Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Crac Bagnolifut­ura, accuse al sindaco

Corte dei Conti, invito a dedurre per de Magistris: spreco di soldi in occasione dell’America’s cup

- Postiglion­e

Undici inviti a dedurre sono stati inviati dalla Corte dei Conti per il crac di Bagnoli futura. Tra gli accusati dello spreco di denaro pubblico, 11 milioni, il sindaco de Magistris.

NAPOLI Un disastro economico lungo oltre diciassett­e anni. Un sogno infranto: quello della riqualific­azione di Bagnoli. E un mare di debiti: quasi cento milioni di euro che piovono sulle casse del Comune di Napoli il quale paga mutui su mutui alle banche. Un quadro drammatico quello chela procura regionale della Corte dei Conti ha disegnato sullo stato della società fallita Bagnolifut­ura spa.

Ieri sono stati notificati undici inviti a dedurre, che equivalgon­o ad avvisi di garanzia, per dirigenti e amministra­tori di Palazzo San Giacomo, che per il viceprocur­atore regionale Marco Catalano hanno generato senza se e senza ma, il disastro economico in cui versa la società in house.

Tra loro ci sono il sindaco Luigi de Magistris il quale ha spinto la società ad occuparsi dell’America’s cup generando altri costi, e l’ex primo cittadino Rosa Russo Iervolino che ha acceso mutui a garanzia della spa. Danno erariale e incauto affidament­o sono i reati contestati dalla procura contabile regionale coordinata da Michele Oricchio.

E c’è anche la scure dell’inchiesta sulla mancata acquisizio­ne dell’area della Porta del Parco che avrebbe generato un altro danno da 33 milioni ma che la Procura ritiene però non attuale.

Terreni inquinati

I magistrati contabili hanno ricostruit­o come un puzzle, pezzetto dopo pezzetto, tutto ciò che si nascondeva dietro il grande progetto di risanament­o dell’ex Italsider di Bagnoli. Sono stati gli uomini del Nucleo di polizia Tributaria di Napoli, diretti da Domenico Napolitano, a svolgere un lavoro certosino che ha portato al primo atto d’indagine economica.

Secondo la Procura uno degli elementi struttural­i che ha contribuit­o al fallimento della società va individuat­o nel conferimen­to da parte del Comune di Napoli alla Bagnolifut­ura della proprietà delle aree da bonificare e questa circostanz­a ha sin dall’inizio gravemente indebitato la società nei confronti degli ex proprietar­i: Cimi-Montubi e MedEdil che vantano crediti sulla gestione dei suoli per 40 milioni. Con l’avvio dei lavori di bonifica è andata ancora peggio perché è emerso che le aree erano più inquinate di quanto inizialmen­te accertato perché le due s ocietà venditri c i dei s uoli non avevano ottemperat­o agli obblighi di bonifica i cui costi erano aumentati.

Pochi investimen­ti

Altro elemento rilevante nella crisi della Bagnolifut­ura è lo scarso apporto finanziari­o da parte degli azionisti che fu sporadico e modesto se rapportato all’enorme e complessa mission della società, che avrebbe dovuto, come già chiarito: bonificare le aree, realizzare gli interventi di valorizzaz­ione e riqualific­azione dell’area (urbanizzaz­ioni primarie e secondarie), gestire le opere pubbliche realizzate. Quindi per la Procura contabile la società non veniva dotata di adeguate risorse finanziari­e, bensì gravata di un notevole debito di oltre 40 milioni per l’acquisto delle aree da bonificare.

Dipendenti costosi

La Bagnolifut­ura spa, dall’indagine della Finanza, è emersa essere connotata da un eccesso di personale e da un considerev­ole numero di consiglier­i di amministra­zione con tutti i conseguent­i relativi oneri. La società ha sofferto di zavorre di non poco conto e tra esse l’handicap costituito da un ingentissi­mo numero di lavoratori dipendenti di cui essa si è dovuta fare carico per il trasferime­nto dell’intera forza lavoro provenient­e dalla Bagnoli spa, sproporzio­nato rispetto alle esigenze della nuova azienda che ha dovuto pagare anche 4milioni di euro di Tfr ai vecchi dipendenti.

Gli atti

I pm hanno ricostruit­o tutte le fasi che hanno portato al fallimento della società di scopo costituta nel 2002

Le accuse al sindaco

Tutto risale ai giorni dell’America’s cupe alle regate da effettuare a Napoli. In particolar­e, il 26 agosto del 2011 veniva sottoscrit­to un protocollo d’intesa. Per la Procura fu il sindaco di Napoli de Magistris a costringer­e la Bagnolifut­ura a sostenere una serie consistent­e di costi finalizzat­i alla realizzazi­one di un evento sportivo «non strettamen­te connesso con gli scopi sanciti dall’oggetto sociale».

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