Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Insigne, sorriso ritrovato Dal castigo all’esultanza: chiedo scusa ad Ancelotti

Capitano in panchina al via. Poi entra e risolve la gara

- Ciro Troise

«Ci sono state delle incomprens­ioni con il mister. Abbiamo chiarito tutto. La mia corsa verso di lui? Non ho problemi, sono partito dalla panchina e ho fatto la mia parte così come Llorente ed Elmas. Mi sono scusato con il mister, è un grande allenatore». Le parole di Insigne, a fine partita, a stemperare le tensioni di questi ultimi giorni con il tecnico del Napoli che hanno rischiato di condiziona­re la decisiva trasferta di Champions. Ma per fortuna così non è stato.

Il Napoli non è arrivato con serenità. Caso Insigne a parte, dopo le defezioni di Ghoulam e Mario Rui si è aggiunto l’infortunio di Manolas che ha tolto ad Ancelotti un altro perno del reparto difensivo. Il greco ha avvertito dei fastidi sin dalla mattina. In campo è andato Luperto, che aveva già giocato a Salisburgo lo scorso marzo in Europa League. E il giovane centrale ha retto la pressione dell’impegno in maniera brillante. In panchina, a sorpresa, ci è finito anche Insigne. Sembrava dover giocare a sinistra completand­o con la sua regia lunga l’attacco agli spazi lasciati dal Salisburgo con Lozano, Callejon e Mertens. Lorenzo vuole giocare più vicino alla porta per incidere di più, l’ha confermato anche Ancelotti prima della gara contro il Verona. Nella formazione ufficiale a Salisburgo è arrivata la sorpresa, a sinistra ha giocato Zielinski ma a questi livelli si ragiona sui quattordic­i uomini a disposizio­ne, l’ha spiegato proprio Ancelotti nella conferenza stampa della vigilia. È nata così l’idea della staffetta con Lozano, Insigne libero di far male al Salisburgo in coppia con Mertens come nelle notti di Champions più esaltanti della scorsa stagione. Lorenzo ci ha impiegato otto minuti per imprimere il suo sigillo, riportare in vantaggio il Napoli con l’aiuto di una deviazione dopo il secondo pareggio di Haaland.

Dopo il gol, la corsa verso la panchina, l’abbraccio ad Ancelotti e a tutto il gruppo, come a voler comunicare il suo indiscutib­ile valore. Lorenzo nelle grandi notti c’è sempre stato, ha fatto gol a Madrid, a Dortmund e a Parigi. Come al Parco dei Principi, Insigne ha scelto il pallonetto e ha fatto esplodere i 1500 tifosi nel settore ospiti. Dopo la rete, ha trasmesso entusiasmo, voglia d’incidere, ci ha provato anche con un tiro a giro terminato di poco a lato. Conta poco, è bastato il suo acuto affinché il suo Napoli vincesse in trasferta dopo tre anni.

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Terzo gol L’esultanza di Insigne

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