Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il ministro: scuole del Sud, non servono più soldi
L’ira dei sindacati oggi in piazza a Roma: «Da Bussetti parole inqualificabili e offensive»
Almeno non gli difetta schiettezza: la scuola del Mezzogiorno dovrà rassegnarsi a cavarsela senza finanziamenti aggiuntivi.
Eppure Bussetti, durante la sua visita nelle scuole di Afragola e Caivano aveva chiarito: «Vogliamo essere vicini ai territori in tutta Italia, al Nord come al Sud. Senza distinzioni». Dichiarazioni che mal si conciliano a giudizio dei sindacati con la chiusura dei rubinetti sui finanziamenti.
Tanto che Filippo Sica, segretario regionale della Cgilscuola definisce «inqualificabili, offensive e addirittura eversive» le parole di Bussetti. «Il ministro — incalza — sappia che non è un optional, ma un suo preciso dovere costituzionale garantire l’eguaglianza effettiva delle risorse del sistema scolastico e della ricerca da Nord a sud del Paese. Oggi saremo in tanti alla manifestazione di Roma per ricordarglielo, la verità è che questo governo non ha un progetto per il Paese».
Non fa sconti nemmeno la segretaria regionale Cisl Rosanna Colonna: «Questo è solo un assaggio di ciò che ci attende con il regionalismo differenziato, andrà ancora peggio. Come fa il ministro a chiederci più impegno? Ma lo sa che servono risorse per il tempo pieno che qui al Sud arriva a un terzo delle ore lezione del Nord? Noi comunque ci opponiamo a una guerra tra istituti e tra aree geografiche. L’istruzione pubblica è un valore nazionale condiviso e tale deve rimanere, perciò siamo preoccupati dal regionalismo differenziato e lo diremo oggi in piazza».
Dura anche la reazione di Maria Palladino, consigliere nazionale Uil-scuola: «Parole gravi quelle del ministro. Non tengono conto della professionalità e dell’impegno di docenti che lavorano in aree a rischio, con un alto tasso di criminalità e dispersione, in contesti di alta difficoltà sociale. Noi abbiamo scuole che restano senza riscaldamenti, fatiscenti, senza carta igienica, ma come si fa a contestare l’impegno della categoria?»
Per Palladino «occorre smetterla con il dualismo Nord-Sud, dobbiamo restituire dignità al sistema educativo a partire dalla stabilizzazione dei precari. Ci opporremo a ogni tentativo di regionalizzare l’istruzione a svantaggio delle aree più deboli».
L’appello
«Dovete anche credere di più in voi stessi. Nelle vostre eccellenze, ci vuole impegno»