Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Palazzo d’Avalos De Divitiis (Fai): intervenga il soprintendente
Riaperto l’anno scorso, ospita mostre ed eventi. Ma l’Agcom lo vuole per sé come sua sede
Lo sconcerto regna sovrano a Napoli. La città che si è svegliata ieri con l’immagine del salone da ballo di Palazzo d’Avalos in stato di assoluto degrado, cerca oggi risposte. La presidente del Fai Campania, de Divitiis chiede «l’intervento del soprintendente».
Un cantiere di imprese
NAPOLI culturali, dal cinema al teatro. Un cantiere per musica, scultura, mostre d’arte. Tante mostre. Stamattina l’inaugurazione dell’ultima su Salvador Dalì con 150 pezzi di una collezione privata allestita in diverse sale al secondo piano. Un centro di produzione culturale all’interno di un edificio vanvitelliano del diciottesimo secolo realizzato per i marchesi di Genzano.
Riaperto il 13 marzo dello scorso anno con una coloratissima inaugurazione dopo un lungo abbandono, Palazzo Fondi in via Medina è diventato rapidamente un punto di riferimento per la cultura in città. Il palazzo, con un grande blasone nobiliare nel cortile, da diverso tempo è di proprietà del Demanio che, per recuperarlo dallo stato di degrado, ha avviato negli anni scorsi alcune operazioni. Una manifestazione di interesse l’ha raccolta l’Agcom che vorrebbe trasferire la propria sede dal Centro direzionale in via Medina. Un bando di Rigenerazione urbana temporanea è stato nel frattempo assegnato alla società privata «Urban value» che ha investito 450 mila euro per mettere in sicurezza due dei tre piani di Palazzo Fondi e gestire l’edificio. Un investimento riuscito. La concessione da parte del Demanio scadrà nel prossimo mese di aprile ma, considerati i risultati con forti e crescenti presenze di pubblico anche nelle ore serali, è possibile un rinnovo del contratto.
Il progetto di rigenerazione urbana temporanea, avviato con l’obiettivo di creare valore nel breve periodo previsto dal contratto con il Demanio restituendo alla città, a due passi da piazza Municipio, porto e metropolitana, uno spazio finito in disuso trasformandolo in un contenitore per sperimentazioni artistiche, ha infatti creato un volano che ha fatto diventare l’edificio un incubatore di imprese culturali e di formazione con ampio spazio per le start up. Oggi Palazzo Fondi è rigenerato e accogliente. Nel ruolo di padrone di casa due giovani location manager, Alessandra e Rosa, una sorta di amministratori in un condominio popolato da “inquilini culturali” con un fermento e sinergie che rappresentano un unicum in città. Tanto fermento e alcuni partner ormai fissi tra cui la fondazione Its-Bact, ente di formazione nell’ambito delle nuove tecnologie, la «Casa del contemporaneo», centro di produzione teatrale, «Teatri 35», società di produzione e distribuzione teatrale. Nei mesi scorsi il «Napoli teatro festival» ha piantato qui radici con tantissime iniziative e una straordinaria mostra fotografica su Mario Francese, giornalista ucciso dalla mafia a Palermo nel 1979.
A Palazzo Fondi ha anche trovato sede la “sartoria” della serie televisiva Gomorra con le sale per la prova e la custodia dei costumi. E in una sala è raccolta gran parte della biblioteca personale del drammaturgo Enzo Moscato con preziosi volumi. Tesori raccolti in uno dei palazzi prestigiosi della città. Una corte dominata da un terrazzo con il blasone della famiglia de Marinis. La scala vanvitelliana è un autentico gioiello che conduce fino al secondo piano. Il terzo piano di Palazzo Fondi, infatti, è da restaurare e mettere in sicurezza. Oggi l’inaugurazione della mostra di Salvador Dalì, il cui allestimento è stato completato nella notte, in un palazzo rigenerato e ricco di iniziative. Un palazzo in continua attività, ma resta la preoccupazione per il futuro. Rimane l’incognita Agcom. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, infatti, non ha digerito la scelta del Centro direzionale e vorrebbe trasferirsi nel cuore della città. Questa la ragione della manifestazione di interesse inviata al Demanio che preoccupa non solo i privati che hanno investito su Palazzo Fondi ma anche i tanti operatori culturali e i centri di produzione che hanno trovato sede e avviato tra loro una importante serie di sinergie.
Anche il «Napoli teatro festival» è già pronto a ritornare il prossimo anno in via Medina. Una intensa programmazione è prevista per il 2020 ma tutto rischia di rallentare se non sarà ulteriormente prorogato il contratto di concessione con il Demanio. Mostre, rapporti con produzioni teatrali e cinematografiche hanno bisogno di programmazione e il mese di aprile 2020, in cui scade la concessione, dal punto di vista culturale è ormai alle porte.