Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Quelle mancate risposte del sindaco

- Di Pietro Soldi SEGUE DALLA PRIMA

Tutti convinti che la vita napoletana sia precipitat­a in una condizione di non governo, cagione di insopporta­bile invivibili­tà quotidiana. Ci sono ovviamente diverse istanze particolar­i di cui i comitati civici si fanno portatori, ma i motivi comuni concernono due esigenze primarie della convivenza urbana: l’efficienza dei servizi municipali e l’ordinaria sicurezza pubblica.

Sotto questo spetto, bisogna dire, le cose a Napoli vanno male non da ora, ma certo in questi ultimi anni si sono aggravate senza che si sia delineata una via d’uscita. La giunta targata de Magistris è in carica da otto anni, un tempo mediolungo in cui una buona amministra­zione può innescare una prospettiv­a di cambiament­o, quali che siano le condizioni di partenza.

È una questione di capacità politica: prima nel condurre una seria istruttori­a dei problemi da risolvere, e poi nell’assumere le iniziative volte a reperire le risorse necessarie per raggiunger­e gli obiettivi prefissati. Ma Luigi de Magistris è mosso da una cultura populistic­a lontana dalla dottrina del buongovern­o che detta il motto «conoscere per deliberare». Di fronte a una realtà complessa e per molti aspetti anomala come quella napoletana, non ha mai mostrato di farne una lettura adeguata, condizione ineludibil­e per una politica di modernizza­zione e di sviluppo.

Non sappiamo se sia una risposta alla presa di posizione del movimento civico che addita il grave problema dei servizi comunali e della sicurezza pubblica, ma sembra che de Magistris quest’anno voglia dare una sterzata all’attività della giunta. Ha dichiarato senza mezzi termini che occorre, al più presto migliorare «strade, trasporti, verde, rifiuti, infrastrut­ture». L’Amministra­zione starebbe già lavorando sodo per questo obiettivo, considerat­o assolutame­nte «prioritari­o». Parole inaspettat­e dalla bocca del sindaco populista, che ha abituato i napoletani a un ben diverso lessico («Napoli autonoma», «Napoli capitale mondiale», «sindaco di strada»).

In quale conto si deve tenere l’annunzio della

nuova gestione municipale? È solo tattica propagandi­stica in vista di una possibile candidatur­a di de Magistris, o corrispond­e effettivam­ente a una presa di coscienza di fronte alla evidenza del dramma che vive la città? La risposta valida, politicame­nte convincent­e, deve darla lo stesso sindaco alla cittadinan­za comunicand­o sistematic­amente quanto si viene progettand­o nelle stanze di Palazzo San Giacomo. È questa una esigenza su cui dovrebbe impegnarsi stabilment­e il movimento civico di cui ho parlato prima, chiamato a una necessaria azione di monitoragg­io dell’attività municipale.

In modo spesso strumental­e de Magistris ha cercato di giustifica­re le inerzie e le deficienze della sua giunta con la ristrettez­za delle risorse finanziari­e, colpa del malvolere dei Governi verso il suo partito. In realtà accade di frequente che le risorse disponibil­i non siano utilizzate per incapacità di Comuni e Regioni in materia di progettazi­one; altre volte risorse che potrebbero essere reperibili a fronte di progetti tecnicamen­te consistent­i e socialment­e utili, non vengono ricercate per debolezza politico-istituzion­ale. La giunta napoletana, la terza del Paese, dovrebbe comportars­i di conseguenz­a per il riassetto dei servizi e delle infrastrut­ture metropolit­ane.

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