Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Con gli spaghetti aglio e olio o con gamberi rossi marinati»
La sua Vico Equense è un luogo con due facce. Offre, da un lato, il fascino iodato delle marine e, dall’altro, il paesaggio agricolo delle colline. Gennaro Esposito chef della Torre del Saracino non ha dovuto attendere l’esplosione della moda per apprezzare la rucola che cresce negli orti alle pendici del monte Faito. Reduce anch’egli dal Fruit Logistica di Berlino, ha assistito al trionfo della rucola della Piana del Sele. «Quest’erba - ricorda il masterchef — è stata abusatissima negli anni Ottanta, nei Novanta è diventata quasi un incubo. La trovavi dappertutto». Due i principali argomenti a favore. «Il principale era fondato sul marcato sentore amarognolo difficilmente riscontrabile in altre verdure. In secondo luogo la rucola aveva una foglia abbastanza resistente al calore che, quindi, si prestava, ad essere aggiunta ai piatti più svariati». Prima di dispensare qualche consiglio sull’impiego della popolare verdura, Esposito si sofferma sull’importanza che il prossimo riconoscimento della Igp potrà avere per il territorio di riferimento. «Vedo concretizzarsi la possibilità di qualificare una zona che grazie all’agricoltura sta cambiando completamente faccia. Nella Piana del Sele si è in piena controtendenza: si torna alla terra». Ma come utilizzare la rucola nella cucina di tutti i giorni? «Se agli spaghetti con aglio, olio e peperoncino aggiungiamo un mazzetto di rucola tritata e magari qualche scaglia di caciocavallo o Parmigiano, il risultato sarà molto interessante». Un ritorno al passato. «Da nostalgico degli anni Ottanta, vi rilancio la rucola con pomodorini e gamberetti, marinati per 5 minuti nel succo di limone, senza sale. Quest’ultimo va aggiunto in piccole dose successivamente. Il contrasto tra l’amaro dell’erba e il dolce del gambero rosso o del gobbetto è molto gradevole».