Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Minori in affido, lo strano record di Castel Volturno
Nel bilancio del Comune del litorale cifre vicine ai nove zeri. L’ex sindaco Russo: non me lo sono mai spiegato
Poco meno di un milione di euro destinati agli affidi dei minori. Il capitolo di spesa è relativo al 2018 e non riguarda Roma, Napoli, Milano o un’altra grande città ma un comune del casertano, Castel Volturno.
«Si tratta di una cifra abnorme – spiega Dimitri Russo, ex sindaco di Castel Volturno – e oggi dopo l’inchiesta “Angeli e Demoni” e il caso Bibbiano, di cui tutti parlano, queste cifre mi ritornano in mente».
In effetti dopo il caso giudiziario relativo a 7 comuni della Val D’Enza (Reggio Emilia), in cui secondo l’accusa si sarebbe lucrato illecitamente sui fondi pubblici destinati alla tutela dei minori, numerose procure hanno avviato accertamenti e indagini sulle spese degli enti territoriali destinate in particolare agli affidi.
«Nei cinque anni in cui sono stato sindaco – dice Dimitri Russo
- di casi di minori allontanati dalle famiglie e affidati alle case tramite assistenti sociali ne ho visti tantissimi. Castel Volturno ha dei numeri spaventosi in questo settore e ogni anno spende quasi un milione di euro per collocare i minori. Ho fatto un report nel 2018 verificando che i servizi sociali avevano in carico 400 minori. La spesa per l’inserimento di questi minori fu di 800.500 euro. Sono cifre da città metropolitana». In effetti, volendo fare un paragone con una città più grande, vedremo che a Napoli, nel 2018 sono stati stanziati 700.000 euro per gli affidi di minori ma poi ne sono stati impegnati 241.843,95 invece per il 2019 sono stati stanziati 500.000 euro ma allo stato, per gli affidi, sono stati impegnati 79.040 euro.
«Il potere discrezionale dell’ufficio è molto basso – aggiunge Russo – anche se è fondamentale per arrivare al provvedimento di allontanamento dal nucleo familiare d’origine. Di solito però parte sempre da una attività di indagine da parte dei carabinieri o della procura. Il sindaco è il responsabile di tutti gli atti amministrativi: in questo caso sono io che firmo il provvedimento di allontanamento dalla famiglia d’origine, pur non essendo coinvolto nel procedimento. È chiaro che io mi devo fidare necessariamente di chi lavora nei miei uffici ed è chiaro che nel momento in cui mi arriva una relazione con una richiesta di allontanamento, semplicemente la firmo e basta».
L’ex primo cittadino del comune domizio sottolinea che, pur volendo leggere la relazione relativa ai minori in maniera puntuale, sarà comunque obbligato ad affidarsi a quello che hanno scritto professionisti del settore. «Ma se la magistratura scoprisse un problema di corruzione nel mio ufficio – continua - il primo ad essere indagato sono io per culpa in vigilando. Quando ci sono numeri così grandi si diventa anche un po’ scettici e si perde anche un po’ di umanità: ricordo una volta il caso di nove bambini rom che furono sottratti ai genitori perché entrambi erano stati arrestati per un cumulo di pena. Quindi questi nove che vivevano in un campo me li ritrovai in una stanza del Comune. La più grande aveva 16 anni, gli altri avevano al di sotto di 10 anni, erano bellissimi ed erano già da tre giorni in quelle condizioni. Eppure di fronte a tutto questo, il mio pensiero non fu per il problema sanitario. Il mio primo pensiero purtroppo fu di tipo numerico».
Nove bambini infatti sarebbero costati al Comune di Castel Volturno circa 70 euro a testa per un totale di 630 euro al giorno. «Dove li prendiamo i soldi? Questa dinamica fu confermata anche il giorno dopo perché la sedicenne scappò dalla casa famiglia e mi arrivò un messaggio via whatsapp dalla mia funzionaria ai servizi sociali, che è una persona di grandissima umanità e professionalità, ma il messaggio era una faccina con il sorriso perché in fondo la funzionaria era felice che la sedicenne fosse scappata perché era un costo in meno. In quel periodo avevamo il dramma di non trovare i soldi per sostenere queste spese».