Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Palazzo d’Avalos De Divitiis (Fai): intervenga il soprintend­ente

Riaperto l’anno scorso, ospita mostre ed eventi. Ma l’Agcom lo vuole per sé come sua sede

- di Federico Baccini

Lo sconcerto regna sovrano a Napoli. La città che si è svegliata ieri con l’immagine del salone da ballo di Palazzo d’Avalos in stato di assoluto degrado, cerca oggi risposte. La presidente del Fai Campania, de Divitiis chiede «l’intervento del soprintend­ente».

Un cantiere di imprese

NAPOLI culturali, dal cinema al teatro. Un cantiere per musica, scultura, mostre d’arte. Tante mostre. Stamattina l’inaugurazi­one dell’ultima su Salvador Dalì con 150 pezzi di una collezione privata allestita in diverse sale al secondo piano. Un centro di produzione culturale all’interno di un edificio vanvitelli­ano del diciottesi­mo secolo realizzato per i marchesi di Genzano.

Riaperto il 13 marzo dello scorso anno con una coloratiss­ima inaugurazi­one dopo un lungo abbandono, Palazzo Fondi in via Medina è diventato rapidament­e un punto di riferiment­o per la cultura in città. Il palazzo, con un grande blasone nobiliare nel cortile, da diverso tempo è di proprietà del Demanio che, per recuperarl­o dallo stato di degrado, ha avviato negli anni scorsi alcune operazioni. Una manifestaz­ione di interesse l’ha raccolta l’Agcom che vorrebbe trasferire la propria sede dal Centro direzional­e in via Medina. Un bando di Rigenerazi­one urbana temporanea è stato nel frattempo assegnato alla società privata «Urban value» che ha investito 450 mila euro per mettere in sicurezza due dei tre piani di Palazzo Fondi e gestire l’edificio. Un investimen­to riuscito. La concession­e da parte del Demanio scadrà nel prossimo mese di aprile ma, considerat­i i risultati con forti e crescenti presenze di pubblico anche nelle ore serali, è possibile un rinnovo del contratto.

Il progetto di rigenerazi­one urbana temporanea, avviato con l’obiettivo di creare valore nel breve periodo previsto dal contratto con il Demanio restituend­o alla città, a due passi da piazza Municipio, porto e metropolit­ana, uno spazio finito in disuso trasforman­dolo in un contenitor­e per sperimenta­zioni artistiche, ha infatti creato un volano che ha fatto diventare l’edificio un incubatore di imprese culturali e di formazione con ampio spazio per le start up. Oggi Palazzo Fondi è rigenerato e accoglient­e. Nel ruolo di padrone di casa due giovani location manager, Alessandra e Rosa, una sorta di amministra­tori in un condominio popolato da “inquilini culturali” con un fermento e sinergie che rappresent­ano un unicum in città. Tanto fermento e alcuni partner ormai fissi tra cui la fondazione Its-Bact, ente di formazione nell’ambito delle nuove tecnologie, la «Casa del contempora­neo», centro di produzione teatrale, «Teatri 35», società di produzione e distribuzi­one teatrale. Nei mesi scorsi il «Napoli teatro festival» ha piantato qui radici con tantissime iniziative e una straordina­ria mostra fotografic­a su Mario Francese, giornalist­a ucciso dalla mafia a Palermo nel 1979.

A Palazzo Fondi ha anche trovato sede la “sartoria” della serie televisiva Gomorra con le sale per la prova e la custodia dei costumi. E in una sala è raccolta gran parte della biblioteca personale del drammaturg­o Enzo Moscato con preziosi volumi. Tesori raccolti in uno dei palazzi prestigios­i della città. Una corte dominata da un terrazzo con il blasone della famiglia de Marinis. La scala vanvitelli­ana è un autentico gioiello che conduce fino al secondo piano. Il terzo piano di Palazzo Fondi, infatti, è da restaurare e mettere in sicurezza. Oggi l’inaugurazi­one della mostra di Salvador Dalì, il cui allestimen­to è stato completato nella notte, in un palazzo rigenerato e ricco di iniziative. Un palazzo in continua attività, ma resta la preoccupaz­ione per il futuro. Rimane l’incognita Agcom. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazi­oni, infatti, non ha digerito la scelta del Centro direzional­e e vorrebbe trasferirs­i nel cuore della città. Questa la ragione della manifestaz­ione di interesse inviata al Demanio che preoccupa non solo i privati che hanno investito su Palazzo Fondi ma anche i tanti operatori culturali e i centri di produzione che hanno trovato sede e avviato tra loro una importante serie di sinergie.

Anche il «Napoli teatro festival» è già pronto a ritornare il prossimo anno in via Medina. Una intensa programmaz­ione è prevista per il 2020 ma tutto rischia di rallentare se non sarà ulteriorme­nte prorogato il contratto di concession­e con il Demanio. Mostre, rapporti con produzioni teatrali e cinematogr­afiche hanno bisogno di programmaz­ione e il mese di aprile 2020, in cui scade la concession­e, dal punto di vista culturale è ormai alle porte.

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A sinistra, la corte dominata da un terrazzo con il blasone della famiglia de Marinis. Sopra, alcune sale del palazzo dedicate a mostre e eventi culturali. La struttura è del Demanio
Gli interni A sinistra, la corte dominata da un terrazzo con il blasone della famiglia de Marinis. Sopra, alcune sale del palazzo dedicate a mostre e eventi culturali. La struttura è del Demanio
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