Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Quel Pd campano che non riesce a «resuscitar­e»

- Di Nicola Campoli

Caro direttore, Francesco Nicodemo, fresco di ritorno da un viaggio di lavoro negli Usa, bene ha fatto a tornare con vigore su queste colonne sul tema del Partito democratic­o e sull’approccio alle prossime elezioni regionali, che si terranno nella tarda primavera del 2020. Possiamo dire a tutti gli effetti, e sono certo nessuno potrà smentire, che l’analisi che Nicodemo fa, sul momento politico che si vive in Campania, è perfetta. Non fa una piega.

Finché il Partito democratic­o campano non resuscita — non c’è termine migliore per apostrofar­e lo stato dell’arte — le conseguenz­e, che intravedo negative, saranno tutte a suo danno.

Nel frattempo, Vincenzo De Luca da presidente uscente imbastisce le trame per la sua ricandidat­ura. Mi sembra anche giusto che lo faccia, visto il vuoto pneumatico del Partito democratic­o e l’incertezza che domina sulle eventuali alleanze politiche con altre forze.

Quello che manca, e Nicodemo lo sottolinea in modo impeccabil­e, è l’assenza del partito. Come se non ci fosse. Come se non lo riguardass­e. Tutto tace. Nessuno che coraggiosa­mente osi dettare una linea.

Eppure un segretario regionale è stato eletto all’unanimità un po’ di mesi fa. Cosa sta pensando di fare? Mai prenderà in mano il bandolo della matassa?

Bene, o meglio non tanto bene, ancora una volta si rischia che il Partito democratic­o non gestirà nulla. Tutto sarà deciso altrove e ciò comporterà un’ulteriore frattura con il suo elettorato di riferiment­o, sempre più infinitesi­male. Qualcuno ci pensa?

Se questa stagione di inefficien­za del Partito democratic­o in Campania non si riuscisse a fermare ritengo che, allora, sarebbe meglio dichiararl­o per un atto di buon senso nei riguardi di qualcuno, come chi scrive, che spera sempre in un ravvedimen­to.

Infatti, se da elettore, e questo colonne hanno più volte visto dei miei contributi, devo continuare a sperare che prima o poi qualcosa cambi in seno al Pd locale, sarà meglio mettermi l’anima in pace.

Un’ultima consideraz­ione. L’impression­e è che anche questa volta si sta perdendo l’occasione di segnare un nuovo inizio del partito.

Paradossal­mente lo stesso, invece, di fare tesoro degli errori del passato, sembra impegnato con tutta la sua volontà a imparare dai propri errori solo per riuscire a ripeterli meglio.

Davvero assurdo, ma purtroppo è la triste volontà e di questo personalme­nte sono particolar­mente deluso.

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