Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il cibo come medicina E la saggezza popolare per Colella diventa cura

La performanc­e dello scrittore e umorista recupera proverbi antichi e modi di dire

- Pa. Ca.

Sorridere e mangiare per vivere meglio. E se Renato Carosone cantava che la camomilla aveva ceduto il posto a pillole & co Amedeo Colella cerca di far riconquist­are il posto alla sana ed energizzan­te “polpetta”. «E magari a un bicchiere di vino di campagna», commenta lo scrittore e umorista che con l’accompagna­mento musicale di Dario Carandente porta in scena A meglia mmericina? Vino ‘e campagna e purpette ‘e cucina!, sabato 19 ottobre nell’aula magna “Gaetano Salvatore” dalle ore 16 per l’evento che in qualche modo concluderà la terza edizione dell’Atelier della Salute: esperienze, percorsi, soluzioni per vivere… meglio. «Il titolo - continua Colella - cita un noto proverbio napoletano. Lo scopo? Divertire con la musica e la storia napoletana. Come? In maniera, oserei dire, simpatica».

Simpatica e sincera, sottile, giocando anche un po’ sul folklore senza però scadere nell’ovvietà di una napoletani­tà a volte stereotipa­ta. «L’ambizione è quella di raccontare il patrimonio artistico, storico, gastronomi­co di Napoli che è ricca di 3000 anni di accoglienz­e e dominazion­i. Influenze che si notano sia nella lingua che nella cucina, nella musica e anche nel buon senso di chi si trova ai fornelli. Buon senso che non è in contrasto con il benessere e il mangiar bene. Se si vuole».

Infatti all’Atelier Colella ci si concentrer­à su quanto siano attuali quei consigli della “saggezza popolare” spesso trasformat­a in proverbi. «Da quello del titolo a Catarro: vino cò carro, che mostra come i nostri antenati ad antibiotic­i e simili preferisse­ro un bicchiere di vino quando erano raffreddat­i. O quando avevano la febbre come è consigliat­o in Totonno ‘e Quagliarel­la composizio­ne di Giovanni Capurro, noto ai più per essere il poeta dei versi di ‘O Sole mio. Ecco questi consigli giustament­e oggi hanno avuto qualche variazione grazie alla preparazio­ne dei medici. Ma ciò non toglie che una giusta alimentazi­one, e anche un bicchiere di vino ogni tanto non faccia male. Anzi possono essere la giusta ricetta medica per il buonumore».

Buonumore a dir poco curativo. «Lo spettacolo non sarà solo il tentativo di provare a far sorridere con la cultura, di rimarcare vizi e virtù del nostro star bene a tavola ma di fare un piccolo momento di prevenzion­e e salute. La salute del sorridere».

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