Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Insigne non sia l’eterno incompreso Mertens? Non competo con la Cina»
Il presidente azzurro: «Non ho litigato con Ancelotti lo terrei con me altri 10 anni»
Aurelio De Laurentiis, ieri a Napoli per la firma della convenzione dello stadio San Paolo, ha parlato a 360 gradi della squadra, degli obiettivi e dell’allenatore Carlo Ancelotti. A Insigne ha consigliato «di stare tranquillo» E ha aggiunto: «Dia il massimo in campo, altrimenti resterà l’eterno incompreso». Sui rinnovi di Mertens e Callejon: «Non competo con la Cina».
NAPOLI Piaccia oppure no, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, va dritto al cuore del problema. E se in questo momento Insigne non si sente appagato - mercoledì ha incontrato Ancelotti insieme con il suo agente Mino Raiola - Mertens e Callejon sarebbero tentati dalle sirene cinesi e, ancora, il tifoso medio reclama dopo dodici anni un titolo sportivo, lui ha risposte per tutti. Lucide, razionali. Probabilmente autentiche.
Presidente, perché Insigne è scontento?
«Deve tranquillizzarsi, ha sempre dato la sensazione che Napoli gli andasse scomoda e, in ogni caso, se non è felice qui faccia le sue valutazioni. Se vuole andar via, allora dia il massimo in campo affinchè non resti soltanto l’eterno incompreso. Non c’ero al summit con Raiola e Ancelotti, ma il suo problema è che deve capire da grande cosa vuole fare. Insigne mi piace e mi sta anche simpatico ma immagino che il suo procuratore abbia capito con buon senso che in questi mesi ha avuto un calo di rendimento e di concentrazione e quindi ha voluto una verifica con l’allenatore. Del resto, è un giocatore che ha avuto un rapporto sempre abbastanza ondivago con gli allenatori che si sono succeduti qui a Napoli».
Mertens e Callejon hanno un rapporto più stretto con la città, ma sono in scadenza di contratto.
«Discorso diverso. La mia proposta di rinnovo per entrambi è datata otto mesi fa e quelle restano le mie condizioni. Non posso garantire soldi dei cinesi, per cui se hanno deciso di cambiare continente e vita per soldi facciano pure. Mertens è un ragazzo che mi piace molto, è e ha anche una leadership. Sarei felice se continuasse con noi anche da dirigente e poi, se posso dargli un consiglio: non credo che in Cina si troverebbe bene». Koulibaly è una bandiera. «Beh, ricordiamoci sempre che ho rinunciato a 105 milioni. Ma prima o poi dovrò venderlo, sta nel corso delle cose».
Così mette ansia alla tifoseria, però.
«Ma ansia di cosa? Credo di aver dedicato al calcio attenzione e investimenti in questi anni, e sono i numeri a dirlo. Quando con Mazzarri arrivammo secondi e agli ottavi di Champions avevamo una squadra con un tetto ingaggi pari a 32/33 milioni. Evidentemente con una qualità inferiore. Oggi i nostri ingaggi sfiorano i 150 milioni. Francaintelligente mente più di questo non posso fare. Non guardiamo agli indebitamenti delle altre squadre o al fondo che sostiene il Milan o ai cinesi. Noi siamo un club che si autofinanzia e proviamo a ottenere il massimo. Poi per vincere un titolo c’è bisogno non solo di fortuna ma anche di episodi sfortunati per gli altri. Noi dobbiamo sempre farci trovare pronti e siamo lì. È il nostro percorso, giusto che i tifosi se ne facciano una ragione».
Ancelotti è il top tra gli allenatori. Ma è vero che ci ha litigato nelle ultime settimane?
«Stiamo scherzando, immagino. Ancelotti è una persona che terrei con me a vita. Per altri dieci anni, se fosse possibile. Ha ancora due anni di contratto e se rinnovasse sarei contento. Ci sentiamo spesso e ci confrontiamo sulla squadra, ma siamo assolutamente in sintonia. É una persona che stimo e nei rapporti di questo tipo a me piace essere continuativo. Ho letto e sentito tante stupidaggini, la verità è che ho consigliato io al mister di far ruotare tutti i giocatori. Poi è lui che sceglie la formazione definitiva sia in campionato che in coppa. Come è giusto che sia. Chiaro che il pareggio a Genk mi possa dispiacere, ma poi finisce lì e si va avanti. Adesso abbiamo il Salisburgo e andrò a vedere la partita».
Perché invece al San Paolo non viene spesso?
«C’è un solo motivo: la scaramanzia. L’ultima volta è stato per Napoli-Cagliari, abbiamo perso. E allora, se quando la vedo da casa vinciamo, preferisco così. Poi si vede anche male dalla tribuna».
Si aspettava di più da Lozano?
«Ha bisogno di un po’ di tempo per abituarsi al campionato italiano, non mettiamogli pressione. Del resto, sono convinto che neanche Fabian Ruiz si sia ancora espresso al massimo delle sue potenzialità».
Di Lorenzo?
«Grande e intelligente persona, sono proprio contento che stia con noi».
Il procuratore antimafia, Cafiero de Raho, le ha fatto i complimento per la gestione dei rapporti con gli ultrà.
«Ho fatto sempre la mia parte contro i facinorosi, ma purtroppo gli stadi in Italia sono alla mercé di tutti. Anche della criminalità e il capo della polizia non fa quasi nulla. Mancano soldi, mancano agenti e forze dell’ordine. L’ultima cosa importante fu fatta dall’ex ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, che nel 2006 istituì i tornelli».
Una curiosità: ha mai pensato di riprendere Higuain?
«Perché no. Se Ancelotti me lo chiedesse...».
Lorenzo deve tranquillizzarsi, ha sempre dato la sensazione che Napoli gli andasse scomoda e, in ogni caso, se qui non è felice faccia le sue valutazioni Dia il massimo in campo però
Koulibaly è il nostro fiore all’occhiello, ricordiamoci sempre che ho rinunciato a 105 milioni Prima o poi però dovrò venderlo, sta nel corso delle cose Di Lorenzo è il top