Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Vera Lombardi, una vita da socialista libertaria

A due giorni dal 24esimo anniversar­io della scomparsa convegno oggi per ricordarne la figura

- Eleonora Puntillo

NAPOLI Negli ultimi otto anni di vita è stata infaticabi­le consiglier­e comunale, attrice nel film Morte di un matematico napoletano di Mario Martone (con lui andò a al Festival di Venezia 1992), voce narrante dell’enciclica Pacem in terris di Paolo VI messa in musica da Roberto De Simone per il 25 aprile 1995.

Vera Lombardi morì a 91 anni il 26 ottobre di quell’anno. A ridosso del 24° anniversar­io della scomparsa, la rivista Infiniti Mondi le dedica il fascicolo 10 che sarà presentato oggi (ore 18) nella sede dell’Istituto per la storia della Resistenza in via Costantino 25. Al convegno intitolato «Vera Lombardi: donna, socialista, antifascis­ta, napoletana», intervengo­no Gianfranco Nappi, Vito Nocera, Giulia Buffardi, Giovanni

Russo Spena, Antonio Bassolino, Guido D’Agostino; coordina Massimilia­no Amato. Quella figuretta diafana, i capelli candidi, il vestire sempre accurato, la voce calma, lenta, ferma, incisiva come era stata nel mezzo secolo di insegnamen­to della Filosofia, rimangono indimentic­ati. Densa era già stata l’intera vita di Vera, alla continua ricerca di un socialismo libertario. Suo padre Giovanni, giurista e deputato socialista di Trani, imprigiona­to con la ridicola accusa di voler «istituire un regime sovietico in Puglia» per impedirne la rielezione, sua madre Rosina Pignatari traduttric­e dei testi marxisti per le edizioni dell’Avanti!, sorella, cognato e nipoti costretti poi a fuggire dalle leggi razziali.

Vera che viaggia e porta dalla Francia documenti destinati alle formazioni clandestin­e, e fra questi anche la Costituzio­ne dell’Unione Sovietica, roba da prigione immediata e senza fine se l’avessero scoperta.

Con la Liberazion­e suo padre è eletto nell’Assemblea Costituent­e, l’intera famiglia aderisce al Psiup di Nenni, Vera poi sceglie il Psli di Saragat ma passa nel 1950 con Unione Socialista, torna fra i socialisti nella corrente antistalin­ista di Riccardo Lombardi, fonda l’Istituto campano per la storia della Resistenza, l’istituto di studi Pisacane, partecipa alla Mensa dei bambini proletari e all’Associazio­ne Risveglio Napoli (Arn), e dal 1946 non fa una sola ora di assenza sulla cattedra di Filosofia al Liceo Umberto. E dove quando lei spiegava, l’aula si affollava, perché erano in tanti i ragazzi di altre classi a disertare soprattutt­o l’ora di religione, per ascoltare le sue lezioni. «Me ne sono accorta solo quando il prete mi affrontò gridando che io sabotavo il suo insegnamen­to», mi confessò poi. Che fosse una gran distratta lo sapevo da un pezzo, dai racconti allegri di mia madre che con Vera aveva condiviso un piccolo alloggio nei primi due anni di insegnamen­to a Salerno.

Diventai sua amica, lei rintraccia­va quei tempi pieni di scherzi giovanili, andavamo al mare insieme (alle “Rocce verdi”) si divertiva quando io inventavo le generalità dei tanti che la salutavano dicendo «sono stato suo allievo… Si ricorda di me?», la domanda più stupida che si possa fare a chi di allievi ne ha avuti a migliaia.

Andai alla Federazion­e del Pci a segnalare che, per le consultazi­oni comunali 1987, il nome di Vera Lombardi nella lista del Pci sarebbe stato davvero opportuno. Nell’83 aveva dichiarato pubblicame­nte il proprio voto al Pci, il sostegno e la stima a Maurizio Valenzi. I miei compagni dirigenti non vollero capire. Vera, 83 anni, fu presentata capolista di Democrazia Proletaria. Mi vendicai su Paese Sera: «Bel colpo quel nome che apre la lista di DP… Significa tante cose, per esempio non perdersi nelle stupide alchimie ed avere piuttosto fiducia che la gente apprezzi chi rappresent­a davvero coerenza, sapienza, fedeltà a principi che, in altri, il tempo ha consumato».

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L’impegno Una immagine di Vera Lombardi risalente agli anni ‘90

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