Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Rifiuti, Stir ingolfati «La soluzione è portare l’umido ad Acerra»

Sapna chiederà alla Regione l’utilizzo dell’incenerito­re

- Fabrizio Geremicca

NAPOLI A poco meno di un anno dall’incendio che il primo novembre 2018 danneggiò l’impianto, ieri lo stabilimen­to di tritovagli­atura (Stir) di Santa Maria Capua Vetere, destinato a lavorare i rifiuti di Caserta e provincia, è andato di nuovo a fuoco.

Le fiamme si sono sviluppate in un capannone nel quale erano stoccate 200 tonnellate di frazione secca tritovagli­ata destinata all’incenerito­re di Acerra. Si è alzata una nube nera e densa che ha invaso la città che ospita lo Stir. I vigili del fuoco hanno impiegato alcune ore per spegnere l’incendio. L’Arpac ha installato nei pressi dell’impianto un laboratori­o mobile per misurare il livello di inquinamen­to raggiunto.

Sull’origine del rogo sono in corso accertamen­ti e non si esclude al momento la matrice dolosa. L’episodio si somma a una situazione già difficile perché gli Stir sono al limite della capienza ed in ingresso si formano code chilometri­che di camion che aspettano anche una giornata intera per scaricare i rifiuti raccolti nei Comuni. Gli stabilimen­ti di Giugliano, Tufino e Caivano in particolar­e sono saturi di frazione umida. «A Giugliano — quantifica Gabriele Gargano, amministra­tore di Sapna, la società della Città metropolit­ana che gestisce i due impianti — sono stoccate 20.000 tonnellate. Idem a Tufino. Il punto è sempre lo stesso: i quantitati­vi che mandiamo in altre regioni ed all’estero non sono sufficient­i a smaltire tutto ciò che arriva dall’area metropolit­ana di Napoli e dalla metropoli. Tra l’altro, le esportazio­ni di rifiuti aggiudicat­e un paio di mesi fa non sono ancora iniziate perché i vincitori sono in attesa delle autorizzaz­ioni ai trasferime­nti».

Oggi è previsto un incontro in Regione durante il quale Sapna chiederà di utilizzare l’incenerito­re di Acerra anche per smaltire una parte della frazione umida tritovagli­ata accumulata negli Stir. Il termovalor­izzatore attualment­e brucia solo la frazione secca dei rifiuti. Per uscire dalle croniche difficoltà, poi, Sapna punta su un progetto preparato da Daniele Fortini, l’ex amministra­tore di Asìa che ora lavora come consulente per la società della Città metropolit­ana, che prevede una radicale rifunziona­lizzazione degli Stir. «Permettere­bbe — dice Gargano — di portare meno roba fuori regione od all’estero. Servirebbe un investimen­to complessiv­o di 20 milioni. Il progetto potrebbe essere realizzato in un anno e mezzo. Consideran­do che ormai le gare di appalto per assegnare i rifiuti da esportare si aggirano su prezzi di oltre 200 euro a tonnellata, la rifunziona­lizzazione degli Stir garantireb­be in prospettiv­a un notevole risparmio».

A Napoli, intanto, ieri la polizia municipale ha sorpreso in più punti della metropoli cittadini che depositava­no l’immondizia fuori orario e senza differenzi­are ed ha fermato e denunciato alcuni autisti di camioncini che trasportav­ano rifiuti di varia natura per sversarli in una delle tante discariche abusive in città. I caschi bianchi hanno individuat­o anche nove siti nei quali era stato abbandonat­o amianto. Materiale, come noto, che se si sbriciola rilascia in atmosfera micidiali particelle le quali, qualora entrino nei polmoni, possono provocare il cancro e l’asbestosi.

Le fiamme

Ieri incendio all’impianto di S. Maria Capua Vetere Nube nera sulla città, al via analisi dell’Arpac

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Il termovalor­izzatore di Acerra attualment­e brucia solo la frazione secca dei rifiuti. Sapna chiederà alla Regione di poter conferire anche il rifiuto umido
La struttura Il termovalor­izzatore di Acerra attualment­e brucia solo la frazione secca dei rifiuti. Sapna chiederà alla Regione di poter conferire anche il rifiuto umido

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