Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Le strade di salvataggio che (se richieste) può percorrere Invitalia
Il governatore della Campania De Luca chiede esplicitamente l’intervento di Invitalia nella vertenza Whirlpool, per la quale sembrano ormai esauriti tutti gli spazi di manovra. Come può concretamente agire l’agenzia guidata da Domenico Arcuri, la cui entrata in scena è comunque subordinata a una richiesta del ministro dello Sviluppo Economico, il pentastellato Patuanelli? La strada più adatta sarebbe stata, senza alcun dubbio, quella del Fondo antidelocalizzazione da 200 milioni istituito da Carlo Calenda quando era al vertice del Mise, che consentiva a Invitalia di entrare nel capitale o fare investimenti.
Ma il governo giallo verde e segnatamente il ministro Di Maio volle bloccare i contributi alle imprese che delocalizzano con la legge di Bilancio dell’anno in corso, trasferendo queste risorse al Fondo per l’Innovazione. Sono, però, rimaste due strade percorribili. La prima i Contratti di Sviluppo, applicati in due casi emblematici, la Lamborghini di Modena e l’Ideal Standard di Frosinone. Nel caso dell’azienda automobilistica, che voleva delocalizzare in Polonia perché gravata da un costo del lavoro troppo alto, l’agenzia pubblica di Arcuri ha costruito un Contratto ad hoc, mettendo i soldi necessari a coprire le differenze tra i due Paesi, tenendo conto del vantaggio per la Lamborghini a restare in termini di valorizzazione del proprio brand made in Italy.
La vicenda Ideal Standard è stata, invece, una vera e propria riconversione produttiva, dai sanitari ai sampietrini di gres porcellanato, avvenuta grazie a contributi a fondo perduto e a tasso agevolato. Il secondo modello è quello della Irisbus, con uno stabilimento in Irpinia: in quel caso Invitalia è entrata nell’equity della società, garantendo la continuità aziendale, insieme a Ferrovie e un partner di minoranza turco, ma entro il 2020 dovrà uscire dal capitale e vendere la propria quota. Ciò per evitare salvataggi permanenti sulla falsariga della vecchia Gepi.
Una variante della prima via è quella applicata da Invitalia a Termini Imerese, attraverso lo strumento del Contratto di Programma, che, però, vede la partecipazione anche della Regione e un maggior esborso di fondi pubblici: strada in questo caso miseramente fallita perché il partner prescelto, la Blutec, è risultato inaffidabile. Quale di questi potrebbe applicarsi alla Whirlpool? Il più adatto sarebbe il Contratto di Sviluppo, ma richiede che la multinazionale, almeno pro quota, resti nel capitale. Altrimenti si potrebbe provare a fare un equity con gli svizzeri della Prs, che si sono dimostrati interessati. Auspicando che non si rivelino un bluff come molti paventano.