Corriere del Mezzogiorno (Campania)
In 10 mila da Napoli: «Lavoro e servizi Governo assente»
Diecimila «no» al Governo La Campania in piazza
NAPOLI Era ancora notte quando centinaia di autobus sono partiti dalle più svariate località della Campania, soprattutto dalle città capoluogo di provincia in direzione Roma per portare almeno 10 mila lavoratori aderenti alle sigle dei sindacati confederali di Cgil, Cisl e Uil e prendere parte così alla manifestazione nazionale indetta in disaccordo con le politiche economiche del Governo gialloverde.
«Siamo soddisfatti per la massiccia partecipazione dei lavoratori dalla Campania – spiega al ritorno da Roma, Giovanni Sgambati, segretario generale regionale della Uil – abbiamo dato a questo governo un segno ben preciso ed una richiesta inequivocabile di ascoltare le proposte del sindacato per le tematiche sociali ed economiche». «È certo – aggiunge Sgambati – che qualora neanche la presenza di 200 mila persone a Roma abbia indotto il governo ad un cambio di passo nei nostri confronti, presto o tardi per farci ascoltare le persone a scendere in strada potrebbero decuplicarsi. Il grido della piazza va ascoltato, così il parere dei lavoratori». «Questo - conclude il numero uno della Uil Campania - ci impone di dare continuità alla nostra iniziativa che non è contro il governo ma per sostenere ragioni del lavoro e dello sviluppo e quindi saremo impegnati nelle prossime giornate a riproporre la centralità del Mezzogiorno come grande incompiuta. A contrastare l’ipotesi di autonomia differenziata come già fatto la categoria della scuola nazionalmente e sosterremo con convinzione l’iniziativa dell’Unione industriali e Università Federico II». «Siamo scesi in piazza a Roma, con Cisl e Uil – sottolinea invece il segretario generale della Cgil di Napoli, Walter Schiavella - per rivendicare una diversa politica economica del governo, con scelte che siano in grado di far crescere il Paese, ma anche per denunciare i rischi concreti di una secessione di fatto, derivanti dall’autonomia differenziata». «Un pericolo vero - precisa Schiavella per la tenuta dell’intero Paese. Diritti fondamentali come quelli della salute e dell’istruzione, costituzionalmente garantiti, vengono messi in discussione al sud e renderanno ancora più insopportabili gli squilibri e le distanze già esistenti tra le varie aree del Paese. C’è bisogno di un vero riequilibrio delle risorse che garantisca i livelli essenziali di assistenza sanitaria e sociale e di quelli delle prestazioni dei principali servizi, a partire dai trasporti. È questa l’unica strada per far ripartire la crescita economica e sociale del Paese». «E’ stata una delle manifestazioni unitarie più coinvolgente degli ultimi 15 anni. Per tre motivazioni – commenta Doriana Buonavita, segretaria generale della Cisl Campania - Oltre a quella politica contenuta nella piattaforma per far sì che il governo cambi le scelte economiche e riapra il confronto verso un modello di sviluppo del paese fondato sulla sostenibilità sociale e ambientale, sulla solidarietà nazionale, sullo sviluppo, crescita ed occupazione, quello che è emerso è stato anche un profondo e corretto senso di unità sindacale, oltre ad un’ affluenza di persone che è andata oltre ogni legittima aspettativa».
Da Napoli, ma anche dalla provincia e da Caserta sono partiti all’alba anche quasi mille metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm. «Sette pullman con 350 metalmeccanici della Uilm sono partiti dalla Campania – sottolinea Antonio Accurso, segretario generale della Uiolm Campania - per unirsi alle migliaia di lavoratori che si sono mobilitati verso Roma, per pretendere ascolto dal governo. Chiediamo investimenti e lavoro prima di ogni altra cosa». Durante il corteo dei campani il più bersagliato dai cori è stato il compaesano ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio. «Proprio lui – dicono i lavoratori di Napoli – dovrebbe sapere che cosa vuol dire favorire il Nord a discapito del Sud. Per governare insieme a Salvini ha dimenticato la sua gente».