Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Per niente Candida
Gentile Candida, avverto il bisogno dei suoi consigli per affrontare con pace e serenità il futuro cammino della mia sofferente vita, fatta di continui conflitti, con un male interiore che mi alimenta e mi uccide per i rigorosi principi morali e religiosi che mi contraddistinguono. Il quesito è quello che segue. Una donna, sposata con il sigillo del sacramento di Dio (professoressa di scuola), con due figli maggiorenni, che vivono lontani da casa per ragioni di lavoro, che si lascia abbracciare e baciare con carezze e con un sussurro di parole all’orecchio (che cambiano il suo volto) da chi la sottopone a visita medica specialistica; da un sacerdote religioso che va a salutarlo dopo la Santa Messa; da chi va a casa sua per qualche problema annesso e connesso alla funzionalità dei servizi dell’appartamento, senza che vi fossero neppure sentite ricorrenze, fa sorgere o no fondati sospetti di un legame che crea vincolo sentimentale, integra una richiesta esplicita affettiva? Come donna cattolica dedita alla preghiera, all’ascolto della santa Messa e che si vanta di avere le caratteristiche per farsi santa, questi suoi comportamenti sono o non sono insoliti? Sono o non sono contro il Vangelo di Marco? (6, 7 – 13), che ci insegna «…a non creare legami con le persone con cui… parlano ma di seminare e passare ad altre persone»? È donna fedele al progetto di Dio, sulla vita di coppia dei coniugi? Il marito, io, trovando bizzarro siffatto comportamento degli «amici» (che non viene neppure salutato con una stretta di mano, anzi ignorato, all’atto di congedarsi assieme alla moglie), non consono alle buone norme del rapporto amicale, e sentendosi offeso, umiliato, rompendo il silenzio, rivolge alla moglie – dentro casa propria – le seguenti domande: «Ma… perché ti lasci sempre abbracciare e baciare come «un’oca» imbambolata? Eppure, tu non sei donna sciocca e sbadata, priva di intelligenza e cultura. Non sei una persona dappoco; ragion per cui si ha fondato motivo da ritenere che trattasi di atti generosi ed accoglienti che mettono in discussione il tuo ruolo di donna, di sposa e di madre, senza poi parlare che è sfregio e offuscamento all’immagine di tuo marito, creandogli altri mali interiori inguaribili. E tutto questo lo consumi alla sua presenza, sotto i suoi occhi spalancati, figuriamoci quando sei sola, quando hai frequentato per lunghissimi anni la vita lavorativa e di società». A queste domande segue un mutismo emotivo, un silenzio assordante; col tempo, poi, seguono le seguenti risposte: «Non faccio niente di male, per cui non ho nulla da vergognarmi. È scortese il rifiuto degli abbracci e baci, come saluto. Del resto, è un mio diritto di fare quello che voglio... Smetti di richiamarmi con prediche «borboniche, sacerdotali e papali». Se sei convinto della mia infedeltà coniugale, puoi anche lasciarmi! Perché non te ne vai?». E difatti, con nota legale, dopo aver contestato al marito una condotta «provocatoria e prevaricatrice», lo invita a comparire innanzi al proprio legale per «definire i termini della separazione legale», per colpa. Cara Candida, attendo suggerimenti e consigli, le chiedo di valutare i pensieri, i sentimenti di un uomo, il cui cuore cerca non solo pace, verità, amore, vita, ma anche qualche elemento di umana giustizia divina per estirpare arroganza e ipocrisia.
Antonio
Caro Antonio, non sapremo mai ascoltare la verità dentro di noi, se consentiamo di far la voce più grossa alla verità sopra di noi. Cos’è la verità? Mi consenta di citare Sant’Agostino, quando immagina gli istanti prima della crocefissione di Cristo e il suo dialogo con Ponzio Pilato: «Quid est veritas?», chiede il prefetto romano a Gesù che, anagrammando le lettere della domanda, risponderebbe «est vir qui adest». «Che cos’è la verità?». «È l’uomo che hai davanti». Mi piace pensare, in un senso più laico, che la risposta significhi anche che la verità è la persona che hai davanti, qui e adesso. La verità dentro sua moglie, quando si accomiata da un amico abbracciandolo o scambia una parola col suo medico, non sta in quello che possono immaginare occhi esterni, prevenuti, gelosi, o condizionati da letture mal applicate. La verità sta nel cuore di quella donna, nell’istinto che la muove e che non è detto che sia quello malizioso o irrispettoso adombrato in questa lettera. Quante cose possono trovare i nostri occhi se istigati a cercare l’errore, il peccato, il dolo? Se incitati dalla folla, dalla gelosia o da un’ideologia o una religione? Lei stesso parla di «conflitti che la uccidono per i rigorosi principi morali e religiosi che la contraddistinguono». È sicuro che questi conflitti non la influenzino al punto da farle vedere il peccato dove non c’è? Ed è sicuro che gli amici che la tengono a poca confidenza, lo facciano per concupiscenza verso la sua signora? Non è che si sentono a disagio sotto i suoi occhi indagatori, al cospetto della sua rigidità, e che perciò si ritraggono? L’interlocutore ci modifica. Tutti siamo più espansivi con una persona empatica e aperta al rapporto umano. Tutti siamo più chiusi e riservati con una persona guardinga e giudicante. Quanto al Vangelo di Marco, non sono un teologo, ma la invito a rileggerlo. Gesù, in quel passo, invia i discepoli a predicare nelle case, a lasciare quelle in cui non sono bene accolti e fermarsi là dove lo sono. Non colgo il nesso con la sua situazione. A volte, certe parole ci toccano in maniera selettiva perché intercettano le nostre paure e i nostri complessi e le facciamo nostre perché rafforzano le nostre convinzioni. E così perdono ogni verità e diventano solo una nostra interpretazione.
Infine, invocare la giustizia divina, la punizione di arroganza e ipocrisia, non le darà pace né vita. Da cristiano, sa che non sta a noi giudicare e condannare, ma possiamo solo accogliere, anche quando non capiamo. Non si capisce, dalla sua lettera, quando sono cominciati, in sua moglie, gli atteggiamenti che le danno tanta pena. È impazzita all’improvviso e si è messa a cercare e offrire intimità a destra e a manca? O è forse lei che è diventato più rigido e sospettoso? Può essere che la sua gelosia abbia esasperato lo spirito d’indipendenza della signora fino a renderla volutamente più sfacciata? Io non conosco la risposta. Lei sì. Se spegne, per un attimo, la voce grossa di tutte le prediche che le rimbombano nella testa (malintese e no), lei sa qual è la verità. Sa cos’ha visto, da anima, ad anima. Può essere che si sia traviata l’anima di sua moglie, o che si sia traviata la sua vista. Si risponda e mi faccia sapere.