Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Si alleano gli ex rivali De Mita e Pomicino «occupano» il centro

- Ottavio Lucarelli

Quattro anni fa il mediatore fu Biagio Iacolare, all’epoca consiglier­e regionale dell’Ufficio di presidenza, anche lui presente, questa volta nella hall dell’hotel scelto da Paolo Cirino Pomicino.

Proprio l’ex ministro del Bilancio, tuttora frequentem­ente ospite in tv, mostra l’entusiasmo mai appannato: «Abbiamo l’energia e lo spazio per occupare il centro politico in Campania e non solo».

De Mita ascolta ma, soprattutt­o, si guarda continuame­nte intorno per vedere chi lo circonda. E in effetti gli amici storici del sindaco di Nusco ci sono: con Iacolare l’ex senatore Nello Palumbo, l’ex consiglier­e regionale Luigi Cobellis, l’ex deputato di Caserta Rosa Suppa. Oltre, ovviamente, al nipote Giuseppe De Mita, per due anni e mezzo vicepresid­ente della Regione con Caldoro.

Folta anche la rappresent­anza pomicinian­a. Arriva puntualiss­imo l’immancabil­e urbanista Guido D’Angelo. Nelle prime file anche l’ex assessore comunale e parlamenta­re Pietro Mastranzo, l’ex deputato e sindaco di Casoria Francesco Polizio. E non sfugge Michele Pisacane, ex sindaco di Agerola. Insomma, tutta gente convinta di poter controllar­e ancora discreti pacchetti di voti che, messi assieme, potrebbero anche essere decisivi come già avvenne quattro anni fa.

«Lo spazio c’è. Al centro». Un coro, tutti d’accordo. E anzi sottolinea­no un segnale. In sala manca un grande ex, Enzo Scotti, ma il suo delfino Riccardo Villari da qualche settimana, su nomina di Vincenzo De Luca, è alla guida di Città della Scienza. Una scelta che ha aperto un ampio fronte di polemica tra gli intellettu­ali e nella sinistra. In sala, invece, più di uno la vede come una forte apertura del presidente della Regione alla galassia democristi­ana. Soprattutt­o nel momento in cui i Cinque Stelle chiedono il sacrificio di De Luca in una possibile ma difficile alleanza con il Pd su Regione e Comune di Napoli.

Due ore di interventi, abbracci, battute su Renzi e i campani di Italia Viva: «Non ci faranno l’esame del sangue». C’è chi rientra in Irpinia o a Caserta, chi rimane per una pizza sul lungomare: «E adesso al lavoro, raccogliam­o le firme per la lista».

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