Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Lorenzo Insigne lo scugnizzo diventato capitano

Prima ufficiale in casa con la fascia al braccio contro l’allenatore che lo fece debuttare in A

- Donato Martucci

Il 24 gennaio del 2010 Lorenzo Insigne faceva il suo esordio in serie A. Subentrò al posto di German Denis in pieno recupero. Scampoli di gara ed emozioni a Livorno. Walter Mazzarri, che sostituì Donadoni, decise di fa entrare quel ragazzino in campo: aveva appena 19 anni. Il Magnifico fece poi gol e grandi cose, soprattutt­o a Foggia e Pescara, sotto la guida di Zeman. Lorenzo ritornò a Napoli nella stagione 2012-2013. Il tecnico livornese gli diede la maglia da titolare: 37 presenze e 5 gol in campionato. A distanza di nove anni, Insigne è diventato il capitano, il simbolo del nuovo Napoli di Ancelotti, debutta così stasera al San Paolo. Sembrano passati anni luce da quando Giuseppe Santoro, ora team manager del Torino ed ex responsabi­le del settore giovanile del Napoli, scoprì quel ragazzino dai piedi fatati. Un talento puro, nemmeno tanto da sgrezzare. Nel 2006 fu acquistato dalla scuola calcio Olimpia Sant’Arpino per 1500 euro. Ora è il calciatore che vale di più nella rosa del Napoli e a quasi 28 anni ha la maturità per sopportare il peso della fascia. Eh sì, perché ora che Marek Hamsik ha deciso di volare in Cina, per il talento di Frattamagg­iore c’è la guida dello spogliatoi­o. Di quel Napoli di Mazzarri che pure ha centrato tanti traguardi e un trofeo (la Coppa Italia nel 2012), resta solo Insigne. Tanti gli addii: da Lavezzi, a Cavani, passando per il pupillo Maggio. L’ultimo, appunto, è quello di Marek Hamsik. Non vederlo in maglia azzurra farà un po’ strano anche al «burbero» Mazzarri, che però ha sempre avuto uno splendido rapporto con i suoi giocatori. Sa come motivarli e aiutarli. Come fece con Armando Izzo, l’ex delle giovanili azzurre, nato a Scampia e ora diventato un idolo dei tifosi granata. L’occhio lungo di Santoro notò quel ragazzino che giocava nell’Arci Scampia di Antonio Piccolo. Mazzarri, quando Izzo era in Primavera, gli fece assaggiare l’aria della prima squadra nell’estate del 2010 (l’anno dell’esordio in A di Insigne). Armando fu aggregato alla prima squadra. Tanta determinaz­ione, ma pochi soldi: nemmeno per comprarsi le scarpe da calcio. Pur di farlo giocare il tecnico di San Vincenzo gIi comprò gli scarpini. Gioia e soprattutt­o riconoscen­za per quel gesto che Izzo non dimentiche­rà mai. Poi, dopo l’aggregazio­ne con il Napoli, il passaggio all’Avellino e tutto lo scandalo legato al calcio-scommesse. Nessuna macchia, ma tanta rabbia. Ora Izzo è diventato un punto di riferiment­o della difesa granata. E ha ritrovato anche la Nazionale, dove c’è il suo amico Insigne. Stasera saranno rivali, mai nemici. Armando proverà a fermare Lorenzo, come negli allenament­i delle giovanili. Ora sono uomini e soprattutt­o leader delle rispettive squadre. Napoli -Torino e anche questo: un mix di ricordi, incroci ed emozioni.

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L’esordio Lorenzo Insigne esordì in serie A il 24 gennaio del 2010: LivornoNap­oli, l’allenatore era Walter Mazzarri, l’attaccante aveva appena 19 anni e subentrò a German Denis

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