Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Quelle mancate risposte del sindaco
Tutti convinti che la vita napoletana sia precipitata in una condizione di non governo, cagione di insopportabile invivibilità quotidiana. Ci sono ovviamente diverse istanze particolari di cui i comitati civici si fanno portatori, ma i motivi comuni concernono due esigenze primarie della convivenza urbana: l’efficienza dei servizi municipali e l’ordinaria sicurezza pubblica.
Sotto questo spetto, bisogna dire, le cose a Napoli vanno male non da ora, ma certo in questi ultimi anni si sono aggravate senza che si sia delineata una via d’uscita. La giunta targata de Magistris è in carica da otto anni, un tempo mediolungo in cui una buona amministrazione può innescare una prospettiva di cambiamento, quali che siano le condizioni di partenza.
È una questione di capacità politica: prima nel condurre una seria istruttoria dei problemi da risolvere, e poi nell’assumere le iniziative volte a reperire le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati. Ma Luigi de Magistris è mosso da una cultura populistica lontana dalla dottrina del buongoverno che detta il motto «conoscere per deliberare». Di fronte a una realtà complessa e per molti aspetti anomala come quella napoletana, non ha mai mostrato di farne una lettura adeguata, condizione ineludibile per una politica di modernizzazione e di sviluppo.
Non sappiamo se sia una risposta alla presa di posizione del movimento civico che addita il grave problema dei servizi comunali e della sicurezza pubblica, ma sembra che de Magistris quest’anno voglia dare una sterzata all’attività della giunta. Ha dichiarato senza mezzi termini che occorre, al più presto migliorare «strade, trasporti, verde, rifiuti, infrastrutture». L’Amministrazione starebbe già lavorando sodo per questo obiettivo, considerato assolutamente «prioritario». Parole inaspettate dalla bocca del sindaco populista, che ha abituato i napoletani a un ben diverso lessico («Napoli autonoma», «Napoli capitale mondiale», «sindaco di strada»).
In quale conto si deve tenere l’annunzio della
nuova gestione municipale? È solo tattica propagandistica in vista di una possibile candidatura di de Magistris, o corrisponde effettivamente a una presa di coscienza di fronte alla evidenza del dramma che vive la città? La risposta valida, politicamente convincente, deve darla lo stesso sindaco alla cittadinanza comunicando sistematicamente quanto si viene progettando nelle stanze di Palazzo San Giacomo. È questa una esigenza su cui dovrebbe impegnarsi stabilmente il movimento civico di cui ho parlato prima, chiamato a una necessaria azione di monitoraggio dell’attività municipale.
In modo spesso strumentale de Magistris ha cercato di giustificare le inerzie e le deficienze della sua giunta con la ristrettezza delle risorse finanziarie, colpa del malvolere dei Governi verso il suo partito. In realtà accade di frequente che le risorse disponibili non siano utilizzate per incapacità di Comuni e Regioni in materia di progettazione; altre volte risorse che potrebbero essere reperibili a fronte di progetti tecnicamente consistenti e socialmente utili, non vengono ricercate per debolezza politico-istituzionale. La giunta napoletana, la terza del Paese, dovrebbe comportarsi di conseguenza per il riassetto dei servizi e delle infrastrutture metropolitane.