Corriere del Mezzogiorno (Campania)
PEPPE BARRA «IO, TRA PRETI E FANTASMI»
In scena «I Cavalli di Monsignor Perrelli» per la regia di Lamberto Lambertini Lo scherzo in musica in due tempi apre stasera la stagione del Sannazaro «Mia madre Concetta ci aiutò a scrivere lo spettacolo che le abbiamo dedicato»
Uno spettacolo nuovo con radici antiche. Nasce così «I Cavalli di Monsignor Perrelli», scherzo in musica in due tempi, con il quale Peppe Barra e Patrizio Trampetti diretti da Lamberto Lambertini apriranno domani sera la stagione del Teatro Sannazaro.
«La sua prima versione di 25 anni fa presentata al Festival di Benevento – spiega Barra - si intitolava “Le follie del Monsignore”, ma dopo aver cambiato più edizioni, giunge oggi con questa che mette l’accento sulla storia-metafora dei due cavalli lasciati a deperire senza cibo, ma nonostante ciò spinti a tirare la carrozza fino allo sfinimento e quindi alla morte. Si tratta di una sorta di leggenda metropolitana che mia madre Concetta, che ci aiutò a scrivere lo spettacolo che le abbiamo dedicato , ancora ricordava. Ovvero la proverbiale affermazione “me parono ‘e cavall ‘e Monsignor Perrelli”, per dire appunto di persone o situazioni spinte fino allo stremo».
Un modo di dire, che nell’occasione sarà motivo di battute e ilarità, legate all’affiatatissima coppia di protagonisti, insieme sin dai tempi della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Trampetti sarà infatti lo stralunato Monsignore, sospeso tra fede e scienza, e Barra la sua perpetua Meneca, primo personaggio recitato en travestì dopo la matrigna de «La Gatta Ceche nerentola», molto più concreta e di sani princìpi popolari.
L’altra novità sarà poi quella legata alla presenza di altri due attori, i fantasmi della madre (Enrico Vicinanza) e del padre (Luigi Bignone) con i quali, invisibili a Meneca, dialogherà il nostro Monsignore.
«E ora come allora – continua Peppe – ci saranno poi tanti brani musicali, composti e arrangiati da Giorgio Mellone, mentre le scene sono di Carlo De Marino e i ricchi costumi di Annalisa Giacci».
Dopo il Sannazaro, lo spettacolo sarà poi in stagione an
al Cilea e all’Augusteo. «Una scelta di produzione – conclude Barra – legata al modo di essere del pubblico napoletano, che in genere preferisce non muoversi troppo e andare a teatro senza allontanarsi da casa propria».