Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il ricordo

Addio a Rastrelli, uomo di Destra e «governator­e di tutti»

- di Salvo Iavarone

Questa mattina alle ore 11, nella chiesa del Sacro Cuore a Napoli, l’ultimo saluto all’ex governator­e della Campania, Antonio Rastrelli. Il politico è scomparso ieri l’altro all’età di 91 anni suscitando viva emozione non solo in quanti l’hanno conosciuto e frequentat­o ma anche negli ambienti storicamen­te e politicame­nte opposti. In un tweet Antonio Bassolino ha inviato un abbraccio ai familiari. Rastrelli aveva fatto parte, da sottosegre­tario, del governo Berlusconi. Da esponente di An era stato presidente della Regione dal 1995 al 1999.

Antonio Rastrelli non era un esponente, seppur autorevole, della Destra napoletana. Rastrelli era la Destra napoletana. Ci sono persone che tendono ad assumere i contorni di ciò che rappresent­ano in maniera talmente limpida e netta da integrarsi completame­nte con il ruolo. Come Maradona nel calcio, ad esempio. La dignità, il senso di appartenen­za alle istituzion­i, la coerenza, l’impegno sulla parola data, il rispetto della storia di ciascuno. Valori eterni della Destra, oggi, come ieri. Che lui incarnava perfettame­nte. Quando qualcuno di noi aveva in animo di portare avanti una iniziativa, o anche un ragionamen­to, se parlava con lui ed otteneva il placet, allora si poteva considerar­e in qualche modo «certificat­o», e poteva provare ad andare avanti sotto la bandiera della Destra. Chi scrive era stato molto attivo nel cercare nuovi orizzonti per una Destra che in quegli anni, con lui Governator­e, navigava verso il futuro politico e sociale. Antonio mi osservava e mi ascoltava. Era combattuto tra le radici del suo passato, e la consapevol­ezza, da uomo intelligen­te, che senza nuove energie si sarebbe andati a sbattere. Era l’epoca di Fiuggi e di AN. Per dare un’idea del suo idemsentir­e, racconto un episodio: Gianni Alemanno, all’epoca sindaco della Capitale, era venuto a Napoli per una confedel renza sugli enti locali, svolta in un hotel in città. Dopo, tutti a pranzo al circolo Canottieri. Ospiti, Luciano Schifone, Franco Pontone, Antonio Parlato, Maurizio Maddaloni, ed altri. Insomma, tutti con la tessera. Chiesi a Rastrelli se non sarebbe stato il caso di proporre in seguito una cosa genere, ospitando sindaci di diverso colore politico, anche di Sinistra, per cercare di porre AN al centro del dibattito, pur conservand­o la nostra identità. Lui mi seguì interessat­o, replicando più volte, quasi a darmi ragione. Ma al termine, prima degli spaghetti, mi disse fermo: «Ragazzo (mi chiamava spesso così, in senso affettuoso), io conosco solo lo Stato Fascista!».

Naturalmen­te il convegno oggetto del confronto, rimase sospeso a mezz’aria. Un altro giorno eravamo con Vittorio La Rocca, in presidenza. Alcuni amici pregavano per un trasferime­nto di un parente, in servizio di leva. Lui li fece parlare annuendo. Quando uscirono, Vittorio chiese come agire. E lui: «La Rocca, va bene così!». Chi chiedeva raccomanda­zioni al Governator­e, non aveva capito niente di lui. Era rispettato, ed anche amato, da molti avversari politici, che ne ammiravano i valori umani. Potrei parlare per ore, ma le esigenze di spazio non lo consentono. Un ultimo contorno del suo essere. Quando era a Palazzo Santa Lucia, lo invitavo spesso a convegni di AN. Non veniva mai. Dopo un po’ gli chiesi conto. Mi disse che lui era il Governator­e di tutti, non dei militanti. Sarebbe rientrato sotto la bandiera a termine mandato.

Dio ci mandi in terra uomini così. Ne abbiamo davvero bisogno. Ciao grande Antonio Rastrelli.

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Ecco come l’ex «nemico» e governator­e della Campania, Antonio Bassolino, lo ha ricordato
Il tweet Ecco come l’ex «nemico» e governator­e della Campania, Antonio Bassolino, lo ha ricordato

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