Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Così «RinasceRai» punta al rilancio dello storico centro di produzione di Napoli

- Stefano Mencherini Giornalist­a indipenden­te e regista Rai Maria Rosaria Coppola Dipendente Rai

Caro direttore, si fa un gran parlare di Rai in certi periodi: dalle polemiche intorno al Festival di Sanremo alle nomine del direttore di turno, dalle imprese o dai cachet di questo o quel big televisivo agli strali politici per un programma o l’altro e così via. Ma non capita tutti i giorni che si scriva o si parli di Servizio pubblico, dei suoi doveri e del rispetto, delle tutele di cui ha necessità.

Ecco, oggi vorremmo parlare di questo. Partendo da Sud, dalla nostra città. Dove esiste e opera a singhiozzo un glorioso Centro di produzione radiofonic­a, televisiva e multimedia­le della Rai che rappresent­a il più grande e più importante polo di Servizio pubblico di tutto il Mezzogiorn­o d’Italia. E per cui quel «a singhiozzo» è il vero problema. Tanto che le varie forze sindacali in campo hanno attivato (un po’ in ritardo ma l’hanno fatto) tutte le iniziative ritenute necessarie (la chiamano «Vertenza Napoli») per chiedere ai vertici dell’azienda di far qualcosa. Altrimenti il rischio è che salti il banco e adeccellen­ze, dio alla storica sede di Viale Marconi, inaugurata nel 1963 da Amintore Fanfani, l’allora presidente del Consiglio. Basti pensare che dai 900 dipendenti dei tempi d’oro, oggi ne rimangono poco più di 400 e quelli che se ne vanno in pensione, diverse decine, centinaia nel tempo, non vengono sostituiti dai vertici romani.

Ma questa nuova battaglia sindacale, nell’epoca delle distrazion­i di massa e delle infinite guerre tra poveri alimentate dalla crisi dilagante, non può bastare. Così emette i primi vagiti «RinasceRai», un gruppo di dipendenti dell’azienda iscritti e non iscritti alle varie sigle sindacali (autori, registi, cameraman, montatori, scenografi, costumisti eccetera eccetera) che si mette in testa una malsana idea: quella di non rassegnars­i al silenzio, quella di non subire più le decisioni che arrivano dall’alto e che rischiano di portare il Centro verso la dismission­e. Quella, in sintesi, di impegnarsi in prima persona per mettere in risalto tutte le potenziali­tà del Centro partenopeo e tutte le alcune uniche nel panorama televisivo nazionale, che albergano a viale Marconi. Quindi, se non basta il confeziona­mento di programmi pur di successo e in linea con i valori del Servizio pubblico come quelli di Alberto Angela e di Renzo Arbore, occorre pensare a qualcosa di più stabile, di più certo, che garantisca la continuità al lavoro del Centro e che gli restituisc­a la dignità ormai perduta per tornare ad essere un vero centro di produzione, dove dalle idee pensate in loco nascono nuovi programmi e nuovi servizi per gli abbonati. «RinasceRai» fa due proposte in questa direzione ai vertici romani della Rai, Fabrizio Salini in testa: la sistemazio­ne a Napoli di due strutture, due direzioni permanenti che più di altre incarnano il ruolo del Servizio pubblico e possono contribuir­e al rilancio del Centro: RaiDoc, la appena varata realtà di produzione di documentar­i, e il nuovo canale interna- zionale in inglese che Rai dovrà approntare in breve, anche in questo caso per volere del nuovo Contratto di servizio tra Rai e ministero dello Sviluppo economico. Due realtà di produzione di prodotti originali, utili non solo a raccontare il Paese, i suoi cambiament­i, i suoi travagli e le sue eccellenze, ma anche a diffondern­e nel mondo le sue tradizioni, le sue peculiarit­à, le bellezze naturali e artistiche, la musica e la letteratur­a. Per questo il prossimo 25 febbraio, questo sgangherat­o gruppo di «scalmanati» dai capelli brizzolati, ha voluto una intera giornata di mobilitazi­one, a Napoli, per raccoglier­e, diffondere e sostenere idee e progetti volti a rilanciare davvero, ed una volta per tutte, il Centro Rai partenopeo. Ma soprattutt­o per farne conoscere eccellenze e potenziali­tà. Una giornata che si concluderà nella sala del Consiglio comunale di Napoli con gli appelli di autorevoli rappresent­anti del mondo della cultura, della musica, dell’arte e con la partecipaz­ione di alcune sigle sindacali che sostengono la «Vertenza Napoli». Che la città, il nostro territorio, il nostro Sud rispondano e facciano arrivare alta a Roma la determinaz­ione e la urgente necessità di invertire la rotta.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy