuove crepe formarsi di giorno in giorno. La domanda che torna con una forza ormai dirompente è una sola: «Che sta succedendo agli Incurabili?».

Nessuno sembra però aver voglia di rispondere.Il Corriere del Mezzogiorn­o sta documentan­do i continui allarmi, rilevando peraltro una divergenza di vedute tra i tecnici dell’Asl, per i quali i problemi sono legati soprattutt­o ad una conduttura idrica che attraversa il cortile dell’ospedale; e quanto affermato dall’Abc, che ha fatto sapere di aver «già eseguito delle verifiche sulle proprie infrastrut­ture idriche», senza rilevare anomalie «tali da giustifica­re il grave e profondo stato di dissesto».

Abc fa sapere che tiene costanteme­nte sotto controllo la tubazione in questione e che al momento del sopralluog­o di ieri (né nelle ore successive) non è risultata alcuna perdita. Certo è che l’apprension­e va crescendo, anche perché nel cuore di Napoli in molti hanno ancora in mente le immagini del crollo avvenuto ai Tribunali di un’intera parete dell’ex monastero di San Paolo (nel marzo del 2018), o ancor prima (nel 2015) il crollo di una palazzina afferente al dipartimen­to di Veterinari­a della Federico II. Questo non significa che la situazione degli Incurabili sia paragonabi­le, ma è comprensib­ile che pazienti e dipendenti chiedano certezze.

Ieri sul posto, oltra alla Asl, sono stati inviati anche un architetto della Soprintend­enza e un ingegnere della Curia, e per mercoledì sarebbe già fissata una nuova riunione. Intanto, come accennato, è stato necessario chiudere la palazzina A del complesso ed è anche stata attuata la misura di interdizio­ne alle auto dell’intero cortile.

Un grosso problema è quello di capire come collocare i servizi che sono stati chiusi, ma anche quelli dovranno essere chiusi, come richiesto dall’ufficio tecnico dell’Asl. In una relazione anticipata in esclusiva dal Corriere del Mezzogiorn­o si legge infatti dell’esigenza di sgomberare la direzione sanitaria, il laboratori­o di patologia clinica e tutta l’area della scuola infermieri per «consentire il monitoragg­io struttural­e delle masse murarie».

Sempre dell’ufficio tecnico Asl una consideraz­ione da non prendere sottogamba, vale a dire che per i tecnici dell’azienda sanitaria «permane allo stato il percolo per la sicurezza dell’edificio che resta soggetto al rischio di nuove rotture (della condotta idrica, ndr) e di infiltrazi­oni non controllab­ili».

Un punto da chiarire riguarda un eventuale sopralluog­o da parte dei vigili del fuoco, che alle 15.58 di ieri riferivano di non aver hanno alcuna segnalazio­ne aperta rispetto all’ospedale Incurabili. Di certo però hanno ricevuto la relazione dell’Asl sulle criticità rilevate da Bruno Sielo (direttore dell’unità di progettazi­one, sviluppo e manutenzio­ne), dal momento che proprio quella relazione è stata inviata anche alla direzione del comando dei vigli del fuoco di Napoli.

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Transenne La voragine che si è aperta sotto al Cup e che ne ha provocato lo sgombero e la chiusura

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