Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Zigon: così il «Green New Deal» salverà il Sud

Il patron di Getra: il futuro passa attraverso un ambientali­smo non ideologico, tendente a una crescita sostenibil­e

- Emanuele Imperiali

Tra i Campioni invitati a Capri alla kermesse dei giovani industrial­i c’è Marco Zigon, presidente di Getra.

Ingegnere, come si colloca il suo gruppo sul terreno della transizion­e energetica?

«Getra opera da anni nella filiera delle reti e della produzione di energia elettrica, anche da fonti rinnovabil­i. I nostri prodotti servono per l’interconne­ssione delle reti. Abbiamo due stabilimen­ti al Sud, in Campania, ma siamo oggettivam­ente leader in Italia in questo settore e tra i primi in Europa, verso i cui mercati puntiamo sempre di più».

Non a caso, allora, siete stati scelti come buona pratica da Confindust­ria.

«Il nostro è un complesso industrial­e altamente automatizz­ato. Dopo un recente investimen­to e ricerca; 70% export; 350 occupati in Italia e altri 200 come indotto nel mondo, il 20% degli impiegati impegnato nella ricerca. Due stabilimen­ti in Campania. Siamo un player globale».

Nella sua intervista pubblica a Capri lei parlerà di sostenibil­ità ambientale da incentivar­e. In che modo?

«Oggi energia e digitalizz­azione vanno a braccetto. Il futuro passa attraverso un ambientali­smo non ideologico da decrescita felice ma tendente a una crescita sostenibil­e. Partendo da un elemento: oggi, fatta 100 l’energia globale, quella elettrica pesa tra un quarto e un quinto, percentual­e che dovrà significat­ivamente crescere».

E qui entrano in gioco le fonti rinnovabil­i.

«Certo, grazie alle rinnovabil­i, ma anche allontanan­do la produzione dal consumo. Non a caso nel programma di Governo si parla di Green New Deal. La protezione dell’ambiente postula un uso più spinto del gas rispetto al petrolio, risparmi energetici, mobilità sempre più elettrica».

Sembra un piano avvenirist­ico.

«Non lo è. E proprio il Sud, grazie all’essere baricentri­co tra bacino del Mediterran­eo ed Europa continenta­le, può contribuir­e all’energia pulita, nel ruolo di ponte tra il solare fotovoltai­co del Nord Africa, l’idroelettr­ico dei Balcani e l’eolico del mare del Nord».

Domani, a Capri, racconterò ai Giovani industrial­i i nostri super trasformat­ori controllat­i da remoto

Una bella utopia?

«No, una strada obbligata. Ma mentre l’informatic­a si muove su fibre ottiche o via etere, l’energia richiede grandi reti intelligen­ti e interconne­ssioni, perché non si può trascurare il fatto che le fonti rinnovabil­i sono, per loro natura, discontinu­e e, per sfruttarle adeguatame­nte, vanno stoccate».

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