Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Vigliena, olii e cattivo odore dal litorale
I comitati: è la conseguenza dei lavori di dragaggio del porto partenopeo
NAPOLI Chiazze oleose, riflessi fosforescenti e particelle in sospensione di natura imprecisata. Ieri mattina le acque all’interno del porto di Napoli, in prossimità dello specchio di mare dove è in corso da circa un anno il dragaggio dei fondali, si presentavano così. Nel corso delle ore, poi, la corrente ha sospinto quelle chiazze al di fuori dello scalo marittimo. Sono state notate, per esempio, da alcune persone che si intrattenevano sulla spiaggia di Vigliena.
Vincenzo Morreale e Marco Sacco, attivisti del comitato civico di San Giovanni a Teduccio, mettono in relazione il fenomeno con i lavori di scavo dei fondali e chiedono garanzie per scongiurare che l’intervento in atto dal 2018 aggravi l’inquinamento di quel tratto di costa, già pesantemente compromesso da scarichi fognari non depurati e da molteplici attività industriali, che non sempre si sono svolte e si svolgono nel rispetto delle regole. «Non capiamo – commentano – perché non siano state sistemate nell’area del dragaggio le barriere galleggianti antinquinamento che consentono di recuperare le sostanze nocive rilasciate dai fanghi durante lo scavo dei fondali».
I due esponenti del comitato civico denunciano anche che sulla spiaggia di Vigliena, non distante dai lavori in corso, si avverte un cattivo odore persistente. L’intervento di escavo dei fondali dell’area portuale di Napoli, con deposito nella cassa di colmata della darsena di Levante dei materiali dragati è finanziato per 46 milioni e mezzo di euro. Rientra nel Grande progetto del Porto di Napoli che è sostenuto complessivamente con circa 240 milioni di fondi europei.