Corriere del Mezzogiorno (Campania)
BISOGNAVA PREVENIRE IL CAOS
Arrangiatevi! Per quanta esaltazione del valore identitario della Napoletanità nelle sue varie e ricorrenti declinazioni possa esserci, questo invito, sempre sottinteso se non esplicito, bisognerà, se non scriverlo in premessa di qualsiasi trattato, almeno tenerlo a mente e mai dimenticarlo. Pur consolandoci con il sole, il mare, il Vesuvio… Non so se i napoletani, ma anche le migliaia di pendolari da provincia e regione, fermi sulla Tangenziale e prigionieri delle loro auto, stiano contemplando e ammirando, guard rail permettendo, le nostre impareggiabili bellezze. Oltretutto ne godono gratis mentre i turisti pagano per venire a vederle.
Ironia a parte, va detto che c’è tutta Napoli, Napoletanità compresa, nel caos di questi giorni sull’arteria «urbana» della città. Che ormai è fondamentale e quasi unica per andare da est a ovest e viceversa, essendo improponibili l’alternativa del Corso o quella della «litoranea» più a valle. Tanto urbana che, oltre i numerosi svincoli esistenti, se ne vorrebbe realizzare un altro per il Rione Sanità. Dunque, sono in corso controlli tecnici sul viadotto Capodichino. Necessari per la sicurezza di tutti. Dureranno, alla meglio una ventina di giorni.
In questo periodo le sei corsie si riducono a quattro, due per senso di marcia. Quanto basta per trasformare l’imbuto all’inizio e alla fine del tratto interessato in un nodo scorsoio, tenuto conto che già con le corsie normali in molte ore del giorno l’arteria è un tappeto di auto in lento movimento e a tratti fermo, con code che da un lato partono da via Cilea e dall’altro vanno ben al di là dell’uscita per Capodichino.
I comunicati della società edulcorano le conseguenze parlando di disagi. Inevitabili: sono in corso verifiche tecniche indispensabili anche perché giustamente incombe l’incubo del crollo di Genova. E non è neanche il caso di immaginare che cosa potrebbe accadere se non si intervenisse.
Allora qual è il problema? Il solito vien da dire. Finora nessun piano è stato adottato per ridurre i disagi e non paralizzare l’autostrada urbana e la città. Occorreva farne uno fin dal momento in cui si era profilata la necessità dell’intervento, era naturale che al Comune o in Prefettura o nella sede della Tangenziale ci si riunisse per predisporre le misure necessarie a fronteggiare le sicure difficoltà. Intorno a un tavolo — se ne fanno tanti inutili — il prefetto, il sindaco e/o gli assessori interessati, il comandante dei vigili urbani, i dirigenti del servizio di trasporto, ovviamente lo stato maggiore della Tangenziale
avrebbero dovuto approntare esattamente quel piano che non c’è. Non entro nel merito per dire se, come è stato proposto, andasse eccezionalmente aperto il corridoio lungo il mare, attualmente pedonalizzato, o se si dovessero lasciare aperti i caselli, o se fosse necessario potenziare il trasporto pubblico e adeguare il servizio di vigilanza urbana. Ma era — ed è — necessario fare qualcosa, di coordinato e razionale. Invece…
Leggo da una sua intervista pubblicata da Il Mattino che il presidente della Tangenziale, Paolo Cirino Pomicino, ha consultato l’assessore comunale ed attende una risposta, mentre non è riuscito neanche a parlare con il prefetto. Chissà che quando leggerete non sia avvenuto il miracolo. In ogni caso, cari concittadini, arrangiamoci! Come sempre! Tanto ci sta il mare, tanto ci sta il sole… E se non li vediamo bene, sempre che non siamo in galleria, usciamo dall’auto perché abbiamo tutto il
tempo per farlo. Chissà che «loro» non abbiano voluto farci proprio questo regalo. Con i sudditi non si fa così? E quando si faranno gli Stati generali per farci sentire un po’, solo un po’, anche cittadini?