Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Rifiuti, Stir ingolfati «La soluzione è portare l’umido ad Acerra»
Sapna chiederà alla Regione l’utilizzo dell’inceneritore
NAPOLI A poco meno di un anno dall’incendio che il primo novembre 2018 danneggiò l’impianto, ieri lo stabilimento di tritovagliatura (Stir) di Santa Maria Capua Vetere, destinato a lavorare i rifiuti di Caserta e provincia, è andato di nuovo a fuoco.
Le fiamme si sono sviluppate in un capannone nel quale erano stoccate 200 tonnellate di frazione secca tritovagliata destinata all’inceneritore di Acerra. Si è alzata una nube nera e densa che ha invaso la città che ospita lo Stir. I vigili del fuoco hanno impiegato alcune ore per spegnere l’incendio. L’Arpac ha installato nei pressi dell’impianto un laboratorio mobile per misurare il livello di inquinamento raggiunto.
Sull’origine del rogo sono in corso accertamenti e non si esclude al momento la matrice dolosa. L’episodio si somma a una situazione già difficile perché gli Stir sono al limite della capienza ed in ingresso si formano code chilometriche di camion che aspettano anche una giornata intera per scaricare i rifiuti raccolti nei Comuni. Gli stabilimenti di Giugliano, Tufino e Caivano in particolare sono saturi di frazione umida. «A Giugliano — quantifica Gabriele Gargano, amministratore di Sapna, la società della Città metropolitana che gestisce i due impianti — sono stoccate 20.000 tonnellate. Idem a Tufino. Il punto è sempre lo stesso: i quantitativi che mandiamo in altre regioni ed all’estero non sono sufficienti a smaltire tutto ciò che arriva dall’area metropolitana di Napoli e dalla metropoli. Tra l’altro, le esportazioni di rifiuti aggiudicate un paio di mesi fa non sono ancora iniziate perché i vincitori sono in attesa delle autorizzazioni ai trasferimenti».
Oggi è previsto un incontro in Regione durante il quale Sapna chiederà di utilizzare l’inceneritore di Acerra anche per smaltire una parte della frazione umida tritovagliata accumulata negli Stir. Il termovalorizzatore attualmente brucia solo la frazione secca dei rifiuti. Per uscire dalle croniche difficoltà, poi, Sapna punta su un progetto preparato da Daniele Fortini, l’ex amministratore di Asìa che ora lavora come consulente per la società della Città metropolitana, che prevede una radicale rifunzionalizzazione degli Stir. «Permetterebbe — dice Gargano — di portare meno roba fuori regione od all’estero. Servirebbe un investimento complessivo di 20 milioni. Il progetto potrebbe essere realizzato in un anno e mezzo. Considerando che ormai le gare di appalto per assegnare i rifiuti da esportare si aggirano su prezzi di oltre 200 euro a tonnellata, la rifunzionalizzazione degli Stir garantirebbe in prospettiva un notevole risparmio».
A Napoli, intanto, ieri la polizia municipale ha sorpreso in più punti della metropoli cittadini che depositavano l’immondizia fuori orario e senza differenziare ed ha fermato e denunciato alcuni autisti di camioncini che trasportavano rifiuti di varia natura per sversarli in una delle tante discariche abusive in città. I caschi bianchi hanno individuato anche nove siti nei quali era stato abbandonato amianto. Materiale, come noto, che se si sbriciola rilascia in atmosfera micidiali particelle le quali, qualora entrino nei polmoni, possono provocare il cancro e l’asbestosi.
Le fiamme
Ieri incendio all’impianto di S. Maria Capua Vetere Nube nera sulla città, al via analisi dell’Arpac