Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’altra accusa: incauto affidamento degli immobili
NAPOLI Si può partire da un esempio: dareste mai qualche milione di euro a una banca in fallimento? Sicuramente no. Ecco, è proprio per questo motivo che la Corte dei Conti di Napoli sta indagando sulla gestione da parte del Comune di Napoli di Bagnolifutura spa, poco prima del suo fallimento del 2013 quando presidente era Riccardo Marone e direttore generale Mario Hubler. In particolare l’attenzione è sulla cessione del patrimonio immobiliare di Palazzo San Giacomo alla società che era stata costituita con l’intento di riqualificare l’ex area dell’Italsider di Bagnoli e renderla fruibile ai cittadini non solo napoletani, ma del mondo: con parchi tematici, poli sportivi e scientifici, istituti di ricerca all’avanguardia, il tutto immersi in uno scenario paesaggistico meraviglioso. Incauto affidamento di beni per centinaia e centinaia di milioni di euro: su questo indagano i magistrati della Procura contabile in una nuova inchiesta che «vale» circa 200 milioni di euro di danni. Poteva e doveva la giunta del sindaco Luigi de Magistris affidare i beni immobili della collettività ad una società già in grave dissesto finanziario, per poterla salvare dal fallimento? Questo il punto centrale attorno al quale ruota l’indagine contabile deipm divi a Piedigrotta i quali provano a dimostrare che l’ affar emesso a punto dal Comune era tutt’altro che un buon affare.
Ma occorre fare un passo indietro, come sempre capita nelle indagini contabili, per capire quale sia il nodo centrale della questione sulla quale la Guardia di Finanza sta indagando da alcuni mesi. Il 16 ottobre del 2012 il Comune di Napoli con una delibera di giunta del 9 agosto, poi passata in Consiglio, conferisce la proprietà di tre immobili di valore inestimabile alla neo costituita stu Bagnolifutura. Una società di trasformazione urbana che da quel momento, come c ’è scritto nella delibera, cede al patrimonio immobiliare della società il complesso polifunzionale La porta del Parco, il complesso sportivo Parco dello Sport e l’acquario tematico delle tartarughe. Trasferimenti per evitare il fallimento di Bagnolifura spa che era oberata di debiti. Il 29 maggio del 2014 il Tribunale di Napoli dichiarava fallita Bagnolifutura e i 59 dipendenti smistati in altre società pubbliche. E quei beni che il comune di Napoli aveva affidato alla società poco meno di 24 mesi prima? Semplicemente persi.