Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Quel Pd campano che non riesce a «resuscitare»
Caro direttore, Francesco Nicodemo, fresco di ritorno da un viaggio di lavoro negli Usa, bene ha fatto a tornare con vigore su queste colonne sul tema del Partito democratico e sull’approccio alle prossime elezioni regionali, che si terranno nella tarda primavera del 2020. Possiamo dire a tutti gli effetti, e sono certo nessuno potrà smentire, che l’analisi che Nicodemo fa, sul momento politico che si vive in Campania, è perfetta. Non fa una piega.
Finché il Partito democratico campano non resuscita — non c’è termine migliore per apostrofare lo stato dell’arte — le conseguenze, che intravedo negative, saranno tutte a suo danno.
Nel frattempo, Vincenzo De Luca da presidente uscente imbastisce le trame per la sua ricandidatura. Mi sembra anche giusto che lo faccia, visto il vuoto pneumatico del Partito democratico e l’incertezza che domina sulle eventuali alleanze politiche con altre forze.
Quello che manca, e Nicodemo lo sottolinea in modo impeccabile, è l’assenza del partito. Come se non ci fosse. Come se non lo riguardasse. Tutto tace. Nessuno che coraggiosamente osi dettare una linea.
Eppure un segretario regionale è stato eletto all’unanimità un po’ di mesi fa. Cosa sta pensando di fare? Mai prenderà in mano il bandolo della matassa?
Bene, o meglio non tanto bene, ancora una volta si rischia che il Partito democratico non gestirà nulla. Tutto sarà deciso altrove e ciò comporterà un’ulteriore frattura con il suo elettorato di riferimento, sempre più infinitesimale. Qualcuno ci pensa?
Se questa stagione di inefficienza del Partito democratico in Campania non si riuscisse a fermare ritengo che, allora, sarebbe meglio dichiararlo per un atto di buon senso nei riguardi di qualcuno, come chi scrive, che spera sempre in un ravvedimento.
Infatti, se da elettore, e questo colonne hanno più volte visto dei miei contributi, devo continuare a sperare che prima o poi qualcosa cambi in seno al Pd locale, sarà meglio mettermi l’anima in pace.
Un’ultima considerazione. L’impressione è che anche questa volta si sta perdendo l’occasione di segnare un nuovo inizio del partito.
Paradossalmente lo stesso, invece, di fare tesoro degli errori del passato, sembra impegnato con tutta la sua volontà a imparare dai propri errori solo per riuscire a ripeterli meglio.
Davvero assurdo, ma purtroppo è la triste volontà e di questo personalmente sono particolarmente deluso.