Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Spintoni, minacce e insulti bimbi maltrattati all’asilo Subito sospese due maestre
Choc a Sant’Antimo. Il gip: «Un’aggressione quotidiana»
Deficiente. Stupido. Scemo. Zozza. Per mesi i bambini di una scuola dell’infanzia di Sant’Antimo si sono sentiti apostrofare così da tre maestre, che oltre a ciò li strattonavano e li picchiavano. La scuola, ironia della sorte, è intitolata a Johann Heinrich Pestalozzi, il pedagogista che teorizzò l’educazione del cuore attraverso un metodo basato sul rispetto della natura del bambino in un ambiente di tipo familiare. Due delle tre maestre, Giovanna P. ed Anna P., di 64 e 63 anni, sono state sospese dall’ insegnamento per un anno. La terza, Immacolata M., di 51, è indagata in stato di libertà. La Procura di Napoli Nord, guidata da Francesco Greco, le accusa di maltrattamenti (nei loro confronti erano stati chiesti gli arresti domiciliari). L’ordinanza cautelare è del gip Barbara Del Pizzo.
Le indagini dei carabinieri della compagnia di Giug lianoso no state avviatelo scorso dicembre, quando tre mamme che avevano notato anomalie nel comportamento dei loro bambini di quattro anni decisero di sporgere denuncia. I piccoli, in particolare, erano diventati taciturni e scoppiavano a piangere all’ improvviso senza motivo. Ogni tanto tornavano a casa con graffi, lividi o segni rossi che facevano pensare a schiaffi. Non solo: una bambina, portata da una psicologa, disegnava in maniera ossessiva le maestre, colorando il loro viso di scuro. Richiesta di spiegare perché colorasse in quel modo, aveva detto: le maestre sono cattive perché picchiano i bambini.
Ovviamente, i carabinieri hanno cercato riscontri a queste dichiarazioni. Nelle aule della scuola sono state installate delle «cimici» che per un mese, dal 4 febbraio al 6 marzo, hanno registrato quanto accadeva durante le ore di lezione. E i riscontri non sono tardati ad arrivare: fin dal primo giorno di ascolto i carabinieri si sono resi conto che qualcosa non andava. Alle 13.31 del 4 febbraio, per esempio, «la maestra Anna, con un tono di voce alterato, si rivolge ai bambini dicendo: voi non siete normali. Poi strattona un bambino non identificato, facendogli cadere lo zainetto che ha in mano, ripetendo nuovamente: non sei normale. Successivamente, rivolgendosi ad un altro bambino seduto al banchetto e non identificato, lo aggredisce verbalmente in dialetto napoletano per non aver utilizzato i colori giusti per un disegno». Giorno dopo giorno i maltrattamenti si sono ripetuti. Le «cimici» hanno registrato ogni genere di insulti e minacce (per esempio quella di non far tornare a casa i bambini) per i motivi più banali: uno dei piccoli aveva colorato male, un altro giocava con le posate, un altro ancora aveva fatto cadere a terra le polpette o si era sporcato. Il bello è che le maestre, cui le mamme avevano chiesto spiegazioni sul disagio manifestato dai figli, sospettavano che nella scuola fossero state installatele telecamere: eppure il loro comportamento non cambiava. I maltrattamenti subiti avevano come conseguenza quello di avvicinare i bambini gli uni agli altri. Il 27 febbraio, per esempio, la maestra Giovanna «riprende una bambina di nome Vittoria, dicendole che non la farà andare a casa. In difesa di Vittoria interviene un altro bambino che dice alla maestra di lasciarla stare perché Vittoria è sua amica».
Le intercettazioni, secondo il gip, sono inequivocabili: le maestre hanno «maltrattato gli alunni aggredendoli con cadenza quotidiana per motivi futili, sia verbalmente sia fisicamente, strattonandoli e spintonandoli in diverse occasioni, percuotendoli con schiaffi al volto e in altre parti del corpo, tirando loro i capelli; offendendone, pertanto, il decoro e la dignità personale e ponendoli in uno stato di sofferenza morale e psichica tale da renderne la vita di relazione impossibile».
Una bambina davanti allo psicologo aveva disegnato le insegnanti con il volto tutto nero
Attivati gli inquirenti Le vessazioni rilevate dalle «cimici» piazzate nell’aula. Denuncia partita da tre mamme