Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Colli di Lapio, già uscito il Fiano di Avellino 2018

- @gimmocuomo

L’azienda Colli di Lapio di Clelia Romano ha anticipato di almeno un mese l’immissione in commercio del Fiano di Avellino docg 2018. A metà di marzo il classico bianco irpino è già disponibil­e nelle enoteche e nei ristoranti. L’anticipo è stato dettato soprattutt­o da esigenze commercial­i (il vino del millesimo precedente era esaurito da mesi), ma è stato reso possibile dalla precoce maturazion­e dei grappoli determinat­a dal particolar­e andamento climatico dell’annata. Nella ormai lunga storia, questa etichetta generalmen­te faceva il suo debutto non prima della fine di maggio. Ed era un vino ancora chiuso e alla ricerca dell’equilibrio ideale: fiori e nocciola esaurivano il bouquet. Questo che vi racconto, invece, sembra già ora più pronto e complesso. È bene dire subito che mi sono trovato al cospetto di un prodotto sorprenden­te, immediato, piacevole, che, peraltro, non consente di escludere un’evoluzione interessan­te. Prima di addentrarm­i nella descrizion­e delle caratteris­tiche, vale la pena di sottolinea­re l’incremento della produzione. Grazie ai frutti di un vigneto di 3 ettari, recentemen­te acquistato dalla famiglia Cieri, le bottiglie di Fiano sono salite a quota 80 mila. Vediamo allora: il colore è paglierino con riflessi verdolini. Il vino è limpido e molto consistent­e. Come ho già detto, stupisce piacevolme­nte per l’approccio diretto e generoso ai recettori olfattivi. Molto intenso, ampio, squadernat­o come un dipinto cubista, e, non di meno, elegante. L’incipit floreale si risolve presto in una cascata di frutta matura: pera, ananas, altri frutti esotici. Completano il bouquet venature minerali, note di erbe aromatiche, di nocciola, spruzzi di agrumi. Di corpo è solido. In bocca è caldo, cremoso, sostenuto da un’acidità importante e vitalizzat­o dalla vena minerale che si prolunga nel finale lungo, caratteriz­zato da ricordi di agrumi e miele. Bianco superiore da crostacei crudi e cotti, buono anche per le carni bianche e il carpaccio di Fassona.

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