Corriere del Mezzogiorno (Campania)
I super classici de ‘e Curti
Dalla minestra maritata alla carne del ragù. In vista di Carnevale c’è pure la lasagna
Ci sono alcuni locali che restano nel mio cuore a prescindere. Tra questi certamente «’e Curti» di Sant’Anastasia. Tanto calore, tanto affetto, tanto gusto, tanti ricordi. Non a caso era una delle soste campane preferite dal mai troppo compianto Gino Veronelli, il migliori di tutti. Complice la barba incolta, un vezzo degli ultimi tempi, riesco a passare inosservato ai radar di don Carmine D’Alessandro, il padrone di casa, di sua moglie Angela, inossidabile in cucina, della figlia Sofia e del marito Roberto che volteggiano nella piccola e accogliente sala da pranzo sempre uguale a se stessa, in attesa dell’inaugurazione del nuovo locale a pochi passi da quello storico. Sono da loro finalmente come un cliente normale, senza corsie preferenziali o favoritismi di sorta dettati, sia ben chiaro, semplicemente dall’affetto e dal rispetto reciproci, consolidati negli anni. E allora, nell’antipasto misto, di terra, composto da buoni salumi paesani e ricottina, menzione d’onore per i veri crocché di patate, passati nell’albume prima di essere calati nell’olio bollente, e per la sublime agrodolce giardiniera. Minestra maritata hard, realizzata cioè con i tagli grassi del maiale, ma opportunamente sgrassata, lasagna versione light senza mozzarella, sicuramente da bissare se il percorso non dovesse continuare con il secchio della munnezza un loro classico dal nome equivoco ma di grande effetto: in realtà, spaghettoni alla puttanesca con noci e nocciole sbriciolate. L’agnello al forno con i piselli
da queste parti è obbligatorio, leggermente salato il baccalà fritto (con cura). Eccellente la carne del ragù, in particolare la salsiccia e la bracioletta di cotenna. Preferite i dolci della casa, tra i quali il tiramisù. Niente Nucillo: finito.
P. S. Mentre sto per uscire entra Enzo, l’altro figlio che mi riconosce. Ma la missione è già compiuta.
(3),
(1)
(2),