Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Calabrese: andiamo avanti per recuperare tempo Le modifiche sono possibili
L’assessore: il Tar ci ha dato ragione e noi cominciamo da questo
gioni a statuto ordinario. Avendo constatato che l’impresa appariva troppo complicata perché la Costituzione, per essere modificata, ha bisogno di una procedura lunga e difficile con l’insidia finale del referendum, ha ripiegato su una formula meno complicata.
Ricordo che gli ultimi due referendum, quello relativo alla riforma di Renzi e quello precedente, relativo alla riforma di Bossi, che gli italiani, semplificando, avevano definito il referendum della «devolution», ebbero un esito infausto per entrambi i promotori.
Ma in cosa consiste questo improvviso ripiegamento? Ha chiesto di utilizzare il terzo comma dell’articolo 116 quello che permette di ottenere «Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia...».
Tale procedura parlamentare permette di ottenere lo scopo attraverso una legge ordinaria da approvare a maggioranza assoluta dei parlamentari. Una legge che nessuno conosce.
Comunque un meccanismo istituzionale che gli permette di acquisire la gestione diretta di addirittura 23 materie. Tante ne ha chieste. Naturalmente con relative risorse, una direzione diversa vedremo. Il nostro riferimento resta il Tar, che si è espresso con molta chiarezza».
Dunque i lavori riprendono in base al progetto di piazza Plebiscito.
«Al momento non abbiamo indicazioni diverse. Poi, ripeto, piccole variazioni sono possibili ed espressamente consentite dal codice degli appalti. Dunque nulla impedisce di fare una serie di valutazioni in questo senso».
Il ministro Bonisoli si dice ottimista, auspicando una soluzione condivisa.
«Ripeto, noi ragioniamo sui fatti di fronte ai quali ci troviamo, dunque la sentenza, e abbiamo da sempre manifestato apertura. Il sindaco aveva chiesto un incontro al ministro Bonisoli, che non gli
da trattenere direttamente dal gettito fiscale della propria Regione, notoriamente molto alto.
Solo che se questa impresa andasse in porto, e le condizioni ci sono tutte, se le Regioni del Nord si appropriassero unilateralmente del bottino del gettito fiscale prodotto nel proprio territorio salterebbe il fondo perequativo che tiene in vita le aree deboli.
In una parola salterebbe il Mezzogiorno. Salterebbe la lettera m del secondo comma dell’articolo 117 della Costituzione. Quello relativo alla «determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale».
Per quanto possa sembrare paradossale, le condizioni per il successo dell’operazione politica ci sono tutte. Malgrado il M5S abbia ottenuto il 47 per cento dei consensi nel Sud, è possibile che, per via del famoso contratto, voti una legge terrificante per l’intero Mezzogiorno, che annienta ogni possibilità di sviluppo, lo rende periferico ed estraneo al resto del Paese.
Con l’elusione dell’articolo 67 salta il concetto di libertà in un «libero» Parlamento, è mai stato accordato. L’avvocatura comunale, che ha ricevuto la sentenza con cui il Tar ha accolto in pieno il nostro ricorso contro lo stop del cantiere, ha inoltrato il documento ai servizi comunali competenti e non credo passeranno molti giorni prima della nuova partenza. Se ci sarà da fare qualche piccola modifica, che comunque solo la Soprintendenza potrà valutare, saranno prese in considerazione le ipotesi avanzate senza alcuna preclusione. A patto, ovviamente, che si rispettino tempi, costi e compatibilità tecniche. E fermo restando la necessità, riportata nel progetto, di utilizzare il manufatto già esistente in piazza del Plebiscito».
” Non ci siamo mai detti contrari a piccole variazioni, anche se riteniamo che l’area scelta per il cantiere sia quella meno impattante
con l’applicazione del terzo comma dell’articolo 116, nella forma richiesta dal presidente Zaia, salta l’unità del Paese.
Le ragioni di Zaia possono apparire comprensibili, ma per noi del Sud, sono francamente la fine di ogni speranza e di ogni sogno. Salterebbe l’idea stessa di Nazione. Con l’autonomia differenziata si assisterebbe ad uno strappo radicale dello stare assieme. L’autonomia è una sanzione delle differenze e rende definitive le differenze e gli squilibri. Per noi al Sud è inaccettabile.
Purtroppo, credo questo tema di rilievo costituzionale risenta di un clima storico di sottovalutazione, d’indifferenza, o peggio ancora di crescente incompetenza, nonostante alcune importanti manifestazioni d’intenti registratesi di recente a Napoli, dove docenti universitari e autorevoli rappresentanti del mondo dell’industria hanno tentato di dare rilievo a ciò che nell’opinione pubblica rischia, invece, di non avere rilievo.
Restare inermi di fronte a tutto ciò equivale a commettere un peccato politico imperdonabile.