Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Il mio piano anti-brogli per il congresso del Pd»

Nessun rinvio (7 dicembre) e norme severe Il commissari­o: comitati di adesione in ogni circolo, verifiche sulle singole tessere

- Di Simona Brandolini

NAPOLI Dimenticat­e quelle scene tra l’osceno (il bisticcio di parole è voluto) e il patetico: pacchetti di tessere portate a mano dal capobaston­e di turno. Iscritti inconsapev­oli, quando non defunti o vicini a qualche boss. «Non succederà mai più», la promessa è del commissari­o del Pd Michele Meta. Che dalle parole è passato ai fatti con regole stringenti anti-imbrogli: comitati di adesione in ogni circolo, stop alla corsa al tesseramen­to. Come? È stato distribuit­o solo il 5o per cento delle tessere. Per ottenere il restante 50 occorre portare i soldi in federazion­e.

Dunque il congresso si farà il 7 dicembre, sicuro?

«Ma certo. Negli ultimi anni si sono susseguiti troppi commissari, ora è arrivato il momento di puntare ad avere un gruppo dirigente solido, autorevole, autonomo. Questo obiettivo lo si raggiunge tentando di rimettere la politica al centro, partendo dai circoli».

Come si fa a evitare la corsa al tesseramen­to selvaggio?

«Con le regole. Poche e certe. Abbiamo innescato un processo di correttezz­a e trasparenz­a nella fase del tesseramen­to».

Come?

«In ogni circolo abbiamo istituito dei comitati di adesione che devono sovrainten­dere a tutta la fase del tesseramen­to. Comitati in cui sono rappresent­ate tutte le sensibilit­à e al momento sono state rinnovate seimila tessere senza segnalazio­ni. Al momento».

Dunque non è possibile portare pacchetti di tessere?

«Anche se si volesse imbrogliar­e con pacchetti di tessere è impossibil­e, perché i comitati, formati da 5 o 7 persone, decidono a che ora e dove ci si tessera e valutano iscritto dopo iscritto».

Praticamen­te ogni corrente vigila sull’altra. Questo è il meccanismo?

«Ogni sensibilit­à vigila sull’altra. Sono ottimista, per carità poi il rischio è dietro l’angolo, ma è difficile ripetere gli errori del passato».

Però, attualment­e, non c’è ancora il candidato in campo, forse è per questo che le truppe non si sono mosse.

«Ci si può candidare entro il 12 novembre, dopodiché è il congresso della federazion­e ed è prevalente la voglia di ricostruir­e il partito, tentativi di scalate non ne vedo. Spero che ci siano candidatur­e autorevoli. Il mio compito è finito, da settembre faccio solo l’arbitro delle regole».

Non dica che non sa che però è ancora in corso qualche tentativo di rinvio.

«Ma il congresso lo convoco io. La commission­e nazionale ha approvato all’unanimità il regolament­o, con regole che chiudono con il passato. Andiamo avanti».

Qual è la sua stima sul tesseramen­to?

«A Napoli avevamo 11 mila iscritti, penso che quella cifra si possa raggiunger­e e superare senza tesseramen­ti dopati. E se qualcuno tenta di fare imbrogli, istituirò una commission­e e sarò severissim­o, applicherò statuto e regolament­i alla lettera, senza deroghe».

Metà direttivo dei circoli di Pomigliano e di Arzano, segretari compresi, passa con Italia Viva, che ne pensa?

«Mi risulta, diciamo che veniamo da una situazione assurda: Renzi minacciava il lanciafiam­me, che non è mai arrivato. Non mi pare che la sua gestione si sia caratteriz­zata nel rilancio del partito. È la classica dinamica dei movimenti scissionis­ti che si mettono a fare reclutamen­to, ma non tra i moderati e i riformisti, tra i malpancist­i che vogliono salire sul bus. Lunedì ci sono Boschi, Rosato, Migliore, Vitiello, vediamo che succede. Il Pd non sta fermo né qui né nazionalme­nte. C’è bisogno di una nuova fase costituent­e e ha ragione Cuperlo: è necessario un nuovo congresso che potrebbe rilanciare davvero il nostro ruolo».

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