Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Zigon: così il «Green New Deal» salverà il Sud
Il patron di Getra: il futuro passa attraverso un ambientalismo non ideologico, tendente a una crescita sostenibile
Tra i Campioni invitati a Capri alla kermesse dei giovani industriali c’è Marco Zigon, presidente di Getra.
Ingegnere, come si colloca il suo gruppo sul terreno della transizione energetica?
«Getra opera da anni nella filiera delle reti e della produzione di energia elettrica, anche da fonti rinnovabili. I nostri prodotti servono per l’interconnessione delle reti. Abbiamo due stabilimenti al Sud, in Campania, ma siamo oggettivamente leader in Italia in questo settore e tra i primi in Europa, verso i cui mercati puntiamo sempre di più».
Non a caso, allora, siete stati scelti come buona pratica da Confindustria.
«Il nostro è un complesso industriale altamente automatizzato. Dopo un recente investimento e ricerca; 70% export; 350 occupati in Italia e altri 200 come indotto nel mondo, il 20% degli impiegati impegnato nella ricerca. Due stabilimenti in Campania. Siamo un player globale».
Nella sua intervista pubblica a Capri lei parlerà di sostenibilità ambientale da incentivare. In che modo?
«Oggi energia e digitalizzazione vanno a braccetto. Il futuro passa attraverso un ambientalismo non ideologico da decrescita felice ma tendente a una crescita sostenibile. Partendo da un elemento: oggi, fatta 100 l’energia globale, quella elettrica pesa tra un quarto e un quinto, percentuale che dovrà significativamente crescere».
E qui entrano in gioco le fonti rinnovabili.
«Certo, grazie alle rinnovabili, ma anche allontanando la produzione dal consumo. Non a caso nel programma di Governo si parla di Green New Deal. La protezione dell’ambiente postula un uso più spinto del gas rispetto al petrolio, risparmi energetici, mobilità sempre più elettrica».
Sembra un piano avveniristico.
«Non lo è. E proprio il Sud, grazie all’essere baricentrico tra bacino del Mediterraneo ed Europa continentale, può contribuire all’energia pulita, nel ruolo di ponte tra il solare fotovoltaico del Nord Africa, l’idroelettrico dei Balcani e l’eolico del mare del Nord».
Domani, a Capri, racconterò ai Giovani industriali i nostri super trasformatori controllati da remoto
Una bella utopia?
«No, una strada obbligata. Ma mentre l’informatica si muove su fibre ottiche o via etere, l’energia richiede grandi reti intelligenti e interconnessioni, perché non si può trascurare il fatto che le fonti rinnovabili sono, per loro natura, discontinue e, per sfruttarle adeguatamente, vanno stoccate».