Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Vesuviani vogliono diventare patrimonio Unesco
Avviato l’iter per il riconoscimento: in una villa confiscata potrebbe sorgere la Cittadella del pane
Saper fare il pane, saperlo creare e magari, perché no, modificare con altri ingredienti che lo rendono ancora più gustoso e nutriente. Una vera e propria arte, una delle più antiche al mondo, perché il pane è il nutrimento primordiale rievocato umilmente anche nello slang comune e utile a comunicare il primo e più comune alimento dell’uomo e della donna. È giusto quindi che sia partito l’iter per il riconoscimento dell’arte dei panificatori vesuviani nel patrimonio dell’Unesco. Un mestiere antico quello dei maestri vesuviani che non ha nulla da invidiare ai panificatori francesi, creatori della celebre baguette.
«La proposta di inserire l’arte dei panificatori vesuviani nel patrimonio immateriale dell’Unesco deve essere ancora completata e poi inviata all’Unesco - ha spiegato il consigliere dei Verdi Francesco Emilio Borrelli che sta preparando le motivazioni con il presidente dell’Unipan Mimmo Filosa e alcuni sindaci del comprensorio vesuviano come Giorgio Zinno, primo cittadino di San Giorgio a Cremano, Salvatore Sannino sindaco di San Sebastiano al Vesuvio, Gioacchino Madonna di Massa di Somma e anche Gino Sorbillo in rappresentanza dei pizzaioli napoletani. Le aspettative perché l’operazione riesca sono alte: «ci stiamo lavorando anche con Pierluigi Petrillo che ha seguito l’iter da parte dell’Unesco per il riconoscimento della pizza - ha proseguito Borrelli -. L’idea ha concrete possibilità di essere accolta e crediamo che i panificatori vesuviani non abbiano nulla da invidiare ai francesi che producono la baguette e che a loro volta hanno chiesto un riconoscimento analogo. Altra idea importante è quella di creare una strut- tura dove poter insegnare il mestiere del panificatore con la creazione di una Cittadella del pane: «Nascerebbe in una villa confiscata alla camorra e creerebbe nuovi posti di lavoro perché inserirebbe San Sebastiano al Vesuvio nel circuito turistico regionale», ha continuato Borrelli.
Il pane vesuviano è unico anche perché, grazie a una particolare lavorazione della pasta con il lievito madre, conserva la sua bontà per otto giorni. È stata avviata anche una petizione che anzitutto coinvolgerà i paesi del Vesuviano e poi tutta la Campania.
Anche Gino Sorbillo è tra i sostenitori della campagna: «da sempre esiste una sorta di alleanza tra panificatori e pizzaioli perché cugini dell’arte bianca, alias la farina».