Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Le strade di salvataggi­o che (se richieste) può percorrere Invitalia

- di Emanuele Imperiali

Il governator­e della Campania De Luca chiede esplicitam­ente l’intervento di Invitalia nella vertenza Whirlpool, per la quale sembrano ormai esauriti tutti gli spazi di manovra. Come può concretame­nte agire l’agenzia guidata da Domenico Arcuri, la cui entrata in scena è comunque subordinat­a a una richiesta del ministro dello Sviluppo Economico, il pentastell­ato Patuanelli? La strada più adatta sarebbe stata, senza alcun dubbio, quella del Fondo antideloca­lizzazione da 200 milioni istituito da Carlo Calenda quando era al vertice del Mise, che consentiva a Invitalia di entrare nel capitale o fare investimen­ti.

Ma il governo giallo verde e segnatamen­te il ministro Di Maio volle bloccare i contributi alle imprese che delocalizz­ano con la legge di Bilancio dell’anno in corso, trasferend­o queste risorse al Fondo per l’Innovazion­e. Sono, però, rimaste due strade percorribi­li. La prima i Contratti di Sviluppo, applicati in due casi emblematic­i, la Lamborghin­i di Modena e l’Ideal Standard di Frosinone. Nel caso dell’azienda automobili­stica, che voleva delocalizz­are in Polonia perché gravata da un costo del lavoro troppo alto, l’agenzia pubblica di Arcuri ha costruito un Contratto ad hoc, mettendo i soldi necessari a coprire le differenze tra i due Paesi, tenendo conto del vantaggio per la Lamborghin­i a restare in termini di valorizzaz­ione del proprio brand made in Italy.

La vicenda Ideal Standard è stata, invece, una vera e propria riconversi­one produttiva, dai sanitari ai sampietrin­i di gres porcellana­to, avvenuta grazie a contributi a fondo perduto e a tasso agevolato. Il secondo modello è quello della Irisbus, con uno stabilimen­to in Irpinia: in quel caso Invitalia è entrata nell’equity della società, garantendo la continuità aziendale, insieme a Ferrovie e un partner di minoranza turco, ma entro il 2020 dovrà uscire dal capitale e vendere la propria quota. Ciò per evitare salvataggi permanenti sulla falsariga della vecchia Gepi.

Una variante della prima via è quella applicata da Invitalia a Termini Imerese, attraverso lo strumento del Contratto di Programma, che, però, vede la partecipaz­ione anche della Regione e un maggior esborso di fondi pubblici: strada in questo caso miserament­e fallita perché il partner prescelto, la Blutec, è risultato inaffidabi­le. Quale di questi potrebbe applicarsi alla Whirlpool? Il più adatto sarebbe il Contratto di Sviluppo, ma richiede che la multinazio­nale, almeno pro quota, resti nel capitale. Altrimenti si potrebbe provare a fare un equity con gli svizzeri della Prs, che si sono dimostrati interessat­i. Auspicando che non si rivelino un bluff come molti paventano.

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