Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Il mio piano anti-brogli per il congresso del Pd»
Nessun rinvio (7 dicembre) e norme severe Il commissario: comitati di adesione in ogni circolo, verifiche sulle singole tessere
NAPOLI Dimenticate quelle scene tra l’osceno (il bisticcio di parole è voluto) e il patetico: pacchetti di tessere portate a mano dal capobastone di turno. Iscritti inconsapevoli, quando non defunti o vicini a qualche boss. «Non succederà mai più», la promessa è del commissario del Pd Michele Meta. Che dalle parole è passato ai fatti con regole stringenti anti-imbrogli: comitati di adesione in ogni circolo, stop alla corsa al tesseramento. Come? È stato distribuito solo il 5o per cento delle tessere. Per ottenere il restante 50 occorre portare i soldi in federazione.
Dunque il congresso si farà il 7 dicembre, sicuro?
«Ma certo. Negli ultimi anni si sono susseguiti troppi commissari, ora è arrivato il momento di puntare ad avere un gruppo dirigente solido, autorevole, autonomo. Questo obiettivo lo si raggiunge tentando di rimettere la politica al centro, partendo dai circoli».
Come si fa a evitare la corsa al tesseramento selvaggio?
«Con le regole. Poche e certe. Abbiamo innescato un processo di correttezza e trasparenza nella fase del tesseramento».
Come?
«In ogni circolo abbiamo istituito dei comitati di adesione che devono sovraintendere a tutta la fase del tesseramento. Comitati in cui sono rappresentate tutte le sensibilità e al momento sono state rinnovate seimila tessere senza segnalazioni. Al momento».
Dunque non è possibile portare pacchetti di tessere?
«Anche se si volesse imbrogliare con pacchetti di tessere è impossibile, perché i comitati, formati da 5 o 7 persone, decidono a che ora e dove ci si tessera e valutano iscritto dopo iscritto».
Praticamente ogni corrente vigila sull’altra. Questo è il meccanismo?
«Ogni sensibilità vigila sull’altra. Sono ottimista, per carità poi il rischio è dietro l’angolo, ma è difficile ripetere gli errori del passato».
Però, attualmente, non c’è ancora il candidato in campo, forse è per questo che le truppe non si sono mosse.
«Ci si può candidare entro il 12 novembre, dopodiché è il congresso della federazione ed è prevalente la voglia di ricostruire il partito, tentativi di scalate non ne vedo. Spero che ci siano candidature autorevoli. Il mio compito è finito, da settembre faccio solo l’arbitro delle regole».
Non dica che non sa che però è ancora in corso qualche tentativo di rinvio.
«Ma il congresso lo convoco io. La commissione nazionale ha approvato all’unanimità il regolamento, con regole che chiudono con il passato. Andiamo avanti».
Qual è la sua stima sul tesseramento?
«A Napoli avevamo 11 mila iscritti, penso che quella cifra si possa raggiungere e superare senza tesseramenti dopati. E se qualcuno tenta di fare imbrogli, istituirò una commissione e sarò severissimo, applicherò statuto e regolamenti alla lettera, senza deroghe».
Metà direttivo dei circoli di Pomigliano e di Arzano, segretari compresi, passa con Italia Viva, che ne pensa?
«Mi risulta, diciamo che veniamo da una situazione assurda: Renzi minacciava il lanciafiamme, che non è mai arrivato. Non mi pare che la sua gestione si sia caratterizzata nel rilancio del partito. È la classica dinamica dei movimenti scissionisti che si mettono a fare reclutamento, ma non tra i moderati e i riformisti, tra i malpancisti che vogliono salire sul bus. Lunedì ci sono Boschi, Rosato, Migliore, Vitiello, vediamo che succede. Il Pd non sta fermo né qui né nazionalmente. C’è bisogno di una nuova fase costituente e ha ragione Cuperlo: è necessario un nuovo congresso che potrebbe rilanciare davvero il nostro ruolo».