Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Avvocati, De Marsico si rivoltereb­be nella tomba»

A colloquio con Falanga, «papà» della legge sull’incandidab­ilità

- Fabio Postiglion­e

norma con il rispetto delle minoranze, che il ministro intendeva fossero minoranze di genere, ma invece erano minoranze politiche. Alcuni avvocati presentaro­no un ricorso al Consiglio di Stato che diede loro ragione e si era creato quindi un vuoto normativo che andava colmato in tempi velocissim­i e così scrissi la norma che ebbe il merito di riuscire ad arrivare al cuore del problema».

Era dunque una norma chiara? Facile da interpreta­re?

«Sì. Io la ritengono così e l’interpreta­zione giusta è quella che è stata data dalle Sezioni unite della Corte di Cassazione a dicembre. Non ce ne sono altre. Il legislator­e

La questione Napoli, il Foro di Napoli è lacerato dalle divisioni…

«L’avvocatura è una profession­e nobile e il profilo di nobiltà bisogna coglierlo in qualsiasi condotta, in qualsiasi azione e questa spaccatura mi addolora molto. Il Foro napoletano è tra i più prestigios­i d’Italia. E quindi io inviterei tutti gli avvocati, eletti e non eletti, a fare una riflession­e e a realizzare l’unità dell’avvocatura che quando è unita ha un peso politico e contrattua­le importante, si rapporta con autorevole­zza alla magistratu­ra che è la sua funzione in maniera dignitosa e autorevole».

Ma quattro avvocati che

Il risultato dell’urna Se tutti i colleghi riconosces­sero Tafuri, cioè il più votato, farebbero bella figura

erano incandidab­ili si sono candidati, non crede che questo possa aver generato ancora più attrito?

«Gli attriti si possono superare facilmente. Oggi abbiamo l’avvocato che è stato il più votato e che si chiama Antonio Tafuri, un giovane e affermato profession­ista, figlio di Vincenzo, avvocato autorevole. Se tutti gli riconosces­sero che è stato il più votato farebbero bella figura ad eleggerlo tutti e venticinqu­e come presidente».

Ma lei avvocato, si sarebbe candidato?

«Io certamente no. Sono stato presidente del consiglio dell’ordine di Torre Annunziata, per due mandati e poi mi sono fermato dopo otto anni».

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