Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Carfagna infiamma FI: «Mai in piazza assieme a CasaPound»
«Dove c’è Casapound non posso stare io e per me è un dovere dirlo». Ventiquattro ore sui carboni ardenti in casa azzurra. Prima il sì del fondatore Silvio Berlusconi alla piazza salviniana: contro il governo delle tasse e delle manette agli evasori. Poi la notizia dell’adesione (e non è la prima volta) dell’estrema destra.
Alla fine, tra mugugni e tormenti, interviene Mara Carfagna: «È giusto manifestare contro una manovra fatta di tasse e debito pubblico, come quella che le sinistre al governo stanno per infliggere agli italiani. Ma ritrovarsi in piazza fianco a fianco con esponenti di estrema destra, che hanno annunciato la propria presenza sabato a San Giovanni, non potrebbe che creare difficoltà in chi, come me, ha vissuto e condiviso la storia e i valori rappresentati negli ultimi 25 anni da Forza Italia». E aggiunge: «Per questo condivido le perplessità già esposte da autorevoli colleghi e l’invito rivolto al mio partito a riflettere sulla partecipazione a una manifestazione che sta assumendo una connotazione ben distante dalle nostre radici liberali, moderate, riformiste». Gli unici colleghi ad aver apertamente detto no sono Osvaldo Napoli e Lucio Malan. Perché in realtà dentro Forza Italia i mal di pancia si sommano giorno dopo giorno, ma difficilmente emergono.
E ha gioco facile chi, come il Pd, si insinua nelle crepe di un partito in una crisi che sembra irreversibile. «Anche i fascisti di Casapound saranno in piazza con la Lega a Roma sabato, invitati direttamente da Salvini: per Forza Italia, per Silvio Berlusconi, per Mara Carfagna e per tutti coloro che si definiscono moderati di centrodestra, va bene così? Non hanno nulla da dire?».
Chiede il dem Ubaldo Pagano. La risposta di Carfagna non lascia dubbi. Se non in casa Forza Italia. Perché a leggere i commenti ci si divide a metà tra coloro che invitano «a non spaccare in questo momento il centrodestra che deve essere unito» e chi invece sostiene che «scomporre per ricomporre» sia l’unica via d’uscita per Forza Italia dalla stretta di Salvini.
Ed è anche la divisione interna al partito. Visti soprattutto i silenzi. Certo è che Carfagna da tempo si sta ritagliando un ruolo molto diverso: antisovranista, europeista, liberale e democratica. Insomma assai più vicina a Matteo Renzi o a Carlo Calenda che ai cugini leghisti. Da tempo si sussurra di un suo addio amaro a Forza Italia, dinanzi all’impossibilità di incidere. E che aspetti solo un ultimo «sciogliete le file» del gran capo.