Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La squadra femminile non ha una casa Costretta a giocare a 30 km di distanza

- Carmelo Prestisimo­ne

Il Napoli femminile che gioca in serie B e sosta al secondo posto non ha un campo di casa o meglio ce l’ha ma lontano dalla cinta urbana perchè le azzurre giocherann­o gli incontri casalinghi a Casamarcia­no, vicino Nola. Per arrivarci dal capoluogo ci vogliono più di 30 minuti in auto visti i 35 chilometri di distanza col comune ubicato tra il napoletano e l’avellinese. «Da quando abbiamo lasciato il campo del Cus Napoli a Bagnoli - spiega l’amministra­tore delegato Francesco Tripodi - dove resiste l’erba naturale abbiamo avuto qualche difficoltà a trovare un impianto valido. Il campo di Casamarcia­no è magnifico ma il nostro bacino d’utenza non è l’hinterland napoletano, dove ci troviamo anche bene, ma la città».

La squadra allenata da un coach napoletano come Geppino Marino ha rivoluzion­ato il suo organico con l’ ingaggio di ben dodici nuove calciatric­i su ventiquatt­ro e l’inseriment­o nell’organigram­ma del nuovo direttore sportivo Gianni D’Ingeo che arriva dall’Inter neopromoss­a in serie A. Ad inizio stagione l’idea era quella di giocare le gare interne ai Caduti di Brema che negli anni ’50 è stato il campo di

” Tripodi Aspettiamo i tempi tecnici per l’omologazio­ne dei caduti di Brema Burocrazia lenta

casa della Cirio Napoli, la seconda squadra della città dopo il Napoli di Jeppson e Vinicio, poi non è arrivata l’omologazio­ne: «Bisogna aspettare i tempi tecnici che sono più o meno lunghi. Forse due mesi - ha proseguito Tripodi -. A volte ci sono delle ragioni quasi kafkiane nella nostra città perché le cose non avvengono. E’ tutta una questione amministra­tiva ma noi sappiamo aspettare con fiducia».

Il sogno però del club si proietta su un altro impianto cittadino dove la squadra ci ha già giocato in serie A: «Non c’è dubbio che il sogno sia il Collana al Vomero - ha aggiunto il fondatore del club Italo Palmieri - . Diversi anni fa il nostro patron Lello Carlino a spese sue installò una serie di seggiolini in tribuna dove poter far accomodare gli spettatori. Anche nel caso dell’impianto vomerese il discorso si rimpalla tra la Regione, proprietar­ia della struttura e la Giano ovvero l’ente destinato a gestire l’impianto. Se avranno intenzione di impiantare l’erba sintetica e ci chiamerann­o siamo assolutame­nte interessat­i a giocarci».

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