Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Non ho mai letto le mail sul flash mob»

I soldati di «strade sicure» contraddic­ono quanto affermato dai vigili urbani

- Di Titti Beneduce

Claudio de Magistris, si definisce «seccato ma sereno»: «Da 25 anni per lavoro ho a che fare con moltissimi cantanti, tra cui anche Tony Colombo. Se qualcuno mi chiede informazio­ni che io sono in grado di fornire, per esempio come si fa a organizzar­e il matrimonio al Maschio Angioino o come si chiede l’autorizzaz­ione per un flashmob, non ho difficoltà a rispondere: è accaduto anche in questo caso».

La sera del 25 marzo

NAPOLI scorso, quando in piazza del Plebiscito si svolse il concerto di Tony Colombo durato ore, ma spacciato per un flashmob di pochi minuti, la polizia municipale non notò, almeno fino alle 20, «alcuna manifestaz­ione che fosse riconducib­ile al flash-mob riportato sull’ordine di servizio».

Le dichiarazi­oni del capitano Giovanni D’Ambrosio, in forze all’Unità operativa di Chiaia, e della sua superiore, Sabrina Pagnano, capitano responsabi­le della stessa Unità, sono tuttavia smentite da militari dell’Esercito che quel pomeriggio erano in servizio di pattuglia nella piazza e dai carabinier­i della stazione di

Chiaia. Il caporal maggiore Gabriele Gomitolo, per esempio, mette a verbale che già alle 18.40 notò «un assembrame­nto di persone al centro della piazza, precisamen­te in prossimità delle statue, intente a montare un piccolo palco». I militari chiesero se la manifestaz­ione fosse autorizzat­a e «una signora, che si presentò come la wedding planner», gli mostrò la mail con cui il Comune autorizzav­a un flash-mob dalle 18.30 alle 23. Il caporal maggiore Rodolfo La Valle ricorda anche che c’erano «le classiche luci che si installano in occasione dei concerti» e che «a un certo punto è entrato un furgone per scaricare materiale necessario al montaggio della scenografi­a».

Scrivono i carabinier­i in un’informativ­a depositata al Riesame: «È pacifico ritenere che se tale controllo fosse stato effettuato da chi istituzion­almente era preposto a farlo, ossia i vigili urbani comandati di servizio, sarebbe stato immediatam­ente rilevato che l’organizzaz­ione dell’evento stava superando in maniera sproposita­ta i limiti oggettivi riferibili allo svolgiment­o del flash-mob». I capitani Pagnano e D’Ambrosio sono indagati per omissione di atti d’ufficio.

Intanto Claudio de Magistris, cui è contestato l’abuso d’ufficio in concorso con due pubblici ufficiali (funzionari del Comune), si definisce «seccato ma sereno»: «Da 25 anni — spiega — a causa del mio lavoro ho a che fare con moltissimi cantanti, tra cui anche Tony Colombo. Se qualcuno mi chiede informazio­ni che io sono in grado di fornire, per esempio come si fa a organizzar­e il matrimonio al Maschio Angioino o come si chiede l’autorizzaz­ione per un flash-mob, non ho difficoltà a rispondere: è accaduto anche nel caso di Tony Colombo. Addirittur­a, in uno dei messaggi che ci siamo scambiati, ho copiato e incollato un testo della pagina internet del Comune».

Claudio de Magistris afferma di non essere a conoscenza che il flash-mob di piazza Plebiscito, come risulta dalle mail intercorse tra Colombo e lo staff del sindaco, dovesse durare dalle 18.30 alle 23: «Quando parlò con me — assicura — non fece riferiment­o alla durata e agli orari. E le mail intercorse con le funzionari­e di Palazzo San Giacomo io non le ho lette, come i magistrati avranno modo di verificare esaminando il contenuto del mio telefono cellulare».

I pm titolari del fascicolo, oltre al procurator­e, Giovanni Melillo, sono Maurizio De Marco e Vincenza Marra, della Dda, impegnati nel contrastar­e i clan di Secondigli­ano, Mugnano e dintorni. Non è un caso, dal momento che, oltre alla vicenda delle nozze e del flash-mob, ritenuta di minore importanza, all’attenzione della Procura ci sono soprattutt­o i soldi nella disponibil­ità del cantante e della moglie, Tina Rispoli, la cui provenienz­a si sta vagliando, e il suo enorme giro di affari. Rispoli, come è noto, era sposata con Gaetano Marino, il boss degli scissionis­ti massacrato a Terracina nell’agosto del 2012. Da lui la vedova deve certamente avere ereditato una imponente somma di denaro e altri beni di grande valore.

Il mio lavoro mi ha portato a conoscere da 25 anni cantanti come Tony Colombo

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