Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Incurabili, cedono le fondamenta» Rischi anche per la Farmacia-museo
Relazione dei vigili del fuoco: «Davanti al Cup smottamento di due metri»
NAPOLI È a dir poco allarmante il quadro che emerge dall’ispezione realizzata nella mattinata di venerdì dai vigili del fuoco all’ospedale Incurabili di Napoli. Nella relazione inviata alla Asl si legge infatti di uno sprofondamento di circa due metri lineari dell’area antistante l’accesso al padiglione Cup. Ma il passaggio più grave è quello che mette in luce le «profonde e marcate lesioni all’interno della stessa ala, con un quadro fessurativo che segnala un cedimento in atto in fondazione».
L’inchiesta del Corriere del Mezzogiorno sui rischi di crollo che ci sono nello storico ospedale partenopeo si arricchisce così di un documento essenziale, una presa di coscienza rispetto ad un problema forse troppo a lungo sottovalutato dai vertici dell’Asl Napoli 1. Il verbale dei vigili del fuoco amplia poi lo scenario all’ala adiacente alla storica Farmacia degli incurabili. Lo stesso quadro fessurativo riguarda i locali ecclesiastici della Compagnia dei Bianchi e alcuni locali confinanti. Che non si tratti di “vecchie crepe”, come pure qualcuno cerca di sostenere minimizzando, lo testimonia il fatto che i vigili del fuoco descrivano «lesioni comparse di recente» anche nell’ala di fabbricato posta a destra della Farmacia. Stando così le cose, altre alle interdizioni già stabilite, la Asl ha dovuto chiudere il laboratorio di patologia clinica e sono stati resi inagibili diversi appartamenti. I vigili chiedono una verifica urgente e il monitoraggio delle fessure e delle condizioni statiche del piano di fondazione. La speranza è che ora ci si ricordi anche del valore artistico della struttura, un valore che vede in Gennaro Rispoli e i suoi gli unici custodi.
A chiunque ami l’arte fa male al cuore immaginare possibili crolli, o vedere lo stato di degrado nel quale versa (tanto per dirne una) il Chiostro della Maternità. Sotto i cinquecenteschi affreschi della scuola di Paolo Brill, abbandonati nell’incuria più assoluta, campeggia un cumulo di immondizia dal quale affiora addirittura un bidet. Poi ci sono le domande che tutti si pongono. Una su tutte (alla quale la Asl diretta sino a ieri da Mario Forlenza non ha ancora dato risposta) è se in queste condizioni sia possibile considerare gli Incurabili un ospedale sicuro. Diversi elementi farebbero propendere per un deciso no. Tra i più “banali” c’è la questione delle certificazioni: in primis antincendio, antisismica e impianti elettrici. Certificazioni che l’ospedale non può avere, come del resto molti altri presidi dell’Asl Napoli 1 Centro. Un problema solo burocratico? Forse. Ma non lo è quello che riguarda la fornitura di corrente elettrica.
Fonti ufficiose riferiscono infatti che la cabina elettrica, che è il cuore dell’ospedale, si trova al di sotto di un’ala dichiarata inagibile da tempo. Si tratta dell’area che accoglieva i reparti di Ginecologia e Ostetrica. Sulla parete una profonda crepa che passa da parte a parte, e nonostante sia passato molto tempo non risulta che la Asl abbia messo in sicurezza la zona che, infatti, resta inagibile. Cosa accadrebbe se la struttura collassasse sulla cabina elettrica dell’ospedale? Secondo alcuni tecnici si potrebbe avere un blackout totale, anche nelle camere operatorie visto che il gruppo elettrogeno di emergenza è sistemato nella stessa area. E’ certamente uno dei peggiori scenari ipotizzabili, ma non o si può escludere visto che quell’ala ha già mostrato segnali di cedimento. Se il dimissionario direttore generale Mario Forlenza ha lasciato tanti interrogativi aperti, il neocommissario Verdoliva ora dovrà trovare delle risposte. In questo senso l’esperienza da ingegnere e un approccio analitico potrebbero tornare utili.